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"Denunce ignorate e processi lumaca ecco perché siamo diventati il Paese dove il maschio ha licenza di uccidere", di Maria Novella De Luca

È dopo la denuncia che arriva il momento peggiore, una paura cupa che segue il coraggio. Perché l’aggressore è braccato ma la vittima è sola. E possono passare centinaia di giorni prima che la giustizia si attivi, fermando il primo, proteggendo l’altra, ed è proprio in queste settimane che spesso accade l’irreparabile. Michela Fioretti ad esempio. Da anni, invano, denunciava le violenze del suo ex marito, guardia giurata, tre settimane fa lui l’ha uccisa, con la pistola d’ordinanza, su un viadotto di Ostia, litorale di Roma. «Tutti sapevano, nessuno ha agito», hanno detto sconsolati i suoi colleghi. Perché il 15% dei “femminicidi”, (quasi un omicidio di donne ogni sei) è preceduto da denunce per stalking, un persecutore su 3 torna a colpire, ma ci vogliono almeno 6 anni di tribunale per vedere uno stupratore in carcere, e se l’aggressore è minorenne allora anche il processo si ferma, pure se si tratta di un branco, l’ha deciso la Cassazione, due anni fa, con una discutibile e discussa sentenza. «Se avessi saputo che finiva così non li …

"E ora Stati generali in difesa delle donne", di Concita De Gregorio

Forse ci siamo. Proprio perché è un’epoca in cui essere ottimisti è insensato, bisogna esserlo. Più flebile è il tempo più forte la voce e la responsabilità di ciascuno. Forse ci siamo. Forse questa volta la violenza quotidiana contro le donne – diffusa, tollerata, alimentata dal dileggio condiviso, dall’abituale grevità del lessico, dalle parole prima che dai gesti – ecco forse ora questa vergogna la si può guardare negli occhi e chiamarla col suo nome: una colpa collettiva, ognuno si senta offeso. Con grande coraggio Laura Boldrini, presidente delle Camera, ha toccato un tabù sapendo di farlo, senza paura delle conseguenze. Ha detto: contro le donne l’infamia dell’insulto è diversa, è sessista. Anche la minaccia di morte passa dal sesso: dall’umiliazione, dalla sottomissione. Contro le donne corre sul web un fiume di parole a lutto che il mezzo – la Rete – diffonde velocissimo e in quantità incontrollabile. Possono essere a migliaia contro una: difficili da trovare, infidi, nascosti. Fermiamoci a parlarne: una discussione ferma e serena, ha chiesto. Seria. Hanno risposto a decine, poi …

"Tre omicidi in poche ore. Il senso malato del mondo", di Sara Ventroni

Non ce la caveremo con un minuto di silenzio, in nome delle donne. Non ce la caveremo con una corona di fiori o un rosario di nomi sgranato come un bollettino di guerra. La trama è ormai prevedibile, come un format. Una liturgia quotidiana. E le pagine di cronaca nera non sono certo un anticipo di gloria. Qualcuno piange lacrime asciutte per Ilenia Leone diciannove anni strangolata a mani nude, con i vestiti da cuoca ancora addosso, calati sulle gambe. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato in un uliveto silenzioso, a Castagneto Carducci, vicino Livorno. Qualcuno piange per Alessandra Iacullo, trent’anni, accoltellata alla gola, ritrovata accanto al suo motorino, in un luogo desolato, tra Ostia e Acilia: la Riserva del Pantano. Periferie. Campagna. Alberi come testimoni muti. Oppure una camera da letto, un salotto, una cucina. La location non conta. È solo una variazione su tema. Lo sanno tutti che l’assassino ha le chiavi di casa. Lascia sempre le impronte, prima del delitto: centinaia di messaggi, telefonate. O qualche livido nero sul braccio. …

"Le piazze degli schiavi", di Angelo Mastrandrea

Nella loro freddezza, i numeri possono fornire un adeguato contesto ma non riescono a spiegare tutto. Non riescono a descrivere, ad esempio, come si sente un indiano del Punjab quando si sveglia all’alba per andare a raccogliere zucchine o cocomeri in una campagna per lui straniera, o cosa prova quando il padrone non rispetta i patti e tarda a pagargli il salario. Cí dicono però che, nei periodi di punta, tra Borgo Sabotino e Borgo Grappa lavorano nelle terre non desertificate dall’espansione industriale fino a 25 mila immigrati, il che fa di questo pezzo di Basso Lazio una “piccola India” di casa nostra. È un proletariato delle campagne che si mostra solo in occasione delle colorate feste religiose sikh. Ma, come il campesino Garabombo di Manne’ Scorza, per quanti turbanti indossi non riesce mai a rendersi davvero visibile. Fatta eccezione per i periodi di punta, la Cgil stima in 12 mila persone la presenza stabile degli indiani nell’area pontina. A partire dai primi arrivi, negli anni ’80, è stata una continua crescita, e ogni anno …

"Settantamila donne hanno perso il lavoro in marzo", di Marco Ventimiglia

Da molti mesi, ormai, è diventato un appuntamento da far tremare i polsi. Stiamo parlando dei dati sull’andamento del mercato del lavoro che l’Istat diffonde periodicamente. Cifre fuori controllo, frutto dell’intersecarsi e della sommatoria fra diverse emergenze, quella dell’occupazione giovanile, del Mezzogiorno, delle donne. Ed è proprio quest’ultima ad emergere in modo ancor più netto dai numeri relativi al mese di marzo, con ben 70.000 donne in meno sui luoghi di lavoro. La gravità della situazione questa volta non emerge completamente dal classico dato sulla disoccupazione, il cui tasso si è attestato all’11,5%, invariato rispetto a febbraio e comunque in aumento di ben 1,1 punti percentuali rispetto al marzo del 2012. Ancor più drammatica, infatti, è la rilevazione sull’andamento dell’occupazione, poiché il mese scorso i lavoratori sono diminuiti di 248mila unità rispetto ad un anno fa. In particolare, secondo le stime provvisorie dell’Istat, gli occupati erano 22 milioni 674mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-51mila). Un calo che in pratica riguarda la sola componente femminile: in un mese le donne occupate sono diminuite, …

"Il gap delle donne vale una busta paga", di Francesca Barbieri

Trentasei giorni di lavoro extra. Tanti ne servirebbero alle donne per riempire il gap in busta paga che le divide dai colleghi maschi nel settore dei servizi, quello più “rosa”, dove si concentra un terzo delle occupate. Segretarie, impiegate, assistenti, che nella realtà guadagnano l’11% meno degli uomini, secondo l’elaborazione del centro studi Red-Sintesi per Il Sole 24 Ore, che ha messo sotto la lente la retribuzione oraria netta. E ci sono rami di attività dove il vuoto da colmare è ancora più ampio: in agricoltura servono due mesi per arrivare alla parità, in banca e nelle compagnie assicurative 59 giorni, nella pubblica amministrazione 39. Più basso il gap nell’industria, anche se di poco, 33 giorni, molto di più rispetto ai 10 giorni del commercio e ai dodici delle attività immobiliari, o degli 8 di alberghi e ristoranti. L’unico settore dove il match ha un punteggio invertito è l’edilizia: qui sono gli uomini che dovrebbero lavorare 23 giorni in più per raggiungere le “rivali”. La ragione? «Solo l’un per cento delle donne – risponde Catia …

"Le signore della competenza", di Natalia Aspesi

Questa volta le donne al governo sono sette e non se ne erano mai viste tante, in Italia almeno, infatti chi le ha scelte, il nuovo candidato premier in extremis Enrico Letta, si compiace con se stesso. È molto soddisfatto della sua brillante innovazione. Non tanto per poter dire sbuffando ecco qua la tanto strombazzata quota rosa, quanto per il coraggio di avere scelto delle persone che sia pure di sesso femminile, quindi soggette a virile diffidenza, sono (quasi) di sicuro competenti: almeno come gli altri uomini di solito inchiodati alle poltrone di potere, e alcune molto di più: certamente più di una buona parte dei 14 colleghi che tenteranno assieme a loro ciò di cui un paese estenuato, avvilito e arrabbiato ha urgente bisogno, un governo sia pure di emergenza; e quasi quasi non ci sperava più, e del resto non si è ancora del tutto sicuri, televisioni e Internet già traboccano, inseguiti dai reporter, di esagitati sconosciuti o ben noti, che analizzano, deprecano, sghignazzano, profetizzano e magari hanno ragione, ma si vorrebbe almeno …