Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Matteo, di’ qualcosa di europeo", di Gian Enrico Rusconi

Dopo anni di retorica europeista è arrivato un generalizzato risentimento anti-europeo, perché la dura realtà sociale ed economica viene da molti imputata univocamente «all’Europa» o a «Bruxelles». Le elezioni europee ci piomberanno addosso interamente strumentalizzate in questo senso e si sovrapporranno fatalmente alle elezioni italiane. Sintomatica è la mossa di Forza Italia, disposta a trattare le proposte elettorali di Renzi solo a patto che si arrivi ad un election day che faccia coincidere le consultazioni nazionali con quelle europee. E’ una mossa insidiosa. La possibilità di sfruttare tempestivamente il crescente malumore anti-europeo porterà Berlusconi a non insistere troppo sui dettagli del nuovo sistema elettorale – pur di sfruttare l’occasione a proprio vantaggio. In questa direzione si muoverà lo stesso Grillo dietro la cortina fumogena delle sue aggressive esternazioni. Il Pd è molto debole sulle questioni europee. Renzi ribadisce genericamente la possibilità di «sforare il vincolo del 3% del rapporto tra deficit e Pil» come se fosse una bazzecola. Sulla politica dell’euro, sul ruolo delle istituzioni europee si sentono solo affermazioni benevolmente generiche. Come pure sulla …

"Mafia, il flop delle white list", di Jolanda Buffalini

A un anno dalla legge solo 38 prefetture su 105 hanno gli elenchi delle imprese per gli appalti puliti.̀ . E’ sconcertante il sito della prefettura di Reggio Calabria, lì per lì si apre il cuore: il sito reggino è l’unico, sulle cinque province calabresi dove la ‘ndrangheta è un virus endemico, in cui è presente la White list delle imprese che possono dichiarare di non avere subito infiltrazioni mafiose. Imprese fornitrici a cui i vincitori di a palti pubblici possono rivolgersi senza timore di brutte sorprese. Però, quando apri il file lo trovi vuoto. A un anno dalla approvazione della legge «per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione», a sei mesi dalla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del decreto attuativo, a cinque dall’entrata in vigore dell’obbligo di istituire gli elenchi, l’operazione «White list» sembra essere un vero e proprio flop. L’osservatorio sulla legalità della Fillea Cgil ha realizzato un monitoraggio dal quale risulta che «su 105 prefetture, solo 38 hanno pubblicato gli elenchi, in 3 prefetture le White list …

"L’Italia, i diritti e una destra troppo antica", di Gianni Riotta

Il leader della diaspora berlusconiana, Angelino Alfano, ha il difficile compito di dare ai propri parlamentari identità e cultura politica nella stagione che ci separa dalle elezioni. Impresa che si è rivelata dura per un veterano come Pierferdinando Casini e, al centro, impossibile per il senatore a vita Mario Monti. Sbaglia per ò Alfano a pensare – o ad ascoltare chi in tal senso lo indirizza – che schierando il suo movimento su posizioni «dure», demagogiche, «di destra», guadagnerà voti, consensi, attenzione. Al contrario, perder à stime, considerazione, spazio. Chi vuol menare gli immigranti, sbattere tutti in galera, usare la famiglia non come nido ma come spaventapasseri, ha già i suoi riferimenti a destra, e spesso tra i 5 Stelle. Sperare che il no del Nuovo centro destra alle unioni civili tra omosessuali, proposte dal Partito democratico del neo segretario Matteo Renzi, ringalluzzisca la base cui guardano Alfano, Lupi, Mauro, è illusorio. L’Italia si è rivelata dai tempi dei referendum sul divorzio e l’aborto, mezzo secolo or sono, allergica alla politica dei valori, confermando che …

"Napolitano batte Grillo o la Tv batte Internet?", di Giovanni Valentini

La progressiva demolizione del bipolarismo a opera di Napolitano si corona oggi con tutti i partiti della maggioranza spaccati a metà tra filogovernativi e antigovernativi. (da “Viva il Re!” di Marco Travaglio – Chiarelettere, 2013 – pag. 15) È un dato di fatto, preciso, incontrovertibile. Il “messaggio del tavolino” di Giorgio Napolitano, trasmesso in tv a reti unificate la sera del 31 dicembre, è stato visto da 9 milioni 991 mila spettatori contro i 9 milioni 702 mila del 2012: 279 mila in più, con un aumento del 2,8%, come hanno già riferito tutti i giornali. Nonostante l’appello al boicottaggio lanciato dal Movimento 5 Stelle e da Forza Italia, il discorso del presidente della Repubblica ha registrato quindi un significativo successo di pubblico. Tanto più che solo sulle reti Rai è stato seguito da 7 milioni 149 mila spettatori, con un incremento di audience del 12,2% rispetto all’anno precedente che ha compensato largamente il calo sulla rete ammiraglia del partito-azienda(-460 mila su Canale 5). Eppure, all’indomani di Capodanno, il Minculpop grillino ha contestato polemicamente la …

"Il segretario: sui diritti non cedo di un centimetro", di Tommaso Ciriaco

Ha acceso la miccia, Matteo Renzi. E non sembra pentito: «Sia chiaro, non ho mai parlato di unioni gay, ma di civil partnership. Ma su questo io non mi muovo. Neanche di un centimetro ». Non arretra, il segretario. Manca un mese alla stesura del nuovo patto di governo e la maggioranza sembra gi à intrappolata nella gabbia dei veti incrociati. CHI più soffre, di fronte a questa escalation, è Angelino Alfano: «È vero, il Pd è il partito principale della coalizione. Ma l’esecutivo non può essere un monocolore democratico… «. Non tutto poteva filare liscio. Non l’accelerazione del leader del Pd sulle unioni civili, né l’annuncio di un reset della Bossi-Fini o il rilancio sullo ius soli. E infatti la reazione scomposta del Nuovo centrodestra ha dato il via alle ostilità. Eppure, il brusco stop del vicepremier non sembra turbare Renzi: «Mi attaccano — ricorda ai suoi — ma in questi anni che hanno fatto loro sulla famiglia?». La risposta è ruvida, netta: «Nulla». Il segretario sente alle spalle il vento delle primarie dell’otto …

"Giro del voto in tre proposte", di Stefano Ceccanti

Sulla riforma elettorale, dal punto di vista del metodo, Matteo Renzi ha iniziato in modo non solo efficace ma anche corretto: offrendo alle forze di maggioranza e a quelle dell’opposizione disposte ad assumersi le proprie responsabilità (ammesso che poi esistano davvero) non una proposta secca da prendere o lasciare, ma un ventaglio di soluzioni tra cui scegliere. Proposte diverse ma tutte ispirate alla medesima logica di una democrazia governante che affida all’elettore il ruolo di arbitro del sistema. Prima di esaminare le tre proposte di Renzi bisogna però segnalare i vincoli politici e costituzionali in cui ci troviamo ad operare e che si intrecciano tra loro. Quelli politici sono dati soprattutto dall’esistenza di tre schieramenti maggiori quasi equivalenti, un dato che per le elezioni che si svolgono sul piano nazionale (le politiche, le europee) potrebbe non essere transeunte almeno quanto sembra esserlo invece sul piano amministrativo, dove invece sono più solidi il centrosinistra e il centrodestra. Per avere dal voto un risultato chiaro alla sera delle elezioni, l’obiettivo fondamentale giustamente perseguito da Renzi, avremmo pertanto …

"Il dovere di cambiare", di Claudio Tito

Forse un po’ in sordina, senza riferimenti espliciti, ma ieri è di fatto partita la lunga campagna elettorale che attende il Paese. Lunga perché probabilmente durerà più di un anno. Ma avrà diverse tappe fondamentali. A cominciare da quella del voto europeo del maggio prossimo. Ed è a quell’appuntamento che bisogna guardare per capire cosa sta succedendo nei partiti e nel governo in questi primi giorni del 2014. Compresa la mossa di Matteo Renzi. Il simbolo virtuale che ha accompagnato la sua ascesa alla guida del Pd è stata la “rottamazione”. L’ha usata per sconfiggere la vecchia classe dirigente del centrosinistra. Lo ha fatto intercettando un vento che soffiava da tempo nel Paese e nell’elettorato progressista. Ma proprio perché risponde a un’esigenza ormai radicata, il concetto di “rottamazione” a questo punto non può essere solo associato alla crescita di un nuovo gruppo di comando dentro il Partito democratico. Si tratta di archiviare anche alcune procedure e liturgie che hanno caratterizzato la prima e in parte la seconda Repubblica. Soprattutto la lentezza nell’assumere decisioni. Le proposte …