Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

Prodi: “Ora Matteo sia responsabile o vittoria inutile”, di Carlo Fusi

Romano Prodi segna i confini entro cui, a suo avviso, deve muoversi Matteo Renzi dopo il trionfo nelle primarie. «Visto il numero di coloro che sono andati a votare, non c`è dubbio che l`investitura c`è, ed è forte. Adesso l`obiettivo più importante concerne la necessità di trovare l`unità del partito attorno al nuovo leader. E che comporta anche l`intelligenza del vincitore di, capire che il cambiamento che vuole lo può attuare solo se ha un partito forte e stabile attorno a lui». Dunque dopo averlo annunciato, è stato di parola. Rientrato dalla Russia, il fondatore dell`Ulivo è andato a votare alle primarie del Pd. Poi un`oretta di jogging prima di tornare a casa, dove ad attenderlo c`è Arturo Parisi, l`amico di tante battaglie. «Penso fosse doveroso votare alle primarie – riflette – perché in questo stato di fibrillazione così forte ritengo che il Pd sia l`unico punto di riferimento». Le primarie, aggiunge, sono «il momento dello scontro democratico, ma dopo lo scontro, un partito deve mettersi insieme. Quello che io raccomando, se posso fare una …

In fila con il popolo del Pd “Siamo qui nonostante tutto al partito serve una scossa”, di Sebastiano Messina

Fa freddo, al gazebo di piazza Mazzini, e ogni tanto piove pure. Fa freddo, ma dev’essere un’energia pulita, quella di un’inaspettata passione civile su cui nessuno avrebbe scommesso, a scaldare i volti delle cento persone che alle sette di sera sono in fila per imbucare la scheda nell’urna di cartone, gente paziente e decisa che guarda le luci delle bancarelle di Natale che illuminano la piazza eppure se ne sta qui, in silenzio, aspettando che arrivi il suo turno per votare Renzi. O Cuperlo. O Civati. Sono così tanti che alle sei di sera dal gazebo hanno lanciato l’Sos: «Mandateci subito altre schede, o dovremo chiudere il seggio». Le file in realtà sono due. La prima è per gli iscritti e per chi si è prenotato online: si fa presto, solo sono in otto. Ma è la seconda quella lunga, così lunga che comincia già da via Oslavia e poi gira ad angolo retto. Sono 96, ci metteranno almeno un’ora ad arrivare all’urna di cartone al centro del gazebo bianco. Un mendicante la percorre al …

“Il voto di Romano Prodi e il pensiero di Massimo D’Alema”, di Maria Novella Oppo

Per chi voterà Romano Prodi alle primarie Pd? È questa la domanda che rimbalzava ieri tra stampa e tv, tra i soliti noti del talk show e i tanti politologi specializzati. Chiaro che la cosa più importante è che Prodi abbia deciso di votare, come hanno subito dichiarato i tre candidati alla segreteria, per una volta uniti nel giudizio. Ma benché l’interrogativo sia secondario, non si può negare che attanagli anche noi spettatori votanti ed esitanti. Il dubbio (chi votare?) infatti ci impegna anche personalmente, visto che è più quello che l’informazione, gli avversari politici e gli antipolitici hanno detto, scritto e urlato sulle diverse anime del Pd, di quello che hanno detto Renzi, Cuperlo e Civati sui loro programmi. Ma, almeno il Pd le sue anime ce le ha: meglio tante che nessuna; anche se, ad averne troppe si rischia l’autoconsunzione, come quelle sante del Medio Evo che si consumavano di esaltazione celeste. Sembra strano, però, che a mettere sotto accusa le nostre anime siano quelli che non ne hanno affatto, ma lavorano sotto …

Prodi: “Mezza notte insonne… Vincitori e vinti facciano squadra”, da unita.it

La decisione di andare a votare per le primarie del Pd è stata sofferta. È quanto ha ‘confessato’ Romano Prodi che solo qualche giorno fa aveva annunciato l’intenzione di recarsi alle urne cambiando idea, dunque, rispetto al passato. «Non dico che ho fatto una notte insonne – ha detto l’ex premier da Bologna dopo essere arrivato in tarda mattinata dall’estero – ma mezza notte insonne». Prodi intorno alle 15 ha votato al seggio Pd di via Orfeo poco distante dalla sua abitazione nel centro del capoluogo emiliano. Commentando le cifre parziali sull’affluenza, il fondatore dell’Ulivo è sembrato soddisfatto: «ho sentito che i dati vanno bene». «Oggi, di fronte alla situazione particolare che si è creata, credo sia doveroso andare a votare alle primarie perchè il Pd, in questo stato di fibrillazione così forte, credo sia l’unico punto fermo che abbiamo»: così Romano Prodi spiega la decisione di andare alle urne per la scelta del segretario democratico. «L’ho fatto – ha spiegato l’ex premier prima di entrare nel seggio nel centro di Bologna – credo sia …

“La nuova strada della sinistra”, di Michele Ciliberto

Alcuni giorni fa su un quotidiano un’acuta scrittrice ha sostenuto che oggi «non bastano le primarie» e ha citato, per rafforzare la sua tesi, l’esempio della Spd tedesca che, con audacia, ha sottoposto ai suoi iscritti il testo dell’accordo con la Cdu per l’approvazione. Se non ci sarà, la grande coalizione non potrà decollare. Così la Spd ha dimostrato di non essere vincolata dall’ossessione dello stato di necessità e della stabilità: due totem che invece hanno dominato in Italia. Sono d’accordo con questa analisi; salvo il giudizio sulle primarie, e lo dico pur avendo espresso anche su questo giornale dubbi e perplessità nei confronti degli effetti che può avere la democrazia diretta. Le primarie non vanno però considerate in astratto, ma nella situazione in cui si svolgono; ed oggi esse possono avere una funzione importante sia per la vita politica italiana che per il Pd. Sul primo punto non ci sono dubbi: è una grande esperienza democratica nella quale sono coinvolti migliaia di cittadini. Ma anche per quanto riguarda in modo specifico il Pd, queste …

“Il lungo viaggio di tre (quasi) ragazzi”, di Curzio Maltese

È bella, tanto per cominciare, la foto di gruppo. Renzi, Cuperlo e Civati hanno facce da Terza repubblica. Sono in ogni caso, antropologicamente, la negazione del politico della Seconda repubblica. GIOVANI o quasi giovani, onesti, intelligenti, non cortigiani, offrono tutti insieme l’immagine di una politica alternativa alla famosa casta. Rappresentano per molti un pezzo della classe dirigente che l’Italia avrebbe dovuto scegliersi già vent’anni fa, dopo la catastrofe morale e culturale di Tangentopoli, e non abbiamo avuto l’opportunità e il coraggio di scegliere. Assomigliano ai nuovi gruppi dirigenti riformisti che in giro per l’Europa in questi anni prendevano il posto dei vecchi, nel normale ciclo della politica, mentre in Italia tutto era bloccato e la nomenklatura del centrosinistra era immutabile, inossidabile alle sconfitte, agli errori, alle complicità evidenti col berlusconismo imperante. Simul stabunt, simul cadent. Com’era prevedibile, il rinnovamento della sinistra è partito quando Berlusconi si è avviato al tramonto. Poi, certo, sono diversi per stile, linguaggio, prospettive. DA OUTSIDER A FAVORITO Matteo Renzi aveva il compito più difficile, l’outsider diventato favoritissimo, ma l’ha svolto …

“Schiaffo dalla Consulta ma lo Stato deve sopravvivere e il Parlamento è legittimo”, di Liana Milella

La sentenza della Corte? «Ci riporta alla Prima Repubblica». Il Parlamento attuale? «È delegittimato, ma non annullato». I 148 deputati ancora non convalidati? «Possono sperare». Grillo? «A lui si è data materia, ma non ha ragione ». C’è stato uno schiaffo della Consulta al Parlamento? «Sì, ma forse finirà tutto lì». Il professor Gustavo Zagrebelsky con Repubblica riflette sulla sentenza della Corte sul Porcellum e sulle sue conseguenze. Grande caos. Grillo impazza. Vuole fuori dalla Camera i 148 “abusivi”. In realtà, vuol far fuori tutti. La sentenza della Corte cancella la storia d’Italia a partire dal 2005, quando è stato votato il Porcellum? «Un’osservazione sul “grande caos”. Ci si è cacciati in un vicolo cieco, del quale è difficile vedere l’uscita. Possiamo prevedere che ci sguazzeranno a lungo politici, politicanti, giuristi, azzeccagarbugli. Cerco di non far la fine di questi ultimi. Siamo forse alla fine di un ciclo. Se una lezione siamo ancora in tempo a trarre per l’avvenire è che ogni piccolo cedimento quotidiano, alla fine produce una valanga che ci travolge tutti». A …