Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Violenza sulle donne. Subito i finanziamenti per il Fondo nazionale", di Delia Murer

Accelerare l’iter per l’adesione dell’Italia alla Convenzione europea sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e ripristinare la dotazione del Fondo nazionale per i progetti di prevenzione e repressione del fenomeno. Sono questi i principali impegni che abbiamo chiesto al governo con una risoluzione, approvata all’unanimità dalla Commissione Affari sociali della Camera. Una risoluzione unitaria, partita dalla volontà delle deputate del Pd, e costruita con lo sforzo di tutte le forze politiche, per lanciare un messaggio chiaro al governo: su questo tema è ora di aprire una fase nuova, di reale attenzione e di efficace contrasto. L’ultima indagine Istat, risalente all’ormai lontano 2006, ha dimostrato che le donne italiane tra i 16 e i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita sono stimate in 6.743.000. Circa un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri e che il 14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner. Nella quasi totalità dei casi, le violenze non sono denunciate: il 96% delle …

"«Zoccoli duri» più piccoli. Urgono scelte coraggiose", di Carlo Buttaroni

Com’era prevedibile, passate le amministrative, è iniziato il secondo tempo di una partita il cui fischio finale coinciderà con le elezioni politiche della prossima primavera. Nei prossimi mesi, tutto può ancora accadere e gli scenari sono molto diversi tra loro. E l’evoluzione potrà essere in meglio o in peggio: iniziamo dal quadro peggiore, cercando in questo modo quasi di esorcizzarlo. Esso è rappresentato da un arroccamento istituzionale delle forze politiche, con la grande maggioranza dell’opinione pubblica schierata da una parte – quella del non voto o del voto di protesta e i partiti dall’altra. Sarebbe un autogol incredibile da parte di questi ultimi, segno della mancata percezione ed elaborazione dei segnali provenienti dagli elettori. La prospettiva positiva, invece, propria di chi fa del bene comune la mission indiscussa, è sicuramente rappresentata, da un lato dal rientro in campo delle forze politiche, rinnovate nelle persone, nelle forme e nei modi, e, dall’altro, dagli elettori consapevoli che possono tornare a scegliere rispetto a offerte politiche chiare e praticabili. Naturalmente in all’interno di questi scenari, non bisogna sottovalutare …

"Per fronteggiare la crisi serve un Piano del Lavoro", di Laura Pennacchi

Il dinamismo impresso da Bersani all’iniziativa politica del Pd con la proposta congiunta «carta di intenti/primarie aperte» rilancia l’elaborazione valoriale, progettuale, programmatica, nel cui ambito le problematiche di medio periodo dovranno inevitabilmente misurarsi con quelle immediate. L’emergenza economico-sociale da fronteggiare è di proporzioni immani. Se guardiamo alla catastrofe che incombe sulla Grecia e al possibile dilagare della crisi bancaria spagnola, vediamo che non è sconfitto il rischio di una deflagrazione dell’euro e dell’intera Europa. La recessione avanza in tutti i Paesi europei e in Italia il cui Pil si prevede crolli nel 2012 fino al -2% non abbiamo ancora raggiunto l’apice perché il picco negativo è atteso verso la fine dell’anno e nei primi mesi del 2013, quando entreranno in vigore le misure di austerità recessiva già prese nel 2011. E il governo Monti si è impegnato ad adottare se niente varierà nel quadro istituzionale, per esempio con un rinvio nel raggiungimento del pareggio di bilancio ben altri 40 miliardi netti di manovra finanziaria. A dare la misura della gravità è l’esplosione della disoccupazione: dei …

La sfida di Bersani «Patto di governo e primarie aperte entro l’anno», di Simone Collini

Mandato pieno per cambiare legge elettorale. Il segretario del Pd pensa a cessioni di sovranità tra alleati per garantire l’intesa e saldo ancoraggio istituzionale. Si candida a premier, annuncia primarie aperte, propone un patto di legislatura a tutte le forze democratiche e lancia un aut aut a Di Pietro. Bersani delinea il percorso che dovrà portare alle elezioni del 2013 e incassa un voto all’unanimità da parte della Direzione del suo partito. Al centro del ragionamento che fa il leader del Pd di fronte al resto del gruppo dirigente c’è la necessità di lavorare per una «ricucitura tra politica e cittadini». Il che vuol dire cambiare la legge elettorale, costruire un’alleanza che non sia un’«ammucchiata» e anzi garantisca governabilità, chiamare gli elettori a decidere chi dovrà essere il candidato premier alle prossime politiche. Che dovranno svolgersi la prossima primavera perché il Pd, come ribadisce il segretario, assicura lealtà al governo, a cui però chiede «un approccio meno ragionieristico» e non più annunci ma «qualche segno concreto» per fermare la crisi. SUPERARE IL PORCELLUM Per Bersani …

"La road map di Bersani convince tutti. Un mese per decidere quali primarie", Rudy Francesco Calvo

Gazebo per aprire il campo dei riformisti e scegliere il premier, poi patto di legislatura coi moderati. Per Pier Luigi Bersani quella di ieri «è stata una bella giornata» (sono parole sue), in cui è riuscito a mettere tutti d’accordo nel suo partito, ottenendo un sì unanime alla sua relazione, che ha aperto la riunione della direzione nazionale. Certo, sul percorso che lui ha individuato, soprattutto per quanto riguarda le regole delle primarie, rimangono forti dubbi tra i dirigenti democrat. Ma il segretario, in direzione, ha voluto lanciare un messaggio quanto più possibile chiaro: «Il senso per un cittadino è che noi, a differenza di tutti gli altri, gli facciamo scegliere il candidato premier. Poi come, fra chi, fra quanti, lo decidiamo». Di sicuro, saranno primarie «aperte», cioè alle quali potranno partecipare esponenti di altri partiti, personalità singole o sostenute da liste civiche che decidono di prendere parte al «campo democratico e progressista» e, come preannunciato, altri iscritti al Pd. Oltre al segretario, ovviamente, che si è già candidato. Si tratta, però, solo del punto …

"La posta in gioco", di Claudio Sardo

Quella del Pd non è una sfida interna tra leader o tra correnti. Non è neppure una competizione con i vicini. O una battaglia di principio contro Grillo. La questione riguarda il governo del Paese – anzi la sua ricostruzione economica, civile, politica – nel mezzo della crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. E in gioco non c’è soltanto una breve stagione. L’impressione è che al bivio nel quale ci troviamo possiamo perdere cose che abbiamo a lungo immaginato come acquisizioni definitive: il modello sociale europeo, inteso non solo come standard di welfare ma anche come garante di opportunità diffuse, e al fondo la qualità stessa della democrazia. Sì. La crisi economica e l’incapacità politica dell’Europa stanno rischiando di compromettere il paradigma democratico: a che serve la politica se non è capace di regolare i mercati e di correggerne gli effetti nella società? Il compito (storico) del Pd è costruire una proposta di governo che sia all’altezza di questa sfida. Il Pd è oggi sulla scena il solo partito nazionale in grado di fornire …

Bersani: Patto progressisti e democratici per l'Italia. Primarie aperte entro l'anno, mi candiderò

Sintesi della relazione alla Direzione nazionale del segretario Pier Luigi Bersani Se in un sommovimento così profondo, se in acque cosi mosse, qualcuno pensa che il compito nostro sia quello di giostrare sugli accorgimenti tattici o sui rapporti politici o perfino sui temi programmatici, si sbaglia. Sono cose che ci vogliono ma che da sole non arrivano a grande parte della popolazione. Il sommovimento è molto, molto profondo. “Tocca a noi” vuol di re tocca a noi giocarcela e investire il consenso che abbiamo sul punto principale della questione, il punto che sta fra politica e popolo, che sta nella faglia che si è aperta fra grande parte dei cittadini e il sistema e che nel profondo, secondo me, è un bisogno di sentirsi comunità e l’impossibilità di esserla: perché la grande traduttrice, colei che traduce l’individuo nella comunità, e cioè la politica, ha ormai un suono che tantissima gente non sente. Quindi noi non staremo fermi. Ci muoveremo. Non lasceremo erodere il consenso che abbiamo, lo investiremo rischiando qualcosa, come succede sempre per un …