"Le primarie del dopo Monti", di Francesco Cundari
La volée con cui Pier Luigi Bersani ha ributtato la palla dal campo del Pd al campo più largo e ancora indefinito del centrosinistra, annunciando primarie aperte per la scelta del candidato a Palazzo Chigi, non ha spiazzato soltanto i potenziali alleati di Sel e Idv. Le parole pronunciate ieri da Matteo Renzi, ma anche il dibattito che si è svolto venerdì a Roma sulle «forme della politica organizzata» tra il segretario del Pd, gli intellettuali chiamati a raccolta dal Crs e i giovani dirigenti democratici dell’area «Rifare l’Italia», dimostrano che dalla coalizione che ancora non c’è la palla è rimbalzata a grande velocità dentro l’unico partito rimasto, cioè il Pd. In campo ci sono diverse idee di rinnovamento. In alcuni casi, molto diverse. Bersani ha fatto le sue scelte: da un lato ha tenuto fermo il partito sulla linea del sostegno al governo Monti in nome della responsabilità nazionale, dall’altro, sul terreno del rinnovamento e della rilegittimazione della politica, ha puntato sulle primarie, confermando questa scelta di apertura delegando alla «società civile» le stesse …
