Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Oltre Silvio, le riforme", di David Sassoli

La fotografia del paese è impietosa e anche un negazionista come Tremonti ha dovuto ammetterlo: scivolando ancor più verso il basso, con nuovi esclusi e vecchi mandarini, ogni tentativo di ripresa sarà ancora più difficile. A forza di tentare rincorse potremmo ritrovarci senza fiato. A due anni dall’esplosione della crisi, il sistema Italia rischia di frantumarsi, con un governo non in grado per i numeri ormai ridotti di sostenere riforme urgenti e impegnative. Ha fatto bene ieri Pierluigi Bersani a scrivere che il paese «non può accettare di essere narcotizzato dal chiacchiericcio politicista», ma ha necessità di «cambiare l’agenda» guardando oltre Berlusconi. E cosa c’è “oltre Berlusconi”, in questa fase storica, con i problemi che ci ritroviamo, con i giovani disoccupati che aumentano di mese in mese, aziende in forte crisi, bilanci familiari in rosso, un divario fra ricchi e poveri mai conosciuto nell’età contemporanea, un assetto istituzionale fragile e ridondante che genera una sfiducia crescente nelle capacità del sistema democratico di far quadrare i conti nel rapporto fra persona e comunità? Il Pd, dopo …

Bersani: lanciamo la sfida per la riscossa italiana

La Lettera a “Il Messaggero” di Pier Luigi Bersani E’ ovvio che l’ultimo decennio poggia su problemi antichi e precedenti a Berlusconi. E’ altrettanto ovvio che nell’ultimo decennio i problemi non hanno avuto rimedio ma si sono disastrosamente aggravati. Davanti all’Italia c’è una prospettiva più fragile, più difficile e incerta rispetto a quella di paesi con i quali siamo stati fin qui in compagnia. Da anni ormai ci stiamo allontanando dalle aree più forti d’Europa e stiamo convergendo su quelle più deboli. Senza una forte correzione, il nuovo decennio aggraverà sensibilmente questo arretramento. Anche altri Paesi sviluppati hanno vissuto il trauma della globalizzazione e della crisi finanziaria ed hanno conosciuto la difficoltà di trovare strumenti efficaci per rispondere. Ovunque, davanti ad una novità secolare, le democrazie occidentali hanno misurato le debolezze di meccanismi di consenso che accorciano gli orizzonti al quotidiano. Ovunque, nei paesi sviluppati, la democrazia è dubbiosa della sua stessa efficacia, della sua capacità di affrontare le esigenze di cambiamento. Ovunque i cicli politici perdono di prospettiva. In Europa, in particolare, è sembrato …

«Numeri in libertà sul federalismo», di Massimo Bordignon

Giorni di festa con i giornali pieni di stime degli effetti del federalismo sulle entrate dei comuni capoluogo di provincia italiani, con tanto di vincitori e vinti. Ma hanno senso questi numeri? Difficile rispondere. Il vero problema è l’ambiguità dello schema di decreto sul quale quelle stime si basano. Dice poco su quello che avverrà da qui al 2014 e nulla su quello che succederà dal 2014 in poi. Un nuovo esempio di federalismo annunciato, senza che i problemi siano veramente affrontati. A Santo Stefano i giornali si sono riempiti delle stime, dovute a un senatore del Pd, Marco Stradiotto, sugli effetti del federalismo prossimo venturo sulle entrate dei comuni capoluogo di provincia italiani, con tanto di vincitori, generalmente al Nord, e di perdenti, generalmente al Sud. Ma hanno senso queste stime? Difficile rispondere. Al di là dei numeri, il vero problema è che lo schema di decreto a cui le stime fanno riferimento è ambiguo; dice poco su quello che succede da qui al 2014 e nulla su quello che succederà dal 2014 in …

«Finalmente un confronto che vale», editoriale da Europa Quotidiano

All’interno dei partiti esplodono spesso conflitti che non riguardano minimamente scelte importanti per i cittadini, non dicono nulla di chi li anima, servono solo a regolare rapporti di forza e di potere interni. È il rischio corso da Fini nel corpo-a-corpo con Berlusconi; è quanto accade in maniera sorda ma violenta dentro alla Lega; è la sindrome che ciclicamente travolge il Pd e lo trascina un po’ più lontano dalla vita reale. La maledizione della autoreferenzialità potrebbe spezzarsi finalmente sulla Fiat, su Marchionne, sul sindacato. Di nuovo è il Pd il teatro principale dello scontro, ma stavolta chi soffre per l’unità infranta può consolarsi: ci si batte per qualcosa che ha un senso, perché il contratto di Mirafiori è ormai diventato il paradigma di come affrontare i mutamenti strutturali della produzione e del lavoro. Siamo pienamente nella parabola storica delle molte sinistre d’Italia, nel cuore dell’identità stessa di un partito progressista e del lavoro. Precipita la questione sulla quale i riformisti hanno provato le loro timide rotture con la tradizione (fin dai tempi del Pci), …

«Caso Fiat, l’appello di Napolitano «Ritrovare un dialogo costruttivo»", di Marzio Breda

«Ci attendono prove molto impegnative. Occorre uno scatto, una mobilitazione. E bisogna soprattutto tenere aperta la linea di comunicazione con le generazioni più giovani, i cui problemi sono esattamente quelli del futuro dell’Italia» . Giorgio Napolitano torna al cuore del suo messaggio di Capodanno e usa ancora il linguaggio della verità. Esprime cioè senza illusioni o vaghezze i termini del proprio ragionamento, nel quale ripropone l’urgenza di una missione collettiva mirata sui giovani— «perché le loro ansie diventino l’assillo di tutti» —, fondata sulla coesione nazionale e su un diverso approccio alle emergenze che ci stanno davanti. La prima delle quali, per ragioni di calendario, riguarda la prova di forza sul destino dello stabilimento di Mirafiori. Il capo dello Stato ne parla a Napoli (dove si è concesso un po’di riposo a Villa Rosebery), in risposta ai cronisti che lo intercettano al termine di una visita al Pio Monte della Misericordia. Presidente — gli viene chiesto — il debutto della «doppia Fiat» in Borsa è stato premiato dal successo, ma resta assai discusso dai lavoratori: …

«Cari Cofferati e Damiano questa è una sconfitta…», di Carlo Ghezzi*

Ho letto ieri su l’Unità le interviste di Cesare Damiano e di Sergio Cofferati sul caso Fiat e devo francamente dire che entrambe non mi hanno convinto a partire dall’analisi di fondo su quanto accaduto. Innanzitutto non partono dal fatto che alla Fiat la Fiom-Cgil ha subito una pesante sconfitta paragonabile a quella gravissima, subita sempre a Mirafiori, nel 1955 nel rinnovo della commissione interna e nel 1980 dopo la marcia dei 40.000. Poco importa se, come sottolinea Damiano, l’accordo di Mirafiori sia un po’ meno peggio di quello di Pomigliano, nè regge la sua tesi di una lettura articolata. E’ un accordo a perdere. Punto e basta. Quando si perde una battaglia non si può negarlo, si può solo cercare di ottenere un trattato di pace meno umiliante e rimettersi alacremente al lavoro per ricostruire il proprio futuro. Anche quando vi sono lesioni dei diritti contrattuali sottoscritti tra le parti. E non è affatto la prima volta che accade. Voglio ricordare a Cofferati che il 31 luglio del 1992 – insieme a Bruno Trentin …

«La Lega cala, si divide e c’è chi chiama il Pd», di Francesco Lo Sardo

Nel Carroccio non esiste un’unica strategia. E sul federalismo si cercano sponde nell’opposizione. C’è un dato utile per capire quel che sta accadendo nella Lega: il vero elemento di destabilizzazione del governo Berlusconi, che sta in piedi per tre soli voti di maggioranza. Gli ultimi sondaggi segnalano che l’inarrestabile corsa del Carroccio verso il 13 per cento (12,8 certificato da Euromedia) s’è fermata ed è iniziata la discesa. Dati Digis (dal 12,4 di fine novembre all’11,5), dati Emg (11,4) e Lorien (dal 12,7 del 13 dicembre all’11,7 della vigilia di Natale). Dati che allarmano Bossi, che innervosiscono la Lega, la rendono inquieta, instabile e che, per la prima volta, la paralizzano: rendendola incapace di decidere. Con conseguenze nefaste per Berlusconi, che è appeso alle scelte leghiste. Elezioni o no? Dalla rottura di Fini e fino a qualche mese fa nella Lega c’erano due fronti. C’era chi puntava alla mietitura dei voti prima che la stagione peggiorasse con danni al raccolto e chi non voleva scossoni a Roma per tenersi un interlocutore governativo certo. La Lega …