Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

Sospendere l’Auditel solo per l’informazione

Dario Franceschini replica all’articolo di Piero Ostellino apparso sul Corriere della Sera: necessario mettere il valore del pluralismo al riparo da criteri puramente contabili o commerciali. Caro direttore, leggo sul suo giornale un duro intervento di Piero Ostellino nei miei confronti, dedicato al tema del rapporto tra sinistra, potere ed egemonia culturale. Secondo Ostellino sarei un nemico della democrazia liberale! Lo dimostrerebbe un mio recente intervento, proprio sul Corriere della Sera. In un colloquio con Aldo Cazzullo, pubblicato l’11 settembre e dedicato al film documento Videocracy, secondo Ostellino avrei proposto l’abolizione dell’Auditel, meritandomi per questo una pesante rampogna come irriducibile nemico del mercato e delle sue regole, probabilmente a causa della mia militanza progressista e alla ineliminabile necessità, per chi sta a sinistra, di avere un nemico di classe con cui prendersela. Cosa che, data la storia politica da cui provengo, mi è parsa addirittura divertente. Ostellino sostiene il suo attacco su una citazione delle mie parole, così riportate: «Sospendiamo le rilevazioni dell’Auditel (…) Il criterio della quantità a scapito della qualità trascina tutti verso …

Lettera di Dario Franceschini alle iscritti e agli iscritti al PD

Care iscritte, cari iscritti, in questi giorni si sta votando in tutti i circoli d’Italia. Mi rivolgo direttamente a voi perché conosco la vostra passione e il vostro attaccamento al partito. n ogni Festa, in ogni assemblea, in ognuno dei mille circoli di tutte le province taliane in cui sono andato da segretario, ho ascoltato le vostre speranze e ho apito le delusioni per quello che si poteva fare meglio e non è stato fatto. Perché di certo abbiamo fatto errori ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche ec correggerli, andando però avanti nella nuova storia comune che abbiamoappena iniziato a vivere. Il mio impegno è questo: non tornare indietro. Non tornare indietro rispetto alla scelta di un partito radicato nel territorio, con un Circolo in ogni comune e in ogni quartiere. Un partito aperto, che unisce la straordinaria forza dei nostri iscritti e dei nostri militanti alle energie di tanti elettori pronti a lavorare con loro per un progetto in cui credono. Non tornare indietro rispetto all’idea di un partito ricco di diversità come tutti …

Franceschini dice no a Vespa: “Non vengo a Porta a Porta”

Il segretario del Pd rinuncia alla trasmissione del 23 settembre. “Terremotati strumentalizzati, non mi presto a questa operazione” “Non vengo a Porta a Porta”. Dopo le polemiche per la cancellazione della puntata di Ballarò, Dario Franceschini rinuncia all’invito di Bruno Vespa che aveva programmato una trasmissione con il segretario del Pd per il 23 settembre. “Leggo ora – dice il leader Pd – alcune dichiarazioni di Vespa secondo le quali la mia presenza sarebbe da intendere come una sorta di par condicio per coprire l’incredibile scelta della Rai di stravolgere i palinsesti dell’azienda allo scopo di garantire al premier una vetrina strumentalizzando e spettacolarizzando il dramma dei terremotati d’Abruzzo. E’ un’operazione grave di cui non posso e non voglio rendermi complice in nessun modo”. Secca la replica di Vespa (“motivazioni pretestuose”) che attacca il segretario del Pd: “Non le consento di definire una nostra trasmissione come una vetrina al servizio del presidente del Consiglio. Esigo lo stesso rispetto rivolto ad altre trasmissioni che dal pluralismo di Porta a Porta hanno tutto da imparare”. Franceschini rilancia: …

Alla Bolognina una svolta intelligente e lungimirante

Franceschini a Bologna 20 anni dopo: senza quella scelta coraggiosa non saremmo qui. ‘Non una improvvisazione, ma una svolta intelligente e lungimirante’. Dario Franceschini , a quasi 20 anni dalla svolta della Bolognina, torna nel luogo dove Achille Occhetto annunciò l’ avvio del percorso per sciogliere il Pci, per riconoscergli ‘il ruolo che gli spetta nella storia politica del Paese e nella nostra storia collettiva’. Franceschini riconosce che la scelta dell’ultimo segretario del Pci fu uno dei passaggi verso Pd . ‘Senza quella scelta coraggiosa – osserva il segretario – noi non saremmo qua, non ci sarebbe stato l’Ulivo ed oggi il Pd . Io ero in un’altra storia ma ascoltando le parole di Occhetto ebbi la sensazione che stava succedendo qualcosa di importante e nei tempi giusti’. Franceschini ricorda Berlinguer e il suo maestro Benigno Zaccagnini (in sala ad ascoltarlo la figlia Livia) e il percorso travagliato della Dc che, anch’essa, cambio nome, dopo l’89. ‘Il Pd è nato come incontro di storie al plurale – prosegue Franceschini – noi dobbiamo proseguire con l’orgoglio …

Il Pd e l’«offerta inesistente»: dopo l’editoriale di Panebianco

Il dibattito nel Pd e sul Pd è aperto in vista della scelta del nuovo segretario. In discussione il futuro e le strategie del Partito democratico. Alcuni di questi temi erano affrontati nell’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera del 10 settembre. A quell’editoriale rispondono oggi Ignazio Marino e Pierluigi Castagnetti con due interventi che pubblichiamo «La vocazione maggioritaria non è autosufficienza», di Pierluigi Castagnetti Gentile Direttore, il professor Panebianco sul Corriere della Sera di ieri fa un’analisi spietata delle difficoltà del PD, che in alcuni passaggi è possibile condividere e considerare una utile sferzata, se si esclude però il giudizio liquidatorio che se ne può ricavare dalla lettura complessiva. Parto dal riconoscimento più importante fatta a Veltroni, la scelta cioè di un partito a vocazione maggioritaria, “idea eccellente realizzata male”. Condivido. Anzi, si dovrebbe dire, non ancora veramente realizzata. Vocazione maggioritaria non significa autosufficienza e, dunque, rinuncia alle alleanze, al contrario significa esattamente quello che dice Panebianco, non rinunciare cioè mai – anche con un consenso attorno al 30% – a rappresentare il …

Franceschini alla scuola di formazione a Cortona: “parlare chiaro”

Se vogliamo cambiare il Paese dobbiamo cominciare a cambiare noi stessi. Essere chiari, abbandonare l’ipocrisia, aver il coraggio di dire sì o no, senza frasi standard di circostanza. La gente tornerà ad ascoltarci e noi torneremo ad aver credibilità. Per il prossimo congresso fate la scelta liberi, secondo la vostra coscienza, ma non per la storia che abbiamo alle spalle ma per quella che vogliamo costruire”. Così Dario Franceschini ha concluso il suo applaudito intervento alla scuola di formazione di Cortona 2009. L’incontro ha avuto la piacevole novità di seguire lo schema di domanda e risposta tra i delegati dei vari gruppi di lavoro della scuola e il segretario del Pd. Il ruolo dell’opposizione. Dalla base arriva la conferma che c’è bisogno di un’opposizione migliore nei confronti di questo governo. Un’opposizione, che per il bene del Paese abbia la propria contro-proposta. In questi due anni, la voce del Pd è rimasta in ombra, in quella parte della comunicazione che preferisce chiudere i taccuini quando si va contro il governo. “Anche se sapevamo che sarebbero state …

Franceschini: “Il Pd sarà alleato con chi vuole mandare il premier a casa”, di Pietro Spataro

“Il Pd non è una parentesi per poi ricominciare daccapo come prima…». Dario Franceschini è segretario da sette mesi, ha preso sulle spalle la difficile eredità di Veltroni, ha guidato il partito nella bufera della sconfitta e ora cerca la riconferma. «Il nostro obiettivo – dice subito scandendo le parole – deve essere chiaro: fare un Pd che sia in grado di mandare a casa Berlusconi…». Segretario, cominciamo dal premier che provoca imbarazzi internazionali: è davvero un uomo in declino? «Non vedo più tracce di equilibrio in lui, è un uomo impaurito e nervoso. Credo che siamo in presenza di una forma di moderno autoritarismo e tutte le forme di autoritarismo, anche quelle mascherate, sono più pericolose nella fase del declino perché riservano colpi di coda». Quindi il dopo Berlusconi è già cominciato? «Riportiamo l’orologio indietro, alle europee. Tutti ci aspettavamo un Pdl sopra il 40% e il crollo del Pd. Ma questo non è avvenuto. Il dopo Berlusconi è cominciato lì. Attenzione, però: il percorso sarà lungo e doloroso. Per questo dobbiamo vigilare e …