Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

“Nelle piazze e nei teatri contro la strage. Femminicidio, la Convenzione «No More!» sarà portata al governo”, di Giulia Ziino

Una giornata per dire basta. Ma non solo, anche per fare un passo avanti verso il cambiamento. È quella che si celebra domani, la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne (a scegliere la data, nel 1999, fu l’assemblea generale delle Nazioni Unite). Dal teatro alla politica, dalla società civile al cinema, le iniziative per mettere un argine alla «strage delle donne» — dall’inizio dell’anno, in Italia, le morti «rosa» sono già 115 — e alla violenza su madri, mogli, fidanzate — l’85 per cento del totale delle violenze, il 3% in più del 2011, secondo i dati di Telefono Rosa — si rincorreranno durante tutta la giornata. «Se molti passi in avanti sono stati fatti, bisogna andare oltre, con la ratifica della Convenzione di Istanbul prevista in Senato nei prossimi giorni e che spero abbia un percorso accelerato, entro la fine della legislatura» ha detto ieri il ministro della Giustizia, Paola Severino. La Convenzione, primo documento paneuropeo giuridicamente vincolante dedicato a combattere la violenza sulle donne e la violenza domestica, è già stata …

“Femminicidio: ribelliamoci ora”, di Roberta Agostini

Sono più di cento le donne uccise fino ad oggi nel nostro paese. Dal sud al nord senza distinzione di nessun tipo, reddito, livello di istruzione, etnia, appartenenza religiosa. Un solo elemento unifica queste morti: sono tutte o quasi state uccise da chi conoscevano, il partner, un familiare, un cosiddetto amico. Uccise perché donne, ma in realtà i dati non li conosciamo veramente perché non abbiamo un sistema informativo che ci consenta di monitorare il fenomeno nei suoi diversi aspetti. L’ultima ricerca approfondita l’ha fatta l’Istat nel 2007. L’anno dopo un gruppo di giornaliste e scrittrici ha pubblicato un libro «Amorosi assassini» analizzando per un anno le pagine dei quotidiani e raccogliendo in ordine cronologico, mese per mese, circa trecento casi di violenza e tracciando una terribile e dolorosa fotografia della vita e della morte di quelle donne. Ma quante rimangono in silenzio? Le donne pagano con la vita per aver detto un no, quel «no» che fu pronunciato da Franca Viola tanti anni fa, che ha cambiato i rapporti tra uomini e donne nel …

“In aumento la violenza sulle donne. Per l’85% il colpevole è il partner. Severino: Quest’anno 120 femminicidi”, da la stampa.it

Sono in aumento le violenze contro le donne all’interno di rapporti sentimentali. Secondo le anticipazioni dei dati 2012 di Telefono Rosa, diffusi alla vigilia della Giornata contro la violenza alle donne di domenica 25 novembre, questo tipo di abusi ha raggiunto l’85% di tutte le violenze, il 3% in più del 2011. Questo dato – commenta l’associazione – «dimostra l’urgenza di ripartire dalle relazione donna-uomo, proprio gli uomini inizino davvero a farsi carico di questa vera e propria tragedia». Gli strumenti per combattere il fenomeno della violenza sulle donne ci sono nel nostro ordinamento, ma «se molti passi in avanti sono stati fatti, bisogna andare oltre, con la ratifica della Convenzione di Istanbul, prevista in Senato nei prossimi giorni, e che spero abbia un percorso accelerato, entro la fine della legislatura». A parlare è il guardasigilli, Paola Severino, intervenuta a Uno Mattina in vista della celebrazione, domenica prossima, della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. I `femminicidi´, dall’inizio di quest’anno, in Italia, sono già 120. «Il problema – aggiunge il ministro – riguarda la …

“Femminicidio, unite si può fermare”, di Rosa Villecco Calipari

Chiesuol, Enza, Giuseppina, Antonia, Esmeralda, Carmela, Alfina, Mariana, Vincenza, Rosina, Laila, Mariangela, Antonietta… via elencando fino ad arrivare a 105 nomi. Sono tante le donne, ma la lista non è aggiornata al minuto, uccise dagli uomini dall’inizio dell’anno in Italia. Sdegno, dichiarazioni di circostanza, appelli, convegni, leggi e… arriva il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ne riparliamo perché dal 1999, con la risoluzione 54/134, le Nazioni Unite hanno voluto designare una data a questa piaga che sembra aver poco a che vedere con l’evoluzione dei costumi, con il benessere, con la scolarizzazione. Risollevo la questione, come tante volte ho fatto in questi ultimi anni, davanti al governo che tante volte si è impegnato ad assumere la lotta alla violenza contro le donne come un punto cardine del suo operato. Lo faccio, insieme ad altri parlamentari del Partito democratico, con un’interpellanza urgente al ministro del lavoro e delle politiche sociali al quale chiedo «quali misure abbia individuato per fronteggiare questa emergenza» e «se esista una raccolta ufficiale dei dati» perché …

“La battaglia delle donne perché balliamo in piazza”, di Elena Stancanelli

Domenica Menna era a lavoro, alla guida di uno scuolabus. Giustiziata. Francesca dormiva nel suo letto, come Rosanna. Giustiziate. Gabriella era in macchina accanto al suo assassino, Antonia aveva appuntamento con lui, per strada… giustiziate giustiziate giustiziate. Sono più di cento dall’inizio dell’anno. Nessuna di loro stava tradendo, o raccogliendo le sue cose per andarsene, quando è stata ammazzata. Cento donne inermi, uccise a freddo come farebbe un killer. Invece i loro assassini sono uomini che conoscevano bene. Cento donne diverse, giovanissime, madri, professioniste, migranti, e un’unica responsabi-lità: essere femmina. Come si può comprendere e quindi combattere un crimine, che si fonda su una motivazione tanto spaventosa, irrazionale, disincarnata? Inaspriremo la pena, faremo del femminicidio un reato che prevede l’ergastolo. Ma questo orrore, questa mostruosa guerra civile, la si combatte soprattutto nella testa delle persone. Cosa dovremmo modificare, perché non si verifichino le circostanze che armano la mano di un uomo? Dovremmo imparare insieme a loro ad uscire da una relazione, così come ci sembra divertente e senza conseguenze entrarci. Quanto coraggio ci vuole a …

“L’ultima brutta legge ad personam”, di Cesare Martinetti

Il pessimo dibattito sulla riforma della diffamazione sta partorendo una legge pessima e paradossale, che salva i direttori dall’omesso controllo, ma non cancella l’assurdità del carcere per i giornalisti. È l’ultima norma ad personam, come se questo Parlamento non sapesse fare altro, incapace di affrontare i problemi dal punto di vista dell’interesse pubblico e generale. Salvo il direttore de «il Giornale» Alessandro Sallusti, condannato a 14 mesi per aver diffamato una magistrato con una notizia falsa e mai rettificata; a mare tutti gli altri, condannati e condannabili. Senza alcuna vergogna la legge è stata definita «salva direttori», come per confermare l’istintivo senso subalterno della funzione legislativa di questo Parlamento in scadenza. Come se le leggi, che devono essere fatte nell’interesse di tutti, dovessero invece rispondere a bisogni e contingenze particolari, su comando, ad personam, appunto. È così che il Parlamento dei «nominati» secondo sistema elettorale passato alla storia come «Porcellum», ha inteso il suo ruolo, prima con Silvio Berlusconi, poi con il direttore del giornale di famiglia. Accanto a questo c’è poi una rivalsa trasversale …

“Quel ragazzo ucciso dal pregiudizio degli altri”, di Michela Marzano

Pare che Andrea, il ragazzino romano suicida a 15 anni, amasse il rosa e lo smalto per le unghie. E allora? Dove sta scritto che un bambino debba per forza amare l’azzurro ed essere virile? Da quando in qua i colori hanno un sesso? In realtà, non è scritto da nessuna parte che un ragazzo non possa vestirsi come una ragazza. Né è scritto che l’omosessualità sia qualcosa di cui ci si debba vergognare. Il rosa e l’azzurro non hanno sesso. E “uomo” e “donna” si diventa, non si nasce. Il rapporto tra sesso, genere e orientamento sessuale è estremamente complesso e non esistono regole universali. Eppure, nonostante lo si sappia ormai da tanto tempo, ci si continua a comportare come se tutto fosse semplice e indiscutibile. Siamo ancora prigionieri di una società in cui i ruoli di genere sono codificati in maniera rigida, e in cui l’apparenza sembra dover determinare sempre e comunque il modo di comportarsi. Come se esistesse veramente un’essenza ontologica della femminilità e della virilità. Come se, per definizione, un uomo …