Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

Bersani: «Gli elettori di sinistra e centro si sono già mischiati», di Aldo Cazzullo

Segretario Bersani, cosa rappresenta per lei questo voto? «Il segno di una riscossa civica, nel quadro di un problema sociale che si è fatto acuto e ha via via reso vulnerabili anche i ceti che finora si erano ritenuti al riparo dalle incertezze. È la prova che nell’incrocio tra questione democratica e questione sociale c’è l’evoluzione della crisi del Paese. Il rito personalistico e populistico si è mostrato inconcludente e menzognero di fronte ai problemi che prometteva di risolvere. Lo si vede più nettamente al Nord; cioè nel luogo più dinamico» . Bersani, è sicuro che il Pd abbia vinto? Pisapia e de Magistris non erano i vostri candidati. «In questo tam tam c’è la velina del terzismo: un colpo al cerchio e uno alla botte, se Atene piange Sparta non ride. Siamo l’unica democrazia al mondo in cui si ragiona così. In realtà, se uno perde ci dev’essere qualcuno che vince. I dati sono chiarissimi: su 29 vittorie, il Pd aveva 24 candidati; a Milano, su 28 consiglieri del centrosinistra il Pd ne ha …

"La porta stretta della sinistra", di Miguel Gotor

Gli esiti di queste elezioni lasciano intravedere l´esistenza di un passaggio stretto, ma percorribile, verso una nuova fase della politica italiana. Al netto della propaganda e delle forzature interpretative i risultati sono chiari e assegnano al Pd una responsabilità imprevista e uno spazio di agibilità politica inedito, alimentati non dai desideri o dalle speranze, ma dai nuovi equilibri usciti dalle urne, i soli che contano per davvero. Si è avuto uno “sconfitto mascherato”, ossia il terzismo attendista, formato da quanti auspicavano la contemporanea dissoluzione dei due poli e l´apertura di uno spazio al centro che raccogliesse contemporaneamente le due frane tanto agognate: quella di Berlusconi e dei democratici. E di conseguenza c´è stato anche un “vincitore oscurato”, il Pd, che vede accresciuto il suo ruolo di perno di una possibile alternativa all´attuale blocco di potere: dai suoi voti, ossia dal suo consenso popolare, volenti o nolenti, bisogna passare. Quali sono i processi di fondo che caratterizzano gli albori di questa originale fase politica e perché, se il vecchio sole tramonta, il nuovo fatica a nascere? …

"Hanno vinto le primarie", di Mario Rodriguez

Anche dal punto di vista della comunicazione questa campagna elettorale ci dà alcune indicazioni importanti. La prima è che conta più quello che le persone si dicono che quello che i candidati, i loro dirigenti politici che li sostengono, dicono di sé. In pratica contano più le conversazioni, le relazioni personali, che gli slogan, i manifesti. Anzi, questi strumenti servono perché stimolano relazioni personali. Certo, contano anche gli impulsi che giungono dal sistema dell’informazione, guai a metterlo in ombra. Ma questi diventano chiacchiera, vita quotidiana, si impastano con le esperienze e creano i sentimenti diffusi, il clima d’opinione. Per questo le conversazioni in rete, i social network, hanno avuto importanza e ne avranno sempre di più. Ma l’hanno avuta quando è scattato il marketing virale spontaneo, la scintilla di Sucate, non quando la rete è stata usata come una bacheca sulla quale affiggere un volantino digitale. In secondo luogo, le scelte di voto, avendo a che fare con valori e identità, sono frutto di lente stratificazioni; la classica goccia che riempie un bicchiere e per …

"La sinistra del nord", di Gad Lerner

L´antidoto al berlusconismo non poteva che sprigionarsi dall´interno della società milanese. La nuova sinistra del Nord è nata nell´unico modo in cui poteva nascere, cioè come alternativa culturale a un sistema di potere ventennale che, proprio a Milano, appariva granitico, pur non essendolo, grazie all´organicità della sua ideologia. Una visione mercificata delle relazioni umane, in cui la parola “libertà” veniva disinvoltamente brandita per zittire le aspirazioni di “uguaglianza” e “fratellanza”; una “libertà” del privilegio rivolta perfino contro il vincolo comunitario della “legalità”. Facile dirlo, ora che è successo davvero: per liberare l´Italia bisognava cominciare dalla liberazione di Milano. Ma fino a ieri il senso comune prevalente era ben altro. Una visione spregiudicata, talvolta cinica, della politica come mera misurazione dei rapporti di forza, ereditata dalle scuole di partito novecentesche, liquidava come dilettantismo ingenuo questa prospettiva di crescita della partecipazione dal basso, valorizzata infine da un leader come Giuliano Pisapia: anticarismatico, ma con un netto profilo culturale alternativo. A lungo è prevalsa la convinzione che l´Italia potesse essere governata da sinistra nonostante Milano, solo accerchiandola e …

"Nuovo Pd, ci ha pensato la società", di Mario Lavia

Gli elettori hanno messo in discussione l’idea di una politica come bricolage, ossequiosa del primato degli accordi fra stati maggiori. E, dal punto di vista della vita del Pd, quella della strutturazione correntizia. Le due cose si possono vedere insieme: si integrano a perfezione. Nicola Zingaretti, uno degli homines novi del Pd, infatti le connette, tanto che correttamente il titolo della sua seria intervista al Corriere della Sera è “Basta con capicorrente e schemini sulle alleanze”. L’impressione insomma è che la società si sia incaricata di riformare ciò che il Pd, da sé, non riusciva a fare. Il voto di domenica e lunedì ha, per molti versi inaspettatamente, rimesso in pista il centrosinistra e il suo maggior partito, dati l’uno e l’altro per moribondi. Ancora si cerca una spiegazione compiuta che tenga insieme le ragioni della vittoria di personalità così diverse come Zedda e Fassino, Pisapia e de Magistris, Cosolino e Bosone, Merola e Pettinari: generazioni diverse, formazioni culturali diverse, appartenenze politiche diverse. Hanno vinto tutti. Perché l’elettorato di centrosinistra o più in generale antigovernativo …

"Berlusconi paralizza l'Italia con i suoi problemi. Si dimetta"

Pier Luigi Bersani intervistato in videochat da Repubblica TV risponde alle domande degli italiani e spiega a cosa punta il PD: riforme, tutela del lavoro, nuova legge elettorale, riduzione del numero dei parlamentari “La maggioranza di oggi non è più quella uscita dalle urne alle politiche del 2008. Quindi alla verifica richiesta anche dal Presidente della Repubblica, sull’effettiva tenuta di questa maggioranza di governo, Berlusconi si dovrebbe presentare dimissionario. Perché l’Italia non può girare attorno ai problemi di una persona sola, il governo è paralizzato e non è in grado di mandare avanti il Paese”. Parte da un dato ovvio il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani, intervistato durante la videochat di Repubblica.tv, il giorno dopo i ballottaggi per le elezioni amministrative, che hanno decretato la vittoria del Partito democratico e del centrosinistra in tutto il Paese. “Ormai andiamo avanti da mesi col pilota automatico, mentre abbiamo bisogno di riprendere la strada. Andiamo a votare se non si può fare altro, perché non possiamo continuare a stare in una palude. Se Berlusconi è uno statista, …

Pronta la squadra di Fassino. Pisapia: un vice donna. Bassetti: «Se ne freghi delle pressione politiche», di Sara Bianchi

Piero Fassino, adesso che è ufficialmente sindaco di Torino, è pronto a presentare la sua squadra. Lo farà domani a Palazzo di Città, ma su alcuni nomi ormai restano pochi dubbi. A partire da Maurizio Braccialarghe, direttore del centro di produzione Rai torinese, che dopo qualche giorno di riflessione avrebbe detto sì all’ex ministro e sarebbe pronto a prendersi in carico la Cultura. Mentre Tom Dealessandri, già vice di Chiamparino, si avvia alla riconferma della delega al lavoro e alla formazione. Fassino ha ribadito quanto promesso in campagna elettorale: in giunta il 50% saranno donne, 5 su 10 (escludendo sindaco e vicesindaco) e giovani. Non è detto che la provenienza dai partiti sia un elemento di scelta prioritario, perché il sindaco intende privilegiare la competenza rispetto alle materie trattate. Porte aperte dunque a esponenti della società civile. In campagna elettorale Piero Fassino ha fatto dell’ascolto e della partecipazione due fattori centrali. E ora ha in mente di applicare quello stesso processo partecipativo nello sviluppo della governance cittadina. Per questo, oltre alla giunta, metterà in campo …