Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Conti avvelenati: per chi verrà mancano 20 mld", di Marco Causi

Una delle cose che il paese, e l’Europa, si aspettano dalla nuova fase politica che si sta aprendo in Italia è che il racconto della verità si sostituisca alle cortine fumogene copiosamente sparse al vento dal marketing di stile berlusconiano. Non sarà facile. Ancora in queste ore le litanie propagandistiche di tanti (quasi ex) ministri del governo dimissionario riempiono stampa e televisione. Una su tutte: che erlusconi e Tremonti stiano lasciando in eredità un bilancio pubblico già programmato per il pareggio nel 2013. Non è vero. D’altra parte, se fosse vero non si capirebbe perché fin dall’inizio di luglio, appena letto il testo del primo decreto-manovra, gli analisti europei e internazionali abbiano lanciato l’allarme sul fatto che l’Italia non stesse mantenendo gli impegni. E infatti quella manovra cifrava molto meno di quanto promesso nei documenti di programmazione concordati con l’Europa ad aprile (25 miliardi contro 42). Il problema, purtroppo, è restato tutto intero anche dopo le numerose manovre e correzioni di luglio e di agosto. È vero che il complesso della manovra è stato portato …

"Pd, ora devi batterti su tutti i fronti", di Stefano Menichini

L’operazione Monti è forte. Non solo può offrirci l’uscita d’emergenza dall’incendio finanziario, il paracadute nella caduta economica. Può fare di più. Può avviare lo scardinamento dell’Italia delle corporazioni, spezzare la spirale settaria, mettere ai margini chi vive della rendita avvelenata della contrapposizione ideologica, bonificare il terreno dove si svolgerà comunque presto un confronto elettorale che deve essere diverso da quelli inconcludenti del passato. Per questo l’operazione Monti ha tanti nemici, che di fretta e con furia si mobilitano, si organizzano, cercano di fermare il virtuoso processo politico e istituzionale messo in moto dal presidente Napolitano. Sono nemici trasversali, perché trasversale è stata in questi anni la convenienza a porre veti, a coltivare orti conclusi, a sparare dalle nicchie della conservazione contro chiunque e qualsiasi cosa cercasse di muoversi e cambiare. Non c’è solo l’oltranzismo berlusconiano che si raduna domani a Milano, non lontano dal teatro Lirico dove Mussolini tenne il suo ultimo discorso: fu un successo, tanta gente, l’ultima raffica di propaganda prima della fine. L’interesse di Ferrara, di Feltri e di Sallusti è dichiaratamente …

"Ha vinto la democrazia è la fine del berlusconismo ora al Pdl non serve Letta", intervista a Dario Franceschini

C´è bisogno di un governo che avvii l´inizio della ricostruzione e cambi la legge elettorale. Una fase transitoria Oggi, 12 novembre 2011, «finisce un´era», tramonta il ventennio berlusconiano. Dario Franceschini rivendica alle forze di opposizione il merito di una «chiusura» politicamente non dirompente, «dentro le regole». Con altrettanto aplomb, il capogruppo del Pd alla Camera afferma: «Il Pd si sente garantito da una personalità come quella di Mario Monti e non sente il bisogno di “garanzie aggiuntive”» e si augura che avvenga lo stesso in campo avverso». E´ la risposta ad una nostra domanda sul possibile ruolo di Gianni Letta nel nuovo esecutivo. Una risposta «dentro le regole» ma netta. Onorevole Franceschini, ci siamo. Berlusconi stasera va al Quirinale e abbandona il campo. Eppure c´è un clima sospeso, una grande cautela. Il ministro La Russa manda a dire che “Monti potrebbe uscire dal conclave cardinale”». Forse è per questo che la gente, l´opinione pubblica, paiono così trattenute. «Succede che siamo ad una svolta a lungo attesa e non è ancora maturata la piena consapevolezza che …

«C'è da festeggiare, con sobrietà», di Marina Sereni

Il Governo Berlusconi ha le ore contate. Quante volte lo abbiamo letto, scritto, desiderato? Oggi sta veramente per accadere e nella nostra gente sento incredulità e qualche interrogativo. Non e’ la caduta che ci si era immaginati: non c’e’ stato il voto di sfiducia classico e le dimissioni del premier sono, mentre scriviamo, ancora soltanto annunciate, anche se intanto si discute ampiamente di un nuovo Governo a guida Monti. Sabato sera pero’ all’annuncio seguirà il fatto: Berlusconi sara’ a tutti gli effetti l’ex Presidente del Consiglio. Si potrà festeggiare finalmente? mi chiedono alcuni nostri militanti. Si’, rispondo, con sobrietà perché le condizioni di vita delle persone sono difficili, le preoccupazioni per il posto di lavoro, la famiglia, l’azienda sono dure e le incertezze ancora molte. Tuttavia si deve e si può salutare con soddisfazione e speranza le dimissioni di Berlusconi, perché sono prima di tutto il risultato di una nostra battaglia in Parlamento e nel Paese. Mentre in tanti ci accusavano di fare del facile antiberlusconismo noi avevamo colto in anticipo sia la gravita’ della …

Le condizioni di Bersani: «Ora equità e nomi nuovi», di Simone Collini

Tra le condizioni poste dal leader dei Democratici, la «discontinuità» rispetto all’attuale governo e la necessità di una nuova legge elettorale. Monito a Sel e Idv per evitare il “fuoco amico”. «Certo che per noi sarebbe stato meglio andare subito a votare, ma il bene del Paese viene prima degli interessi di partito o dei destini personali». Pier Luigi Bersani non si stupisce delle perplessità e delle critiche che militanti e simpatizzanti del Pd esprimono via web, del fatto che mezza segreteria (a cominciare dal responsabile del settore Economia e lavoro Stefano Fassina) evidenzi i rischi che comporta questa scelta, o che l’autore della ormai storica “Velina rossa” Pasquale Laurito bocci il «governo dell’ammucchiata» e annunci che al prossimo giro mancherà il suo voto, dopo 67 anni di militanza tra Pci, Pds, Ds e Pd. Bersani sa bene quale sia nei sondaggi il vantaggio del centrosinistra rispetto al centrodestra, così come sa che con le urne nel 2013 tutto, candidatura alla premiership compresa, rischia di essere messo in discussione. Ma il leader del Pd ripete …

"La fine della seconda Repubblica", di Gianni Cuperlo

Dimissioni del governo, ma solo dopo il voto sulla legge di stabilità. E’ l’ultimo escamotage del Cavaliere, la mossa disperata di chi messo spalle al muro pensa di rompere il muro a testate. Per noi, invece, è l’avvio di un ciclo nuovo. Il che solleva il nodo di fondo: come le opposizioni si preparano al dopo. Non solo a un possibile governo di transizione o a una campagna elettorale ravvicinata, ma a quella ricostruzione del paese di cui ha parlato Bersani a San Giovanni. E allora non bisogna perdere tempo. Dobbiamo tirare un filo alternativo. Perché, nel breve, potremmo anche dover votare provvedimenti duri e severi, ma tanto più peseranno moltissimo le scelte e gli indirizzi futuri. Insomma l’idea dell’Italia che ci impegniamo a costruire dopo la destra. Sapendo – e questa è la premessa – che l’epicentro della crisi che ha sconvolto il mondo e rischia di travolgerci è nello sviluppo sregolato della finanza in economia, ma soprattutto in una crescita immorale delle diseguaglianze. Di fronte a questa doppia verità la politica e i …

«L’Italia prima di tutto, Sì a un governo diverso ma niente ribaltoni», di Simone Collini

Il segretario del Pd: «Basta con i giochetti. Ora un esecutivo di emergenza per fermare la crisi sui mercati. Se la destra non ci sta, subito alle elezioni». La spinta della piazza: «La nostra manifestazione è stata determinante per l’esito della crisi. Chi è venuto a Roma non lo ha fatto per niente». Questo governo ci ha precipitati nel discredito, nell’umiliazione, nella totale mancanza di credibilità». La preoccupazione per l’andamento della Borsa e per il nuovo record segnato dai tassi d’interesse dei Buoni del tesoro sembra quasi superare la soddisfazione per le annunciate dimissioni di Berlusconi. Dice Pier Luigi Bersani che la soddisfazione è «per come abbiamo condotto una battaglia che si sta rivelando positiva, per come abbiamo indotto il Parlamento a certificare la crisi della maggioranza col voto, e per come abbiamo ottenuto l’accelerazione della fase politica». Oggi viviamo «un disastro annunciato», dice guardando ai dati economici. «Almeno da noi». Il leader del Pd parla nel suo studio a Montecitorio. Lo sguardo è ora rivolto a domenica quando, «se il Presidente della Repubblica ritiene, …