Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Una classe non dirigente", di Valerio Castronovo

Al terz’ultimo posto, nell’Europa dei Ventotto, soltanto prima di Bulgaria e Romania: così l’Italia figura, quanto a efficacia delle politiche governative, nella classifica stilata dall’Unione europea. Può darsi che a Bruxelles abbiano calcato la mano, ma non più di tanto. Da troppo tempo la reciproca delegittimazione dei due principali partiti della Seconda Repubblica, con uno strascico di acri risentimenti e veti incrociati (ma anche di logoranti contese intestine), ha determinato una situazione deprimente di stallo dell’attività legislativa sulle questioni più importanti e una penosa impotenza decisionale, nell’esercizio del proprio mandato, degli esecutivi di diverso colore avvicendatisi di volta in volta sulla scena. Si tratta non solo di una seria anomalia sul piano istituzionale ma di un’ipoteca tanto più grave e deleteria nel mezzo di una persistente emergenza economica e sociale, che avrebbe dovuto imporre, per venirne a capo, un forte impegno politico e quindi scelte coraggiose e appropriate, misure concrete ed efficaci. Senonché l’Italia si trova a pagare i costi, non da oggi, ma adesso con un impatto sempre più pesante, dovuti alla mancanza di …

"Dal presidente un appello a superare gli egoismi nazionali", di Rocco Cangelosi

Giorgio Napolitano è stato salutato con una standing ovation, al termine del suo discorso a Strasburgo, con il quale ha cercato di dare un forte messaggio per combattere il sentimento crescente di disaffezione dei cittadini verso la costruzione europea, considerata comunque irreversibile. Il Presidente ha stigmatizzato i populismi distruttivi, che vogliono un’altra Europa (e i leghisti non hanno mancato di organizzare il loro teatrino in aula), sottolineando tuttavia gli errori commessi in questo decennio e la necessità di completare la costruzione dell’euro, nata come moneta senza una politica economica e una governance comune che lo sostenga. Napolitano ha elencato le carenze del progetto europeo nella fase attuale, a partire dalla piaga sempre più dolorosa della disoccupazione giovanile, agli egoismi nazionali e alla miopia mostrata dalla classe politica europea e, finalmente, alla politica dell’austerità fine a se stessa, non più sostenibile, e ha richiamato a una maggiore solidarietà i governi europei. Cercando di mettere in evidenza la necessità di trasmettere ai popoli europei i valori che rappresenta l’Europa e il suo contributo allo sviluppo della civiltà …

"Emilia-Romagna due anni dopo", Lettera di Vasco Errani al direttore de Il Fatto Quotidiano

Caro Direttore, voglio rispondere a quanto scritto dal suo giornale ieri sul terremoto del maggio 2012 in Emilia-Romagna con alcuni dati di fatto: dopo il sisma, 28 morti e 13 miliardi di danni, abbiamo scelto di governare l`emergenza e la ricostruzione dal territorio, con i sindaci, senza “uomini della provvidenza” al comando. Una via diversa da quella seguita a L`Aquila dal governo Berlusconi: abbiamo detto no alle new town, sì alla ricostruzione delle scuole e dei nostri paesi. Poi si è definito (e finanziato) un piano per il patrimonio pubblico e per i centri storici (che vanno da Carpi a Mirandola, a Finale, a San Felice a Crevalcore a Cento a Sant`Agostino e così via). Nell`emergenza abbiamo deciso le priorità assieme ai sindaci: le scuole e il lavoro. In 4 mesi abbiamo riaperto le scuole (riparando circa 400 edifici scolastici danneggiati e costruendone 58 provvisori) e consentito così a 18 mila studenti di cominciare regolarmente le lezioni. Da 41 mila lavoratori in cassa integrazione all`indomani del terremoto, si è passati ai circa 3.000 di oggi …

«Basta austerità a ogni costo». Il discorso di Napolitano a Strasburgo

«Gli interventi di stabilizzazione hanno avuto ricadute recessive, serve una svolta non demagogica». Il presidente della repubblica al parlamento europeo, testo integrale 1. Le prove più dure nella storia dell’Unione europea Torno in quest’aula a sette anni di distanza dall’omaggio che volli rendere al Parlamento europeo poco dopo la mia elezione a Presidente della Repubblica italiana. E colgo oggi l’opportunità che mi è stata offerta dal vostro Presidente di rinnovare quell’omaggio, fondandolo su riflessioni scaturite dall’esperienza più recente vissuta da noi tutti. Nei sette anni trascorsi, la costruzione europea ha dovuto fronteggiare le prove più dure della sua storia. Si è spesso osservato che fin dagli inizi l’Europa comunitaria si sviluppò attraverso crisi via via insorte e poi superate : ma si trattò essenzialmente di crisi politiche nei rapporti tra Stati membri della Comunità. Mai – come a partire dal 2008 – di crisi strutturali, nella capacità di crescita economica e sociale, nel funzionamento delle istituzioni, nelle basi di consenso tra i cittadini. Mai era stata, di conseguenza, messa in questione, e radicalmente in questione, …

"Quirinale all’attacco in Europa", di Stefano Menichini

Napolitano esce dall’assedio grillino, leghista e berlusconiano e detta la linea della riscossa europeista contro scettici e nemici dell’euro. Strasburgo applaude, sotto accusa ci sono anche governi e leader nazionali. Un grande discorso di battaglia politica. I parlamentari di Strasburgo alla fine erano colpiti e ammirati, anche perché non sono abituati a momenti del genere: a capi di stato che si presentano nel loro emiciclo non per lanciare generici appelli ma per scarnificare le ragioni della crisi europea, individuare praticamente con nome e cognome i nemici politici dell’integrazione ma soprattutto le responsabilità dei leader degli Stati, dettare una possibile – l’unica possibile – linea di riscossa. Praticamente un programma elettorale per le elezioni continentali di maggio, solo che non è un programma di parte o di partito ma è potenzialmente di tutti. Di tutti, tranne coloro che vorrebbero la fine dell’Europa, o dell’euro che è la stessa cosa, e che infatti ieri si sono palesati con una contestazione che li ha qualificati. Volendo fare un filo d’ironia, ma neanche tanto, si potrebbe dire che Giorgio …

"I simboli del masochismo nazionale", di Cesare Martinetti

La sgangherata contestazione di tre leghisti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che parlava ieri al Parlamento di Strasburgo in nome dell’Italia andrebbe liquidata in poche righe se non fosse che pone una questione che ci riguarda tutti. E cioè: perché mai siamo l’unico Paese che con ostinata coerenza fa di tutto per farsi male davanti al resto del mondo? Avete mai visto il presidente francese contestato da un politico francese in un’occasione internazionale? O la/il cancelliere tedesco? La regina d’Inghilterra? Il Presidente degli Stati Uniti? La bandiera di ciascuno di questi paesi viene issata con cura ogni mattina sulla facciata di scuole ed edifici pubblici in patria e all’estero, mentre il nostro povero tricolore appare spesso qua e là sfilacciato e scolorito, simbolo di un paese che non crede in se stesso. Non è in discussione il diritto di ogni forza politica di discutere e criticare atti e posizioni del Presidente della Repubblica, come accade regolarmente in ciascuno di questi altri paesi. Ma non è questo il punto. In quell’aula di Strasburgo dove un …

"Quel tesoro sequestrato alla mafia che nessuno riesce a utilizzare", di Francesco Viviano e Alessandro Ziniti

C’è un tesoro dimenticato nelle mani di Equitalia. Due miliardi e passa di euro. Soldi sporchi di sangue e di affari, soldi sottratti alle mafie e al ma-laffare, ma anche soldi “negati” a chi, per mancanza di fondi, non riesce a garantire giustizia e sicurezza. «MI RISULTA che nel Fondo unitario per la giustizia ci sia un miliardo di euro in contanti ed un altro miliardo in titoli ed assicurazioni », dice il prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. «Come mai non vengono assegnati al ministero dell’Interno che ha difficoltà persino a pagare la benzina per le volanti o per chi cerca i latitanti? Avevo proposto che i fondi fossero utilizzati per la fiscalità di vantaggio per le aziende confiscate che ogni giorno rischiano di chiudere ma non ho mai avuto risposte». Equitalia non sa esattamente quanto ha in cassa (i dati sono fermi al 2012), sa solo che in quattro anni, dal 2008 (quando è stato istituito il Fug) al 2012, tra soldi contanti e titoli riscossi confiscati, sono stati …