Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

«Luchino, dacci la linea», di Stefano Menichini

C’è gente che non vuole bene al Pd. Oltre ai tanti italiani semplicemente indifferenti alla sua esistenza, e agli altrettanti che lo avversano perché votano a destra, il Pd ha un discreto tasso di impopolarità anche fra i suoi reali o potenziali elettori. Quelli che di loro si esprimono lo fanno ormai sulla rete. E qui, leggendo in queste ore le reazioni al voto sulle intercettazioni, parrebbe che il Pd quella legge l’abbia sostenuta se non addirittura voluta. Assurdo. Noi invece al Pd vogliamo bene, e del resto Europa è nata proprio per questo progetto. Ci sono correnti d’opinione – come quella testé citata sulla legge sulle intercettazioni – che non si spiegano con errori dei democratici. Si spiegano invece col veleno estremista e giustizialista che corrode da anni il corpo della sinistra italiana e annebbia tanti cervelli. Del resto non stupisce, che nell’Italia di Berlusconi ci sia gente convinta che la dialettica politica sia ormai solo una partita fra guardie e ladri con i rispettivi complici. Noi non vogliamo difendere il Pd dai matti …

«Così distruggono la pubblica amministrazione», di Oriano Giovanelli

Al mio comune, Pesaro, nel 2011 verranno tagliati oltre 3 milioni di euro e oltre 5 milioni nel 2012. Questo è l’effetto concreto della manovra appena varata dal governo ed ora all’esame del senato. Ma non basta: con la previsione di un tetto massimo del 40% alle spese per il personale sono a rischio numerosi contratti a termine (una situazione analoga si creerà nella sanità) i quali, è proprio il caso di dirlo, non sono figure professionali aggiuntive ad una dotazione organica sufficiente a mandare avanti i servizi, ma la conseguenza pratica di anni di blocchi più o meno rigidi delle assunzioni. Si tratta cioè di personale per lo più giovane, indispensabile per fare funzionare i servizi per gli anziani, per l’infanzia ecc. Perché è questa una delle perversioni peggiori delle scelte operate dal governo: colpire i comuni che maggiormente si sono dotati di servizi, che hanno cioè dato vita ad un forte e strutturato sistema di welfare locale. Per questi stessi motivi un altro soggetto destinato a pagare un prezzo carissimo sarà la cooperazione …

Enrico Berlinguer, un comunista italiano

11 giugno 1984, muore Enrico Berlinguer. 26 anni dopo per Bersani è ancora un esempio: “Idealità ed etica fanno assieme la dignità della politica”. Speciale di YouDem con Bersani, Reichlin, Tonini e Cundari. 7 giugno 1984. L’allora Segretario del PCI, Enrco Berlinguer viene colto da un ictus mentre, dal palco di un comizio a Padova, invita gli italiani che volevano portare avanti le battaglie per l’equità ad andare “strada per strada, casa per casa”. 27 novembre 1980. Terremoto in irpinia. Bersani è in Basilicata come assessore dell’Emilia Romagna per guidare gli aiuti. A Salerno c’è una riunione di coordinamento e nelle stesse ore il PCI vi tiene la direzione che dice basta al compromesso storico. “Mentre pranzavamo ricordo Berlinguer da solo con Tatò, una scena che indicava la sua enorme solitudine e responsabilità”. 7 giugno 1984. La notizia dell’ictus di Berlinguer coglie Bersani di sorpresa, un fulmine. Lo stesso per milioni di altri italiani. “Quando mi dissero che aveva avuto un malore ero a Genova, una riunione di assessori al lavoro. Ero per le scale …

Maggioranza battuta per la 50° volta ritira provvedimento

”E’ l’ennesima duplice sconfitta di una maggioranza che ha 80 deputati in piu’ che fa giustizia di tutto quello che abbiamo sentito ieri sulla conduzione della presidente Bindi, perche’ questa e’ una maggioranza che non c’e’, dal punto di vista parlamentare, se non con la fiducia”. E’ il commento di Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, al voto sugli emendamenti al ddl sulla governance della sanita’, sui quali la maggioranza e’ stata battuta due volte, nonostante il parere contrario agli emendamenti del relatore e del governo. Peraltro, aggiunge Franceschini, ”quando ci sono cosi’ tante assenze non e’ mai per caso. Il governo e la maggioranza sono costretti a ritirare il provvedimento sulla sanità dopo essere stati battuti due volte . Una vittoria del Pd e delle opposizioni che grazie alle presenze in aula (oggi il pd era al 91 per cento mentre nella fila del pdl mancavano 74 deputati) e alla iniziativa sul merito dei singoli provvedimenti battono per la 50° volta la maggioranza nonostante i quasi 100 deputati di differenza. “

Per la crescita, per l’equità, per il lavoro

La manovra di finanza pubblica in discussione al Senato (il decimo intervento correttivo in due anni di governo), è dovuta alle scelte elettorali ed agli errori di politica economica compiuti dal Governo Berlusconi negli ultimi due anni. Per valutare l’impatto di scelte ed errori, va ricordato che il Governo Berlusconi, a maggio 2008, ha ereditato un quadro di finanza pubblica ricondotto su binari di sostenibilità, dopo il deragliamento causato dal Ministro Tremonti nel periodo 2001-2006. Infatti, il Governo Prodi a maggio 2006 trovò una procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea per deficit eccessivo e un debito pubblico in risalita dopo 13 anni di calo. Dopo due anni, il centrosinistra consegnò al Governo Berlusconi-Tremonti un bilancio pubblico con un saldo primario strutturale al 2% ed un debito ricondotto in discesa. La forza del risanamento avviato è documentata dal risultato di indebitamento 2008: nonostante la contrazione dell’economia (-1%), l’assenza di interventi correttivi in corso d’anno e l’abbandono della lotta all’evasione, il deficit 2008 si è fermato al 2,7% del Pil. Tra le cause elettorali della manovra, …

Blitz fiducia in senato, non resta che Napolitano

Il Pd fa ostruzionismo, poi decapitata la discussione sulle intercettazioni. Ma il sì del presidente della camera e di Bossi può costare caro al premier Nel giorno di un violentissimo attacco alle regole costituzionali («un inferno»), Berlusconi impone al senato il voto di fiducia sulla legge sulle intercettazioni. Il premier lo aveva fatto capire fin dalla riunione del vertice Pdl di martedì: si fa come dico io. Logico dunque che la blindatura della legge (con i minimi miglioramenti chiesti dai finiani) abbia comportato il ricorso alla fiducia. Inevitabili le proteste dell’opposizione, Pd in testa. Bersani ha duramente criticato l’uscita anti-Costituzione del Cavaliere: «Se non gli piace se ne vada». Si ipotizza una forte irritazione del Quirinale, che non avrebbe voluto l’ennesimo voto di fiducia. Fini abbozza ma attacca nuovamente un progetto federalista che è tuttora una scatola vuota. E anche il Senatur non è parso entusiasta della situazione. da europaquotidiano.it ****** Ddl intercettazioni, oggi la fiducia .Di Pietro occupa Palazzo Madama. Notte in Aula per l’Idv, questa mattina alle 11 è atteso il voto Il …

Rai: "Il direttore generale si dimetta", di Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita

Quanto sta accadendo alla Rai rischia di travolgere quello che resta della autonomia e della credibilità delle aziende di servizio pubblico. Chi ha promosso e ideato la scandalosa vicenda di Raitre e ora si appresta a nuovi agguati, che avranno la sole conseguenza di portare la Rai alla paralisi, non può non prendere atto dei suoi fallimenti e trarne le conseguenze. Il riferimento principale, se non si fosse capito è al direttore generale Masi. Basta indugi chiediamo a tutte le forze politiche e sociali di indire da subito una grande manfestazione nazionale contro i tagli e i bavagli. Per ottenere il reintegro di Ruffini e ristabilire lo stato di diritto eravamo pronti ad agire in sede penale, di Domenico d’Amati e Giovanni Nicola d’Amati*