"Una classe non dirigente", di Valerio Castronovo
Al terz’ultimo posto, nell’Europa dei Ventotto, soltanto prima di Bulgaria e Romania: così l’Italia figura, quanto a efficacia delle politiche governative, nella classifica stilata dall’Unione europea. Può darsi che a Bruxelles abbiano calcato la mano, ma non più di tanto. Da troppo tempo la reciproca delegittimazione dei due principali partiti della Seconda Repubblica, con uno strascico di acri risentimenti e veti incrociati (ma anche di logoranti contese intestine), ha determinato una situazione deprimente di stallo dell’attività legislativa sulle questioni più importanti e una penosa impotenza decisionale, nell’esercizio del proprio mandato, degli esecutivi di diverso colore avvicendatisi di volta in volta sulla scena. Si tratta non solo di una seria anomalia sul piano istituzionale ma di un’ipoteca tanto più grave e deleteria nel mezzo di una persistente emergenza economica e sociale, che avrebbe dovuto imporre, per venirne a capo, un forte impegno politico e quindi scelte coraggiose e appropriate, misure concrete ed efficaci. Senonché l’Italia si trova a pagare i costi, non da oggi, ma adesso con un impatto sempre più pesante, dovuti alla mancanza di …