Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Il viaggio dell'Unità, 150 anni dopo. In Puglia, spaccato di bellezza", di Giuseppe Civati

Qui c’è ancora molto clientelismo. Approfittando di una situazione economica disagiata dove la metà dei giovani non lavora ed è costretta a emigrare per trovare fortuna. Assistiamo inermi, e probabilmente in tutto il Sud, a una continua emorragia di classe dirigente. Prima emigravano soprattutto gli operai, ora se ne va la futura classe dirigente abbassando tremendamente verso la mediocrità la classe politica che ci ritroviamo e ci ritroveremo. Insomma, i migliori se ne vanno, i mediocri avanzano». Gabriele a Eboli me l’ha raccontata così, la situazione dei giovani come lui. Ma non se ne va. Resta. E «combatte». Con la giusta dose di ironia. «Le giovani forze per cambiare le cose», prima che siano irretite nel ‘sistema’. Una storia antica, da queste parti. E non solo. Me lo conferma Marco Giovannelli, anche lui in viaggio, lungo la costa, sulle orme del Michele Serra di 25 anni fa, per vedere che cosa è cambiato. E ci sono note positive, e cose di cui parlare, soprattutto rispetto a come si concepisce la politica. Oggi ho deciso, però, …

"Cinisi, i cento passi di Veltroni in memoria di Impastato", di Manuela Modica

Da una parte i dati, dall’altra i passi. Contro la mafia. Il ferragosto in Sicilia va così. A Palermo, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in conferenza stampa, assieme al ministro della Giustizia Angelino Alfano, conta: «Sono stati catturati in media otto mafiosi al giorno. Sono stati sequestrati e confiscati alla mafia beni per 14,9 miliardi di euro». Ecco il risultato «della strategia del governo contro la mafia». A Cinisi c’è, invece, Walter Veltroni. Conta i passi verso uno di quei beni confiscati alla mafia, la casa di Tano Badalamenti. “Siamo già arrivati?”, chiede, perché il passo verso la mafia in Italia è breve. E non è un numero: “Ma ca fannu tutti sti turisti qua?”. Sono domande che ci si fa dal barbiere. A Cinisi, di turisti non se ne vedono tanti, ma ormai si sa: “A vedere la casa di quel rompicoglioni sono venuti”. Sono chiacchiere di paese, dove le chiacchiere piacciono solo là, solo dentro. È qui che Peppino Impastato, il rompicoglioni “ca non si faceva i fatti suoi”, muoveva i primi passi. …

"Ma il Pd in Parlamento che fa? Ecco…..", di Cesare Buquicchio

Il Pd fa troppi nomi dice qualcuno. Ma in pochi dicono che il Pd dà anche i numeri. Il Pd fa poco in Parlamento dice sempre qualcuno. Ma sempre in pochi dicono quello che fa. E così che, indipendentemente dal giudizio sul merito, andrebbe esaminato e letto con attenzione il voluminoso dossier che i deputati democratici hanno compilato e diffuso on line nei giorni scorsi e che praticamente nessun giornale ha preso in considerazione (si segnala qui l’iniziativa del sito ilPost.it che invece ne ha dato ampio resoconto). Certo, quelli che dicono che il Pd non riesce a comunicare ora potranno dire che non si licenzia un dossier del genere, dodici fitte paginette, e per di più a poche ore dal Ferragosto. Gli altri, quelli che dicono che il Pd lavora bene e che a criticarlo ci si fa solo del male, ora avranno un bel po’ di argomenti a disposizione. Insomma, il giudizio sulla difficile attività del gruppo parlamentare che guida l’opposizione, di fronte ad una maggioranza che ha numeri che la mettono al …

Fassino: "Purché vada via", intervista di Denise Pardo

Primo, liberarsi di Berlusconi. Con l’appoggio di chi ci sta, Fini compreso. E il voto? “Prima cambiamo le regole”. Sull’apertura a Gianfranco Fini: “A fasi di emergenza, alleanze di emergenza”. Sulle accuse di non cogliere al volo la possibilità delle urne: “Nessuna paura di votare, ma prima sarebbe più ragionevole un governo di transizione che cambi la legge elettorale”. Attenzione all’impazienza, invece: “Siccome il nostro popolo non ne può più di vedere Berlusconi a Palazzo Chigi, chiunque appaia come in grado di mandarlo a casa, penso alla candidatura di Nichi Vendola, viene abbracciato come la Madonna Pellegrina”. Così Piero Fassino, ex segretario Ds, pluriministro, notabile Pd e inviato speciale Ue per la Birmania, riflette, analizza e spiega in un colloquio con “L’espresso” le posizioni del partito nel momento più caldo della crisi del Pdl. Il caso Fini, la maggioranza in bilico e in fibrillazione… “Siamo alla fase conclusiva del lungo ciclo berlusconiano. Erano quattro partiti e quattro leader, ora Casini è all’opposizione, Fini sta prendendo a dir poco le distanze. Su legalità e giustizia il …

"Il Pd ormai “vede” le urne e chiama al fronte comune", di Rudy Francesco Calvo

Appello di Bersani a tutte le opposizioni: se si va al voto abbiamo una linea. La prospettiva di un esecutivo di transizione sembra allontanarsi. Le parole di Bossi («No ai governi tecnici, occorre tornare subito alle urne»), la campagna elettorale già avviata ieri in spiaggia da Casini, il clima sempre più incandescente tra i finiani e il Pdl: tutti sintomi di una situazione che ormai sembra destinata a precipitare in fretta, anche già a settembre. Il Partito democratico finora è rimasto a guardare, attirandosi anche le accuse di un’eccessiva pavidità. Al Nazareno, l’opzione numero uno rimane quella di un governo di transizione. In questo quadro, Luigi Zanda apprezza la disponibilità dichiarata da Di Pietro, mentre Rosy Bindi loda «l’equilibrio e la saggezza» di Beppe Pisanu, il cui nome è stato proposto dal finiano Briguglio per guidare un esecutivo di garanzia. Ma i dem hanno anche già avviato il lavoro per prepararsi all’eventualità di un voto anticipato, accelerando sempre più il ritmo. Il principale nodo da sciogliere riguarda essenzialmente i confini e la natura della coalizione …

"Il viaggio dell'Unità 150 anni dopo. Dal basso verso l’alto: ecco la politica dei giorni a venire" di Giuseppe Civat

Scorre l’A4, sotto di noi. Nel Nord è meglio non girare da soli, di questi tempi, e mi accompagna Fausto, che fa Perego di cognome, è stato vicesindaco di Arcore e mi dice: «Siamo riusciti a sostituire Berlusconi». E io: «Cosa?». «Sì, abbiamo preso il suo posto nell’angolo. Lui ne è uscito e vi ci siamo infilati noi». Fausto è così, Berlusconi lo conosce. L’ha visto da vicino. Anche “prima”. E l’apertura del Corriere gli dà ragione. Il titolo è: «Mobilitiamoci» e lo dice il premier in carica. Cose che succedono solo da noi, in questo tempo rovesciato, in cui a chiedere le elezioni anticipate è il capo del governo, i garantisti diventano forcaioli e i moderati sono quelli dell’opposizione. E tutti a dire, da vent’anni, che è un problema di comunicazione. Ma non è vero. Magari fosse così. Magari il problema fosse solo quello di non fare campagne di comunicazione brutte come le ultime. È un problema di argomenti. E di stile. La questione morale è anche una questione estetica. E di comportamenti e …

Un anno di opposizione alla Camera

Dalla ricostruzione dell’attività del nostro gruppo in questa difficile stagione, il dato che salta agli occhi è la debolezza dell’azione del governo e della sua maggioranza di fronte ad una delle fasi più complesse della vita del nostro Paese, per il suo futuro, per le inquietudini che accompagnano i tentativi di uscire dalla crisi, per il suo ruolo nel mondo. Potremmo dire che a una certa arroganza dei numeri, a un tentativo sempre più evidente di svuotare la funzione del Parlamento (con la sponda di una legge elettorale che ogni giorno di più dimostra la sua assurdità), ha corrisposto ben poco in termini di risultati e di efficacia e ha preceduto quel vero e proprio collasso del centrodestra che sta andando in scena proprio mentre andiamo in stampa. Qui troverete provvedimento per provvedimento la nostra attività, le nostre battaglie, spesso durissime, le nostre proposte e anche i successi ottenuti, in alcuni casi di notevole importanza. Siamo riusciti, infatti, come compete a una forza di opposizione responsabile, a cambiare e migliorare nella sostanza alcune leggi anche …