Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"La vera rivoluzione è nelle riforme possibili", di Stefano Folli

Chi di “web” ferisce, di “web” perisce. E le regole della società mediatica sono spesso crudeli per coloro che credono di maneggiarle in esclusiva. Dopo i reiterati inviti al boicottaggio, il messaggio di San Silvestro del capo dello Stato ha ottenuto un indice di ascolto mai così alto. Segno che gli italiani avevano bisogno di sentire la voce delle istituzioni, mentre non erano altrettanto interessati ad assecondare certe iniziative goliardiche. È una piccola lezione per l’opposizione anti-sistema, chiamiamola così: quel variegato mondo che in Grillo ha ormai il suo vero punto di riferimento, ma raccoglie in ordine sparso anche berlusconiani intransigenti e leghisti. Una singolare coalizione che si è data come missione la definitiva messa in crisi delle istituzioni, a cominciare dalla presidenza della Repubblica, ma che l’altra sera ha subito una sconfitta piuttosto evidente. Napolitano ha trovato il tono giusto per parlare agli italiani, riconoscendo loro doti di coraggio, tenacia e sopportazione che costituiscono la vera carta su cui investire per risalire dall’abisso. Il presidente ha indicato un percorso privo di scorciatoie, ma di …

Renzi: «Non c’è tempo da perdere: le nostre proposte su legge elettorale e riforme», da corriere.it

Pronti, via. Anno nuovo, si riparte. Matteo Renzi , neosegretario Pd, non perde tempo e comincia il 2014 proponendo alle altre forze politiche le opzioni su cui il Partito democratico sarebbe disponibili a trovare un accordo in materia di legge elettorale e riforme istituzionali. Renzi chiede «un accordo serio, istituzionale, su tre punti: legge elettorale, riforma del bicameralismo e una riforma del titolo V». La riforma del titolo V consiste nell’abolizione del Senato e la sua sostituzione con la Camera delle autonomie la modifica di alcuni poteri delle Regioni da riportate allo Stato. LEGGE ELETTORALE – Sulla legge elettorale «rinunciamo a formulare la nostra proposta ma offriamo diversi modelli alle forze politiche che siedono insieme a noi in Parlamento» scrive sul suo sito lo stesso Renzi nella prima enews dell’anno, elencando tre modelli: quelli della legge elettorale spagnola; della legge Mattarella rivisitata; e del doppio turno di coalizione dei sindaci. DIRITTI CIVILI – Nel patto di coalizione , spiega ancora Renzi, il Pd chiederà inoltre «che ci sia un capitolo Diritti Civili» con le modifiche …

"Le riforme e gli sfascisti", di Claudio Sardo

Per il presidente della Repubblica deve essere stato il discorso di fine anno più difficile. Di sicuro è apparso come il più drammatico. E non solo per le contestazioni di Grillo, di Berlusconi e della Lega, che quotidianamente usano contro il Quirinale l’arma dell’ingiuria e della delegittimazione allo scopo di colpire la legislatura e di farla crollare senza riforme. A dare drammaticità alle parole di Napolitano era soprattutto la miscela tra questa rottura istituzionale e la crescente sofferenza sociale indotta dalla crisi. Una miscela della cui pericolosità il presidente si è mostrato ben consapevole, prima leggendo le lettere dei cittadini sul lavoro che manca, sugli affanni di tante famiglie che non arrivano alla fine del mese, sui giovani derubati del loro futuro, poi arrivando a dire che, senza un cambiamento coraggioso, è la nostra stessa democrazia che rischia la «delegittimazione». La storia ci insegna che da una crisi epocale e di sistema si può uscire ricostruendo il tessuto nazionale oppure precipitando in una catastrofe. Ma siamo fermi davanti al bivio ormai da qualche anno. Giorgio …

"Operazione credibilità", di Marcello Sorgi

Se avesse dovuto pronunciare ieri, e non ieri l’altro, il suo messaggio televisivo, Napolitano avrebbe forse aggiunto alle sette storie di italiani oppressi dalla crisi economica, scelte per il suo discorso, l’ottava. Cioè la decisione del governo indiano – attesa ma purtroppo confermata, così da segnare negativamente l’inizio dell’anno -, di annullare il contratto da 560 milioni di euro con Finmeccanica per la fornitura di dodici elicotteri Agusta Westland. Non fosse che per la sfortunata coincidenza temporale, non ci sarebbe alcun punto di contatto tra la grave, ancorché prevista, notizia che arriva da New Delhi e gli sfoghi a cui il Capo dello Stato dal Colle ha voluto dar voce, del piccolo imprenditore che ha chiuso l’azienda, dell’esodato, del quarantenne che ha perso il lavoro e non lo ritroverà, della laureata disoccupata, dell’agricoltore che tira la cinghia, dell’impiegato pubblico che deve scegliere tra far la spesa e pagare le tasse, dell’anziano che ricorda l’epoca della ricostruzione e si domanda perché sia perduto, speriamo non definitivamente, l’entusiasmo e la voglia di fare di quegli anni. Effettivamente …

"Perchè al paese serve una politica energetica", di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

La questione energetica rappresenta uno dei punti critici che condiziona sia lo sviluppo economico sia la sicurezza del nostro Paese poiché oltre l’80% dei consumi viene soddisfatto attraverso le importazioni. La dipendenza dall’estero determina deflussi di capitali per circa 60 miliardi di euro all’anno penalizzando la bilancia commerciale e compromettendo le possibilità di investimento sul territorio nazionale. Negli anni ’60 il tentativo di Enrico Mattei e Felice Ippolito di rendere l’Italia più indipendente dal punto di vista energetico e quindi più autonoma dal punto di vista politico non ebbe fortuna: Mattei, che stava cercando di sottrarsi all’influenza delle “sette sorelle”, morì in un oscuro incidente aereo, mentre Ippolito, che aveva puntato con decisione sull’energia nucleare, fu messo in carcere con delle accuse del tutto infondate. Nel periodo attuale le fonti rinnovabili costituiscono una grande occasione per ridurre le importazioni e abbattere i prezzi dell’energia. Però, crediamo che la transizione da un sistema basato sui combustibili fossili verso un sistema alimentato in misura maggiore con le fonti rinnovabili non possa essere lasciata solo al gioco degli …

"La voce del disagio", di Massimo Giannini

L’ottavo messaggio di Giorgio Napolitano è lo specchio dell’anomalia italiana. Lo è in senso aritmetico: per la prima volta nella storia un mandato presidenziale si proietta oltre l’arco naturale dei sette anni. Lo è in senso politico: mai come oggi l’Italia scissa tra piazza e Palazzo sopravvive suo malgrado sul crinale instabile del «semipresidenzialismo di fatto». Il discorso di fine anno del Capo dello Stato riflette le ombre di quel «Paese senza » descritto da Ilvo Diamanti. Un Paese senza patrie grandi o piccole e senza riferimenti comuni e condivisi, una società lontana dalla politica e orfana delle istituzioni. Entrambi alla deriva, costretti ad aggrapparsi all’unico appiglio che ancora resiste. Nonostante i deliri sull’impeachment (relegati finora al circuito della propaganda) e gli inviti al boicottaggio (smentiti dai dati sugli ascolti). Chi si aspettava moniti dolorosi o annunci clamorosi sarà rimasto deluso. Il presidente della Repubblica, pur riaffermando l’urgenza delle riforme economiche e costituzionali, ha giustamente rinunciato ai rituali ma purtroppo sempre più sterili «appelli» a un establishment cieco e sordo. E pur riconfermando la natura …

Napolitano: “A tutti gli italiani giunga il mio più affettuoso augurio. Guardiamo al nuovo anno con serenità e con coraggio”

“A tutti gli italiani – e rivolgendo un particolare pensiero a quanti vivono con ansia queste ore per le recenti scosse di terremoto – giunga il mio affettuoso augurio. L’anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica. Tra i più pesanti sul piano sociale, tra i più inquieti sul piano politico e istituzionale. L’anno che sta per iniziare può e deve essere diverso e migliore, per il paese e specialmente per quanti hanno sofferto duramente le conseguenze della crisi. Una crisi dalla quale in Europa si comincia a uscire e più decisamente si potrà uscire se si porterà fino in fondo un’azione comune per il rilancio della crescita economica e dell’occupazione. Questa sera non tornerò su analisi e considerazioni generali che ho prospettato più volte. Non passerò dunque in rassegna i tanti problemi da affrontare. Cercherò, invece, di mettere innanzitutto in evidenza le preoccupazioni e i sentimenti che ho colto in alcune delle molte lettere indirizzatemi ancora di recente da persone …