Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

“Bersani: basta slogan si vota sul premier”, di Simone Collini

«Al primo turno si può anche votare per dare un segnale di un certo tipo, per far capire che la richiesta di rinnovamento è forte, ma al secondo turno no, si sceglie il presidente del Consiglio, quello in grado di costruire attorno a sé un’alleanza in grado di vincere le elezioni, quello più credibile e con la necessaria esperienza per governare». È questo il ragionamento che rassicura Bersani circa l’esito della sfida di domenica con Renzi, più dei trecentomila voti di vantaggio da cui parte, più anche dei segnali che arrivano dagli altri competitor ora usciti di scena, a cui pure guarda con attenzione, come dimostrano le parole riservate al rapporto con Sel: «Con Vendola non stiamo aprendo tavoli o tavolini. Ci sono però degli evidenti punti di assonanza, per esempio su scuola, centralità del lavoro, diritti. Sono cose precise su cui c’è convergenza. Si parla di politica, non stiamo facendo bilancini o Cencelli». Il leader del Pd giocherà questo finale di partita mantenendo il profilo del candidato con maggior esperienza e capacità di costruire …

“La scommessa del Pd più grande”, di Claudio Sardo

Dal primo turno delle primarie sono usciti due vincitori. Anzi tre: la candidatura del Pd a guidare il governo del dopo Monti ora è più forte. I tre milioni e passa di cittadini in fila per votare hanno modificato il panorama politico. Guai, tuttavia, a illudersi che la strada per il centrosinistra sia in discesa. I due vincitori – Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi – non hanno davanti soltanto una settimana di fuoco, ma anche complicati nodi politici da sciogliere nelle settimane venture. Bersani ha superato Renzi di 10 punti percentuali. La sua vittoria non sta soltanto nel successo di partecipazione, che ha permesso al Pd di guadagnare consensi potenziali e di fornirgli buoni argomenti contro chi grida che «i partiti che sono tutti uguali». I sondaggi della vigilia rilanciati dai giornali e dal web annunciavano che, oltre i tre milioni di votanti, Renzi avrebbe raggiunto o addirittura sorpassato il segretario. Invece Bersani ha prevalso, ottenendo i migliori risultati nelle grandi città (tranne Firenze), dove è solitamente più forte il voto d’opinione. Un consenso, …

“La prova dei vincitori”, di Pietro Spataro

E’ stata una bella giornata, uno squarcio di luce nella confusa condizione dell’Italia. Quei quattro milioni in fila per votare sono l’immagine di un Paese che vuole rimettersi in cammino. Il dato che ci consegnano i primi risultati era quello che molti avevano previsto: si andrà al ballottaggio e, con molta probabilità, sarà un ballottaggio combattuto Bersani è in testa, Renzi è distanziato di otto-dieci punti. Al di sotto delle aspettative il risultato di Vendola. È lo specchio di un confronto vero che ha mobilitato i cittadini, senza alcun paracadute per nessuno. Un motivo di soddisfazione per il leader Pd che ha messo in gioco la sua leadership e in questo modo ha dato al centrosinistra una spinta formidabile. Il sindaco di Firenze incassa un buon risultato, probabilmente premiato – oltre che dalla combattività che lo ha reso forte in alcune zone rosse, come la Toscana- anche da un’altissima affluenza che deve aver superato i confini del centrosinistra e toccato altre corde. Nei giorni che ci separano dal ballottaggio queste due idee del riformismo e …

“L’assurdità delle ricongiunzioni previdenziali”, di Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi

Dopo la votazione della legge di stabilità alla Camera che ha consentito di fare un passo avanti, anche se non risolutivo, sul tema dei lavoratori rimasti senza reddito a causa della riforma delle pensioni, la nostra battaglia sulla previdenza deve continuare. Tra gli argomenti che vanno tenuti in evidenza, quello delle ricongiunzioni dei contributi per poter avere un’unica pensione, è più che mai all’ordine del giorno. Il problema nasce da un vero e proprio errore compiuto nel 2010, al tempo del governo Berlusconi. Occorre una breve spiegazione: nel 2009 è stata innalzata l’età pensionabile di vecchiaia delle donne del pubblico impiego a 65 anni lasciando inalterata a 60 anni l’età di pensionamento delle lavoratrici dei settori privati. Per impedire che, attraverso la ricongiunzione gratuita dei contributi, le donne iscritte all’Inpdap potessero trasferire i contributi all’Inps utilizzando in questo modo la possibilità di andare in pensione in modo anticipato, il governo varò una norma restrittiva. Si tratta dell’articolo 12 della legge 122 del 2010 che ha abrogato: tutte le norme che consentivano la costituzione della posizione …

“La migliore risposta all’antipolitica”, di Federico Geremicca

Oltre tre milioni e mezzo di cittadini pazientemente in fila per votare, decine di migliaia di volontari ai seggi, altre migliaia nei comitati elettorali dei diversi candidati, spalmati da Nord a Sud lungo tutto il Paese. Le primarie del centrosinistra sono state prima di tutto questo una boccata d’ossigeno e quasi un’assicurazione sulla vita per il sistema-Italia nel suo complesso. Non è retorico annotarlo: soprattutto all’indomani del voto siciliano, che ha infranto e superato la barriera del 50 per cento di astensioni. C’è un pezzo di Paese – insomma – che partecipa, vota, resiste e crede ancora che abbia un senso impegnarsi per cambiare. Il dato è sensazionale, gonfio di significati e però – paradossalmente – non è certo piaciuto a tutti. Fa sensazione, ad esempio, la durezza che traspare dalle dichiarazioni di Beppe Grillo, leader del M5S. Ai milioni di cittadini in fila, ha riserva giudizi e commenti stizziti: «L’ennesimo giorno dei morti», «un grottesco viaggio nella follia», «una autocelebrazione di comparse» e via recriminando. A testimonianza, forse, che davvero la partecipazione attiva dei …

“Quando vince la democrazia”, di Massimo Giannini

“Una giornata strepitosa”, dice Pierluigi Bersani. “Il meglio deve ancora venire”, aveva detto Matteo Renzi. Hanno avuto ragione tutti e due. Per il centrosinistra e per il Pd è stata una domenica di svolta, e il meglio viene adesso. A dispetto delle prudenze scaramantiche del segretario, il ballottaggio non era così scontato. E invece così hanno deciso quei quasi 4 milioni di italiani, che hanno fatto ore di fila per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Dunque, prima ancora di conoscere tra una settimana l’esito del duello finale tra Bersani e Renzi, da questo primo turno emerge già un “vincitore”. Quel vincitore si chiama democrazia. Quel vincitore si chiama politica. Una politica che non è subita da “sudditi” vessati e disgustati dal potere, ma vissuta da cittadini consapevoli e responsabili. Una politica che non è solo poltrona e privilegio. Ma è confronto e conflitto, passione e partecipazione. Una politica che non taglia i nodi in piazza con la spada, ma accetta la fatica di provare a scioglierli. E dunque nega in radice le semplificazioni del …

Bersani «Garantirò il cambiamento», di Simone Collini

In Liguria la conclusione della campagna del leader Pd «Abbiamo il coraggio». Sulle pressioni della finanza mondiale: «C’è Grillo, c’è Berlusconi e vi preoccupate di noi?». A chi chiede di alleanze con l’Idv: «Con molti se». «Ci abbiamo messo coraggio a fare le primarie, ma ci abbiamo preso». È già soddisfatto per come sono andate le cose, comunque vada oggi e quale che sia il risultato finale, stasera. O stanotte, viste le previsioni che si fanno circa gli elettori totali che oggi andranno ai gazebo e i tempi necessari ai volontari per scrutinare tutte le schede. Pier Luigi Bersani queste primarie le ha volute e le ha difese anche di fronte a dirigenti del Pd che ci vedevano più rischi che opportunità. Perché conosceva il «distacco enorme tra la politica, le istituzioni, e i cittadini», perché sapeva che «il primo avversario da battere sarà quel blocco di sfiducia, distacco, rabbia e indignazione che c’è in giro». Lo strumento scelto per tentare di colmare quel distacco e per combattere quell’avversario sembra essere quello giusto. Oltre un …