Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Gli xenofobi del Palazzo", di Michele Serra

Perchè l’assessore per l’immigrazione della Lombardia non vuole partecipare a un incontro sull’immigrazione con il ministro per l’immigrazione? La risposta è dello stesso assessore, la leghista Simona Bordonali: “Ritengo le tematiche non prioritarie”. Può essere anche divertente domandarsi quali tematiche, se non l’immigrazione, siano “prioritarie” per un assessore all’immigrazione. Ma è più interessante notare come la poco partecipata ma molto dura contestazione di ieri, a Brescia, contro il ministro Kyenge, forse per la prima volta abbia compattato i rappresentanti politici e in qualche caso istituzionali di tutta la destra nazionale, da Forza Nuova alle camicie verdi ai neomissini di Fratelli d’Italia a militanti della rinata Forza Italia (che, a prenderli in parola, sarebbero i veri eredi dei “moderati”). La ministra “congolese”, si sa, è il bersaglio prediletto, oltre che il più ovvio, degli umori xenofobi del nostro Paese. In quanto italiana figlia dell’immigrazione e in quanto nera è ritenuta, piuttosto che una persona a conoscenza dei fatti, una provocazione vivente, un insulto a un’idea di “italianità” puramente virtuale, al pari di ogni astrazione razzista, ma …

"L’alleanza dei distruttori", di Michele Prospero

La battaglia in vista delle elezioni europee si rivela ogni giorno più dura. La drammatizzazione dello scontro non è una novità. Sono ormai vent’anni che la politica italiana è gettata in un infinito processo costituente. Senza un approdo stabile, una cronica eccitazione febbrile rende ogni cammino compiuto provvisorio, destinato all’oblio. E ogni volta compaiono un scena nuovi attori, ad affiancare i vecchi arnesi che non demordono, in una radicalizzazione della contesa che non trova mai una misura. Il populismo non è un semplice stile eccentrico della protesta. È diventato un dato di sistema. Non solo la novella formazione grillina, ma anche le forze che più a lungo hanno occupato le stanze del governo nel corso della seconda repubblica, e cioè la Lega e Forza Italia, adottano un profilo dichiaratamente antisistema. Il populismo si propone cioè come la blasfema grammatica comune di una politica che ha smarrito solidi confini. In una tale situazione fluida, Matteo Salvini cerca di contenere l’estinzione del Carroccio. E lo fa attraverso la maschera di un radicale soggetto antagonista. Va in piazza …

"In gioco la credibilità dello Stato", di Vladimiro Zagrebelsky

Le «cure compassionevoli» sono quelle che possono intervenire quando ci ò che è normalmente autorizzato e praticato, è ormai inutile. Si chiamano cure compassionevoli. Compassionevoli, ma pur sempre cure. E cure, che si vogliono somministrate in strutture del Servizio sanitario nazionale. Il caso Stamina ha aspetti che giustificano gravi sospetti. Esistono però problemi che sono presenti nell’attività ordinaria di medici e di strutture ospedaliere, che non emergono nei media e che tuttavia mettono a dura prova le regole routinarie, il senso di responsabilità dei medici, il dolore dei malati e di chi sta loro vicino. La patologia di una vicenda, intendo dire, non deve mettere in ombra l’esistenza di una normalità di casi difficili. Una normalità in cui l’integrità dei protagonisti è fuori discussione e le decisioni da prendere sono ardue e rischiose. Le deviazioni deontologiche, ipotizzabili in questa o quella vicenda particolare, consentono analisi semplici e chiedono rimedi noti. Sono più difficili i problemi di cui non ci si può liberare identificando colpevoli. La domanda di «cure compassionevoli» è uno di questi. Le regole …

Faraone: «Nel patto di governo riforma dei ticket e riordino delle asl», di Roberto Turno

Ticket, asl, responsabilità dei medici: la sanità irrompe nel Patto di Governo.Davide Faraone, responsabile welfare di stretta osservanza renziana, annuncia le proposte del Pd. Basta con un federalismo che non ha funzionato, coi governatori commissari di sé stessi. E stop agli sprechi: la “cura Cottarelli” sulla spending è fin troppo leggera. Ma che voto darebbe al Governo? «Non classificabile, ha lavorato con l`impostazione tecnica di chi lo ha preceduto, anche se è tutto politico. Ora bisogna cambiare». Faraone, alle primarie non s`è parlato di sanità: paura di toccare il filo spinato? “La scelta di parcellizzare il Ssn in tante piccole unità, ha creato una deriva negativa. Smarrendo l`unicità di un servizio che deve essere nazionale, con un ruolo forte del Governo e del ministero”. Basta allora con un federalismo che non ha funzionato? “Basta. Ma salvando quanto di utile c`è stato nel delegare alle regioni alcune competenze. Ora recuperiamo tanto dal punto di vista nazionale. Le regioni a volte non hanno la maturità ad esempio per accorpare le asl. O per selezionare il management, dove …

"Cognome e pastoie", di Chiara Saraceno

L’idea che ci debba essere un privilegio paterno, almeno nella continuità del cognome, continua a prevalere tra i nostri legislatori. Il disegno di legge sul cognome che può essere attribuito ai figli approvato dal Consiglio dei ministri sembra partire con il piede sbagliato, rischiando così di incorrere di nuovo nella censura della Corte di Strasburgo. Secondo le notizie di agenzia, il disegno di legge prevede che il figlio «assume il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i genitori». Questa formulazione ancora una volta privilegia il cognome paterno, che verrebbe attribuito di default, mentre per attribuire il cognome materno o quello di entrambi i genitori occorrerebbe una esplicita richiesta e dichiarazione di consenso. In ottemperanza al principio di libertà di scelta nelle questioni che riguardano la vita privata e della uguaglianza tra madri e padri, la norma dovrebbe essere formulata in modo da non privilegiare alcuna delle tre soluzioni, chiedendo che all’atto della dichiarazione di nascita, eventualmente prima che …

"Il Pd alla sfida del Nord", di Claudio Sardo

Non poteva finire peggio la pessima presidenza del leghista Roberto Cota alla Regione Piemonte. Dopo lo scandalo dei rimborsi – il cui emblema resteranno le mutande verdi del Cota medesimo, pagate con i fondi pubblici destinati all’attività politica del Carroccio – il Tar ha deciso di annullare le elezioni del 2010 per le firme false di una lista Pensionati, che con i suoi 27 mila voti fu decisiva per la vittoria del centrodestra. La Lega usa ora toni berlusconiani contro la magistratura. E minaccia di mobilitare la piazza contro la sentenza: è la logica populista, che accompagna questa de- riva lepenista e anti-sistema delle opposizioni italiane. Bisognerebbe arrabbiarsi non con la sentenza, ma con il suo drammatico ritardo. Non con i giudici, ma con le legge sbagliate o lacunose. Le firme false in Piemonte sono state accertate molti mesi fa. E Cota ha pensato di difendersi con ostruzionismi e rinvii. Comunque, è inaccettabile sul piano democratico che le firme false si ripetano a ogni latitudine e non si trovi un modo per giudicare preventivamente la …

"I tempi di un paese poco normale", di Luigi La Spina

C’è un Paese, nel civile e democratico occidente, in cui l’organo dello Stato più importante, quello che rappresenta la volontà popolare, il Parlamento, è composto, da quasi un anno, da senatori e deputati eletti con una legge contraria alla Costituzione. Nello stesso Paese, una delle più grandi regioni del nord, il Piemonte, è governata, da quasi quattro anni, da un presidente e da una giunta eletti illegittimamente. Questo Paese è l’Italia. La decisione con la quale il tribunale amministrativo piemontese, ieri, ha dichiarato nulle le elezioni che, nella primavera 2010, avevano deciso, per poche migliaia di voti, la vittoria dello sfidante leghista, Roberto Cota, sull’ex presidente Mercedes Bresso, ricandidata dal centrosinistra, non è certo sorprendente nel merito della questione. Dopo l’accertamento della falsità di alcune firme su una lista d’appoggio al candidato di centrodestra, la sentenza era prevedibile. Ma il verdetto è sconvolgente perché arriva quasi alla fine di una legislatura regionale e, per di più, non è ancora definitivo, dal momento che il ricorso dei perdenti al Consiglio di Stato sicuramente allungherà ancora questi …