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Manovra, Bersani incontra i sindacati Le sigle compatte: "Cambiare subito", da la stampa.it

Il no alla manovra correttiva compatta i sindacati che ieri sono scesi in piazza per la prima volta tutti insieme (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) per chiedere al Governo cambiamenti in particolare sulle pensioni e sull’Ici. Lo sciopero di tre ore proclamato per oggi per il settore privato ha avuto secondo i sindacati buone adesioni, ma iniziative ancora più forti potrebbero essere messe in campo qualora il Governo decidesse di tirare dritto e di non fare modifiche a un provvedimento che, come ha sintetizzato il leader della Cgil, Susanna Camusso «fa male al Paese e ai lavoratori». Questa mattina saranno presentati gli emendamenti dei relatori alla manovra mentre alle 14.00 è previsto un incontro dei sindacati con il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Ieri migliaia di lavoratori hanno manifestato davanti alle prefetture in 100 città e per lunedì prossimo è confermato lo sciopero di otto ore dei lavoratori del pubblico impiego e disagi potrebbero esserci soprattutto nel settore della sanità e della scuola. Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito al Governo la richiesta di rivedere …

"Perché ero con i sindacati", di Cesare Damiano

Ho partecipato con un gruppo di parlamentari del Partito democratico al presidio in piazza Montecitorio indetto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl per protestare contro la manovra. Ho ascoltato gli interventi dei segretari generali del sindacato che richiedevano maggiore equità. Su questa traiettoria abbiamo sentito una forte convergenza con il tentativo che il Pd sta portando avanti nelle commissioni bilancio e finanze per correggere alcuni punti della manovra al fine di renderla socialmente più accettabile. Siamo andati ad ascoltare e a portare le nostre opinioni, laddove ci sono state richieste dai lavoratori e dai pensionati, e per spiegare in che cosa consista il nostro tentativo, con gli emendamenti, di collegare il rigore alla crescita e all’equità. Del resto, la scorsa settimana abbiamo raggiunto un’importante intesa tra Pd, Pdl e Terzo polo in commissione lavoro della camera, quando abbiamo sottoscritto un parere sulla manovra che richiedeva unitariamente alcuni interventi di cambiamento. Il primo, con la richiesta di indicizzazione delle pensioni fino a tre volte il minimo, cioè 1.440 euro mensili lordi. Il secondo, con la richiesta …

«Patrimoniale, evasori, Ici: dal governo vogliamo segnali», intervista a Pier Luigi Bersani di Aldo Cazzullo

Segretario Bersani, domani, oggi per chi ci legge, metà del suo partito manifesta con la Cgil contro la manovra che sostenete in Parlamento. Questo non le crea qualche disagio? «No. Noi siamo un grande partito, un partito che discute. Leggere la nostra discussione come una battuta di questo o di quello sarebbe riduttivo. Noi siamo a nostro agio, innanzitutto perché questa mobilitazione ricompone l’unità del sindacato; il che è un bene per la Repubblica». Ma divide il Pd. «La piattaforma dello sciopero non parla di bocciatura della manovra. Parla di modifiche. Diverse vanno nel senso in cui andiamo anche noi. Non vedo difficoltà se la nostra gente partecipa ai presìdi dei sindacati e noi si sta nel nostro, tentando di migliorare la manovra in Parlamento». Monti ha avvertito che lo spazio per le modifiche è stretto. «Noi non chiediamo al governo di fare al cento per cento quel che faremmo noi. Saremo responsabili: il nostro sostegno non è in discussione. Questa manovra è un messaggio all’Europa, è il segno di un Paese che si mette …

Fassina: "la manovra toccherá anche i ricchi, ma ancora troppo poco", di Francesca Schianchi

«Ancora una volta Merkel e Sarkozy, stavolta insieme a Cameron, non hanno consentito passi avanti come un coordinamento economico e il potenziamento del fondo salvastati, necessari a dare senso alle misure così dolorose di questi giorni». Misure che, spiega Bankitalia, avranno effetti restrittivi sul Pil… «E` scontato, tanto più quando anche altri Paesi fanno contestualmente manovre restrittive: temo che queste misure avranno un effetto recessivo anche maggiore di quanto prevede Bankitalia». Ieri sulla Stampa D`Alema diceva però che per la prima volta anche i ricchi pagano: è d`accordo? «Pagano qualcosa anche i ricchi, ma l`equilibrio non mi pare soddisfacente. Sul versante pensionistico e dell`Ici si producono situazioni di grande sofferenza: ci sono lavoratori che vedono ritardata di sei anni la pensione, non è la stessa cosa che pagare 1200 euro per un conto titoli milionario». Per questo parteciperà alle mobilitazioni dei sindacati lunedì? «Lunedì andrò al presidio di Cgil, Cisl e Uil per ascoltare i lavoratori e ribadire le ragioni per cui il Pd vota questa manovra: perché Lega e Pdl ci hanno portato a …

"Cambiare ancora per rendere equa la previdenza", di Cesare Damiano

Il Partito democratico ha sostenuto la formazione di un governo di emergenza formato da soli tecnici. Si tratta di un passaggio necessario perché la casa brucia: le incertezze dell’Europa, che abbiamo registrato in queste ore, non aiutano a migliorare la situazione. Noi adesso, come Paese, dobbiamo fare la nostra parte ma senza rinunciare a quel principio di equità sociale e di spinta verso la crescita che il presidente Monti ha giustamente accompagnato al tema del rigore e del pareggio del bilancio. Per questo, il Partito democratico è impegnato a fondo in un’opera di correzione e di miglioramento della manovra. Si va verso un «mini emendamento» capace di comprendere le posizioni essenziali dei partiti che sostengono il governo, al fine di raggiungere un compromesso con l’esecutivo che faccia comprendere al Paese che non si colpisce dalla solita parte, cioè prevalentemente i ceti medio-bassi. Tra i temi sociali spicca quello della previdenza che riguarda milioni di persone, per il quale in commissione lavoro della Camera si sono raggiunti alcuni punti di intesa tra Pd, Pdl e Terzo …

"L’accordo possibile su pensioni e casa", di Francesco Lo Sardo

«Il ministro Michel dice che siamo vicini a un accordo sulle pensioni…», riferisce un deputato del Pdl a un collega della commissione bilancio. «Chi?». «Coso, lì, come si chiama… Martone», spiega il primo. «Ah sì, Martone… ma davvero?». Sono passate da poco le quattordici quando la giornata politica cambia di segno. La notte dei partiti era stata cupa. Pd e Pdl, ieri, s’erano si sono svegliati con l’amaro in bocca. La freddezza con cui nelle loro apparizioni televisive del martedì sera, dietro algide formule di cortesia, Monti e la Fornero, con accenti diversi, erano parsi liquidare ogni possibilità di serie modifiche al decreto salva-Italia, che i due principali partiti della maggioranza concentravano sui nodi casa e pensioni, avevano indispettito non poco Pd e Pdl. Il cambio di rotta annunciato ieri da Michel Martone, viceministro del welfare, approdato a Montecitorio e sbarcato al molo della commissione lavoro, ha fatto capire che le cose, nel corso della mattinata, stavano prendendo tutt’altra piega. I due partiti-pilastro della maggioranza, in poche parole, hanno puntato i piedi: e l’effetto dell’irrigidimento, …

"Il Pd aveva presentato al premier un dettagliato piano di undici punti sul tema specifico", di Bianca Di Giovanni

Appena tre misure, per di più blande o inefficaci, e in alcuni casi infilate all’ultimo minuto. Questa la «mini-cura» antievasione proposta dalla squadra Monti, che tuttavia chiede sacrifici «per salvare l’Italia». Non si sa cosa dicono nell’Ue dei record di infedeltà fiscale: pare che a Bruxelles preferiscano parlare di pensioni (almeno così raccontano). Così alla fine, come al solito, il Belpaese si salverà grazie agli onesti, che spesso si concentrano tra i meno abbienti e in quello sterminato ceto medio che sta diventando sempre più povero. Tracciabilità dei pagamenti a mille euro, regime premiale per gli autonomi che accettano di essere «radiografati» dall’amministrazione, e comunicazione degli operatori finanziari (banche e simili) alle agenzie delle entrate dei movimenti dei loro clienti. Questa la lista degli interventi. L’ultimo punto è entrato in zona Cesarini nel testo finale solo dopo un poderoso pressing del Pd. Peccato che non sia entrato nella versione che i Democratici volevano. Su questo fronte c’è stato un braccio di ferro: Pier Luigi Bersani ha incontrato Mario Monti e ha messo sulla sua scrivania …