Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

“La strana pretesa dei liberisti. Chiedere alla sinistra di fare la destra”, di Massimo Mucchetti

L’intellettualità liberista italiana aveva eletto Matteo Renzi a proprio campione. E ora si dice delusa perché il Pd e, più in generale, il centro-sinistra non ne hanno accolto le suggestioni alle primarie. Ma ha senso una simile delusione? Credo di no. Sui diritti politici e sull’architettura istituzionale la convergenza delle diverse culture politiche è possibile e utile. L’ha dimostrato la Costituzione, elaborata dopo la Seconda guerra mondiale. Lo hanno poi confermato le leggi sui diritti civili, sulle quali si sono formati consensi trasversali, basati su scelte di coscienza. È invece sull’economia e sul finanziamento delle politiche sociali che si articola l’opposizione tra le tesi socialdemocratiche e socialcristiane, tipiche del Pd in Italia e dei partiti socialisti in Europa, e le tesi liberiste, tradizionalmente coltivate dalla destra. Perché mai questo duello, che costituisce il sale delle democrazie occidentali, dovrebbe risolversi all’interno di una sola area politica, il centro-sinistra, o meglio di un solo partito, il Pd? Negli Stati Uniti, il movimento dei Tea Party non pretende di dettare la linea al Partito democratico. Gli basta condizionare …

“Una sintesi per i due popoli delle primarie”, di Elisabetta Gualmini

Pierluigi Bersani ha vinto le primarie del centro-sinistra. Ha avuto ragione a ritenere – al di là di qualsiasi norma statutaria – che sottomettersi al vaglio dei cittadini e a un bagno di partecipazione popolare, negli anni bui che la politica sta attraversando, gli avrebbe portato più vantaggi che rischi. Spetta a lui ora traghettare il centro-sinistra verso la prova del governo, con i tempi corti e micidiali di un paese in perenne stato di emergenza. Matteo Renzi ha perso, stavolta, ma ha aggregato una componente «democratica» del tutto nuova, che include sia precedenti sostenitori del Pd sia nuovi arrivati, alcuni già pronti a tornare verso i molteplici rivoli da cui erano affluiti, altri che non sarà facile trattenere senza di lui. Lo ha fatto sfidando tutto il gruppo dirigente del suo partito, graniticamente a favore del segretario, che alla fine è stato anche soccorso da tutti i candidati esclusi al primo turno. Il popolo tenuto insieme da Renzi non è espressione della antica frattura tra Ds e Margherita. Diversi capi storici della Margherita sono …

Bersani: «Al governo con me una nuova generazione», di Simone Collini

Il suo sarà «il governo del cambiamen- to»: per i programmi, i metodi, le persone. Pier Luigi Bersani vuole capitalizzare il successo delle primarie, che lo hanno incoronato candidato presidente del Consiglio del centrosinistra e che hanno fatto schizzare il Pd nei sondaggi oltre quota 34%. Sull’onda della spinta dei gazebo il leader democratico sta già non solo delineando la strategia per la campagna elettorale, ma anche definendo il profilo che dovrà avere il prossimo esecutivo in caso di vittoria alle elezioni politiche della coalizione costruita attorno a Pd, Sel e Psi. Che comunque dovrà proporre ai moderati un «patto di legislatura». Quando si tratterà di schierare la squadra di governo, Bersani non userà il «manuale Cencelli» e metterà «in campo una nuova generazione». Semplice nuovismo? No, perché il leader Pd da un lato dice che ci devono essere «presidi di esperienza», dall’altro insiste sul fatto che il dato anagrafico non è tutto. «Bisogna che ci sia gente con la freschezza della gioventù ma anche capace di fare delle cose – come dice nel corso …

“Non basta vincere cambiare è un obbligo”, di Ezio Mauro

Sembrava che l’unica parola fosse ormai quella dell’antipolitica. E invece si è visto che quando la parola torna ai cittadini perché i partiti danno loro la possibilità di esprimersi, di prendere parte e di contare, l’antipolitica tace, o addirittura deve inseguire. Dunque uno spazio per la politica e per i partiti esiste, anche in questo Paese dove appariva corroso e consumato: a patto che i partiti si aprano invece di arroccarsi e che la politica, di conseguenza, torni a parlare la lingua popolare della gente. Non capita spesso, da noi, che metà dello schieramento politico metta completamente in gioco la sua leadership, il profilo di governo, la sua stessa identità affidando la scelta ai cittadinielettori. Questa volta è accaduto, perché erano in campo due ipotesi divaricate per età, programmi, stili, progetti di alleanza e modelli culturali. Renzi aveva con sé la forza della rottura (che ha premiato nelle primarie tutti coloro che sparavano sul quartier generale), l’evidenza dell’età, l’energia del cambiamento. Tutti elementi in lui quasi antropologici, come se dicesse: sinistra e destra sono dell’altro …

“La strana vittoria del segretario nella comunicazione”, di Massimo Adinolfi

Le primarie le ha volute lui, Bersani, e non è stato facile. L’affollata e sudaticcia Assemblea Nazionale del 14 luglio lo ha seguito su questa strada, ma non senza mugugni. Resta un mistero come si sia potuto, nella stessa data, prendere la Bastiglia e dare inizio alla Rivoluzione francese: con quel caldo. Ma Roma non è Parigi, e poi a Roma bisognava solo vincere lo scetticismo e dare l’annuncio: per le regole, la modifica dello statuto (a favore di Renzi) e le candidature se ne è riparlato ad ottobre. Quanto alla rivoluzione o almeno al cambiamento se ci sarà, sarà al centro delle elezioni del prossimo anno. Ma intanto tre milioni e passa di elettori hanno votato al primo turno, quasi altrettanti al secondo, permettendo al centrosinistra di ritrovare finalmente una «connessione sentimentale» con la propria gente. Bisognava per questo fare sul serio, accettando la sfida del Rottamatore. E la sfida c’è stata, vera e aperta. In prossimità dei momenti decisivi si sono alzate, inevitabili ma sterili, le polemiche: sul regolamento, sulla registrazione, sulla sottoscrizione …

“Se fanno festa anche gli sconfitti”, di Michele Serra

Matteo Renzi ha celebrato la sua sconfitta con un elogio della politica di grande livello retorico, decisamente emozionante. Emozionante non solo per il Comitato dei Ragazzi che lo ha sostenuto, ma per almeno un paio di generazioni precedenti la sua. Non Bersani, e nemmeno “i vecchi apparati di partito” che sono stati il convitato di pietra dello scontro elettorale, erano l’avversario evocato dal giovane leader toscano: semmai il cinismo, il disincanto, la stanchezza, il sentimento di resa di fronte alla malapolitica, il chiamarsi fuori delle giovani generazioni. Da oggi in poi — ha detto in sostanza Renzi — sarà più facile, per un trentenne, non solamente in politica, ma anche nella vita economica e sociale, lanciare la sua sfida, smetterla di lamentarsi e provare a cambiare la propria vita e quella degli altri. La doppia festa (Roma e Firenze, Bersani e Renzi) che ha coronato la domenica del ballottaggio lascia aperte molte strade, non tutte facili, al futuro del centrosinistra, ma chiude senza asprezza, senza grevi lasciti polemici una contesa comunque dura, e sostanziosa, tra …

“Cambiare l’Italia è possibile”, di Claudio Sardo

Pier Luigi Bersani ha vinto le primarie, e ora è il candidato premier del centrosinistra. Un grande evento democratico, di cui sono stati protagonisti oltre tre milioni di cittadini, ha cambiato la politica nazionale e acceso la speranza di una nuova stagione. È stata la vittoria di chi pensa che l’Italia possa uscire dall’emergenza, compresa quella del governo tecnico. È stata la vittoria del coraggio di Bersani, che ha messo in gioco se stesso e il suo partito per fare primarie aperte: e dalle urne è uscito con una legittimazione più forte e popolare, anzi con la responsabilità ormai di guardare al Paese, che chiede nuovo sviluppo, equità sociale e una leadership capace di includere in un progetto innovativo tutte le forze che vogliono mantenere l’Italia nella serie A del mondo. È un compito che somiglia a quello dei leader ricostruttoridel dopoguerra. E che avrà bisogno del sostegno di un partito forte, radicato nella società. Quel partito che ha tratto un enorme beneficio dalla fatica democratica delle primarie, smentendo quella contrapposizione con la società civile …