Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"E' tempo dell'unità per uscire dalla crisi", di Stefano Fassina

L’Italia, insieme all’Unione europea, è presa nella morsa di una transizione sistemica. L’esito è aperto. Ogni giorno, guardiamo agli indici di borsa e allo spread, la differenza tra il tasso d’interesse dei titoli di debito pubblico dell’Italia e i mitici Bund della Germania, come risultati di atti di avidità della speculazione finanziaria. Il nostro dibattito insiste sulla situazione di emergenza. Ma non siamo in una difficoltà imprevista. Siamo alla fine di una lunga stagione di scelte sbagliate, carenti, parziali. Ed è l’insieme delle classi dirigenti italiane a essere stato inadeguato. La politica ha la responsabilità primaria. Nella cosiddetta “Seconda Repubblica”, il berlusconismo e il leghismo, tra i tanti guasti, hanno impoverito il senso civico e la già flebile attenzione all’interesse generale. L’individualismo amorale e il corporativismo di territorio hanno spinto indietro il Paese. Senza dubbio, il centrosinistra ha salvato l’Italia. L’ha agganciata all’euro nel ’96 e ha fermato la deriva sudamericana dieci anni dopo. Ma, non è riuscito a compiere le riforme necessarie. Oggi, per portare l’Italia sul sentiero dello sviluppo sostenibile, del lavoro di …

"Crisi, Berlusconi venga in Parlamento" Pd: sedute in agosto. Fini: si può fare", di Giovanna Casadio

Una crisi economica profonda e rischiosa, di cui il premier e il Parlamento non possono disinteressarsi. Per questo il Pd ha deciso di fare un passo istituzionale. Con una lettera dei capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, ha chiesto formalmente ai presidenti Fini e Schifani che Berlusconi si presenti al più presto a riferire in aula. Nella lettera si elencano i capitoli dell´emergenza e le ragioni dell´urgenza: «La difficile situazione del paese, le tensioni sui mercati, i segnali di difficoltà che provengono dall´Europa e dagli Stati Uniti e che hanno effetti diretti sulla condizione economica sociale e finanziaria italiana, l´appello al governo venuto dalle forze economiche e sociali del paese – scrivono Franceschini e Finocchiaro – ci impongono di insistere affinché il presidente del Consiglio venga in Parlamento a parlare della situazione del paese e delle iniziative del governo». Invece nelle ultime settimane il Cavaliere – preso da tutt´altri pensieri, anche di salute – non si è fatto vedere neppure per la fiducia su una delle ennesime legge ad personam, quella …

Da Unipol-Bnl alla strage di Viareggio le cause a rischio per i testimoni "infiniti", di Liana Milella

La protesta del segretario di Md, Morosini: “Sarà un colpo mortale alla giustizia italiana”. La norma concepita per salvare il premier avrà conseguenze su una moltitudine di altri processi. Per un Berlusconi libero dai processi, che di dibattimenti in primo grado, perché solo a quelli si applica la nuova legge, ne vadano pure in malore a migliaia. Nomi? I più famosi, in questo momento, nelle aule giudiziarie italiane. Eccoli. A Milano la famosa scalata Unipol alla Bnl. Quella dei furbetti del quartierino. Ma pure i meno noti, ma assai gravi crac Burani e Cit. Clamoroso a Torino: potrebbero tornare i 9.841 testimoni chiesti dai difensori per i morti dei veleni della Eternit. I giudici ne hanno concessi due a persona, ma adesso tutto potrebbe riaprirsi. A Viareggio. Ancora di scena il dibattimento per la strage del treno deragliato in stazione. Stimano i pm che i 38 indagati delle Ferrovie potrebbero pretendere di sentire decine di testimoni a testa. E a Roma? Potrebbe andare in crisi il processo Cucchi, il detenuto morto per le percosse ricevute, …

"Questione morale", di Michele Prospero

Chi l’avrebbe mai detto che il colloquio di Berlinguer sulla questione morale sarebbe diventato il manifesto dell’antipolitica? In quell’intervista a Scalfari di trent’anni fa la denuncia della degenerazione dei partiti era molto forte. Per certi versi, il leader comunista recuperava una linea sotterranea, sempre presente nella cultura politica italiana dell’Ottocento, che, già con Minghetti, temeva una inevitabile frizione tra il partito e l’amministrazione. A un governo degli onesti contro il malaffare si appellavano spesso nel secondo dopoguerra alcuni ambienti politici ed economici vicini ai repubblicani. Soprattutto Visentini vi faceva affidamento, trovando talvolta orecchie sensibili anche a sinistra allorché essa ammiccava a governi “diversi”. Ma Berlinguer non era un epigono della destra storica e nemmeno una quinta colonna di influenti minoranze tecnocratiche. Il suo grido contro l’invasività della politica non era certo un invito a sbarazzarsi dei partiti in nome della autonomia del potere economico. Quello che su Repubblica descriveva a tinte fosche la ormai degenere realtà di partito era un Berlinguer in difficoltà e costretto sulla difensiva. La politica della solidarietà nazionale si era arenata. …

Amalfi; Il Partito Democratico si prepara al dopo-Berlusconi

Per il leader di Sel, Nichi Vendola “la fine del berlusconismo non è detto che finisca in gloria per il centrosinistra perché il mix di crisi sociale e politica e dell’impoverimento delle classi medie rischia di portare ad un’ulteriore regressione autoritaria”. In occasione di un dibattito ad Amalfi con il leader di Area.Dem, Dario Franceschini, il governatore della Puglia dice che “il Pd ha inopinatamente vinto referendum e amministrative senza fare un granché ” soprattutto “i partiti del centrosinistra non avrebbero mai fatto le scelte” che sono state imposte dai referendum su acqua e nucleare”.Franceschini ribatte che il Paese sta vivendo momenti di “vera e propria emergenza democratica” nei cui confronti è necessario tenere alta la vigilanza. Accanto a lui c’è Benedetto Della Vedova per Futuro e Libertà. “Stiamo tutti a discutere del dopo Berlusconi come se il berlusconismo fosse finito- dice Franceschini- invece dobbiamo guardare alla destra e bisogna tenere altissima la vigilanza democratica perché quello che abbiamo visto fino ad ora è solo la punta dell’iceberg”. Quello che è successo ieri, con la …

Dal PD proposte in Parlamento e nel Paese per riformare la politica

Bersani: “Ognuno può giudicare la differenza tra il nostro impegno e il comportamento della maggioranza che chiede fiducia sulla legge ad personam”. Quattro proposte per ridurre i parlamentari, cambiare legge elettorale, nuove norme su incompatibilità e disciplina dei partiti. “I Gruppi parlamentari del Partito Democratico, d’intesa con il gruppo dirigente del Pd, hanno deciso di lanciare una forte iniziativa sulla sobrietà e la trasparenza della vita politica. I pilastri di questa sfida sono quattro proposte. La prima: una drastica riduzione del numero dei parlamentari. La seconda: una riforma della legge elettorale volta a restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti. La terza: norme più rigorose sull’incompatibilità. La quarta: una legge sulla disciplina dei partiti, in applicazione del dettato dell’articolo 49 della Costituzione, che vincoli il finanziamento pubblico al rispetto di procedure democratiche interne e alla certificazione e trasparenza dei bilanci. Queste proposte saranno al centro di una doppia iniziativa, nel Parlamento e nel Paese con una mobilitazione a sostegno delle nostre riforme. Le proposte sono coerenti con le norme contenute nel Codice …

"L’arma della questione morale", di Giorgio Merlo

Il dibattito che si è aperto nel Pd sul ritorno della cosiddetta “questione morale” non può essere liquidato con superficialità. Certo, anche su questo tema, come su quello della “casta”, è sempre bene non farsi travolgere dall’emotività e dalle parole d’ordine. Servono prudenza, responsabilità, equilibrio. Ma anche chiarezza e trasparenza. Allora cominciamo a dire cosa non si deve fare. Innanzitutto il Pd non deve’essere un partito moralista, inquisitoriale e vagamente giustizialista. Non si può trasformare un singolo, o più episodi – ancora, comunque tutti da verificare e da accertare – in un’arma decisiva per scassare un partito o distruggere le persone. La presunzione di innocenza, almeno fino a prova contraria, dovrebbe ancora essere una regola e non solo un inciampo. Se c’è qualcuno nel Pd, e purtroppo c’è, che imbraccia la questione morale per trasformarla in un’arma politica sperando di ottenere più spazi personali o di corrente è bene che si ravveda in fretta. Con il moralismo di bassa lega non si va da nessuna parte né, tantomeno, con un istinto perennemente giustizialista. In secondo …