Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Brunetta: se il Governo tocca Imu e Iva, pronti a tagliare risorse all’istruzione”, da La Tecnica della Scuola

L’avvertimento del capogruppo Pdl alla Camera: se si fa il gioco delle tre carta, faremo ostruzione in occasione della conversione dei decreti cari al Pd su scuola, fondi allo spettacolo e stabilizzazione dei precari della PA. Ma la formazione dei giovani non era un terreno “franco”? Comincia ad essere messo in dubbio l’impegno preso in estate dal Governo sull’intoccabilità dei fondi destinati alla scuola. A far vacillare il patto preso tra i responsabili dell’Esecutivo Letta, sono le pressioni esercitate da alcuni parlamentari. Uno su tutti: il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta. Che tira in ballo i risparmi assicurati alla scuola per il timore crescente di assistere all’aumento dell’Iva e al pagamento dell’Imu su tutte le proprietà edilizie. “Non si faccia il gioco delle tre carte: l’Imu sulle prime case e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole non si deve più pagare e l’Iva non aumenta”, ha detto Brunetta. Per poi aggiungere: “se questo è il gioco di rimettere in discussione decisioni già prese, allora il Pdl denuncerà, in occasione della conversione, anche …

“La battaglia dell’Iva allo scontro finale, ma è solo una questione di tempo”, di Raffaella Cascioli

La sterilizzazione dell’aumento dell’Iva sembra ormai giunta al termine in uno psicodramma collettivo. Tra il grido dall’allarme dei commercianti e degli agricoltori che temono un ulteriore crollo dei consumi e gli inviti, più o meno ultimativi, dei due principali partiti di maggioranza, il governo entro la settimana deve sciogliere un nodo che con il passare dei giorni diventa sempre più stretto. Tanto più che la battaglia sull’Iva, intrecciata a filo doppio in questo inizio d’autunno con la partita dell’Imu 2013, ha problemi di copertura vista l’impossibilità per il governo e, in particolare, per il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni di reperire le risorse necessarie da qui a fine anno per cancellare il saldo Imu (2,3 miliardi), congelare per l’ultimo trimestre l’aumento Iva (1 miliardo), rifinanziare la Cig in deroga (5-600 milioni) e le missioni di pace. E così a legislazione vigente a partire dal prossimo primo ottobre l’aliquota ordinaria Iva aumenterà dal 21 al 22% portando l’Italia a detenere il triste primato della percentuale più alta d’Europa. Tuttavia, sarebbe sbagliato non ricordare che l’aumento dell’Iva, la …

“Riforme, diario di un saggio”, di Marco Olivetti

Dopo la conclusione dei lavori della Commissione per le riforme istituzionali, il mio bilancio personale è nel complesso positivo, sia dal punto di vista del metodo di lavoro, sia per quanto riguarda alcune delle proposte riassunte nel documento finale. Il metodo anzitutto: la Commissione ha costruito degli itinerari di riflessione attorno alle grandi questioni costituzionali aperte: la riforma del bicameralismo, la correzione del titolo V, la forma di governo e il sistema elettorale. Lo ha fatto con il metodo della democrazia deliberativa, rinunciando a votare e cercando di far coagulare il consenso attorno ad alcune proposte, registrando le alternative e i dissensi. Abbiamo iniziato i nostri lavori quasi come se fossimo stati program- mati per dividerci sulla forma di governo, un po’ come quei laptop cinesi che hanno un chip che li porta a rompersi dopo qualche anno. Per questo la forma di governo e la legge elettorale sono state messe alla fine dei nostri lavori, anche per consentire uno spirito meno conflittuale su temi come il bicameralismo e il regionalismo, che si ritenevano meno …

“Sedici minuti sei bugie”, di Massimo Giannini

Il video-messaggio di Berlusconi non è solo un concentrato di dolori personali e di rancori collettivi. Come sempre, i suoi sedici minuti di «discorso alla nazione» racchiudono anche una micidiale sequenza di falsità. Dalla ricostruzione delle sue vicende politiche alla «narrazione» delle sue vicissitudini giudiziarie, la menzogna domina la scena e scandisce il plot della fiction berlusconiana. La menzogna, ancora una volta, è «instrumentum regni » del Cavaliere, utile a sovvertire il senso e a generare il consenso. Nel triste, solitario e finale comizio televisivo, registrato come nel 1994 nella location di Villa San Martino, si possono contare almeno sei bugie, che vanno dal bilancio della crisi economica al rilancio della «moderata» Forza Italia. Omissioni della realtà, manomissioni della verità: vale la pena di ripercorrerle una per una, con una esegesi testuale e contro-fattuale, per capire ancora una volta i meccanismi che fanno funzionare la «macchina» del potere berlusconiano. 1) La crisi economica senza precedenti Dice il Cavaliere agli italiani: «Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione …

“Il Cavaliere dimezzato”, di Claudio Tito

Nel videomessaggio di Silvio Berlusconi, infarcito di vecchi slogan e consumati atti d’accusa, ci sono due parole che sono state appena accennate. Solo sussurrate ma centrali: decadenza e governo. L’impianto roboante di quel discorso, infatti, sembra costruito per nascondere due circostanze concrete. Che la sua uscita dal Parlamento, ossia la sua decadenza, ormai non è più in dubbio. E che l’esecutivo guidato da Enrico Letta per ora può andare avanti ma la sua scadenza è segnata dalla sostanziale fine di questa strana alleanza, ossia le larghe intese. L’orizzonte in cui si muove la nuova Forza Italia, infatti, è quello delle elezioni anticipate nella prossima primavera. Aver accettato la prospettiva di abbandonare il Senato è dunque il mattone che regge l’intero impianto di questo intervento. Un discorso in cui il tratto della disperazione detta tutte le conseguenze. Sull’attuale governo, sul Pd e anche sul Pdl. Palazzo Chigi e il partito cui appartiene Letta rischiano infatti di ritrovarsi ancor più schiacciati dal peso di una coalizione innaturale. Il Cavaliere non rompe sulle sue vicende giudiziarie, non provoca …

“Senza «tetto» legge pericolosa”, di Paolo Borioni

I lavori parlamentari sulla riforma del finanziamento ai partiti proseguono in questi giorni senza la dovuta attenzione. È grave. Colpisce come tutto accada in un sostanziale silenzio su alcune questioni democratiche decisive. Colpisce questo dibattito inconsapevole dei danni che una legge sbagliata sul finanziamento alla politica può arrecare al Paese. I grandi giornali non fanno altro che indicare l’«Europa» come imperativo categorico ad ogni sussulto o incertezza, ma mai nulla dicono sul fatto che il finanziamento pubblico rimane l’asse fondamentale di ogni democrazia europea. Così facendo si oscura un processo parlamentare che, nella disattenzione generale odierna (o nella distorsione degli argomenti fino a qualche settimana fa) non pare ancora avere assicurato almeno due pregiudiziali, non negoziabili criteri di riforma. Il primo ed essenziale è indicare tetti il più possibile bassi per ogni donazione, tanto più nel caso già di per sé molto negativo, che le donazioni private rimangano l’unico strumento di sostegno all’attività politica. Il secondo è un divieto assoluto di dona- zioni indirette, ovvero il divieto di aggirare i tetti (se, speriamo, ci saranno) …

“Al pettine i nodi politici di vent’anni”, di Giovanni Orsini

La Corte di Cassazione, al termine di un contenzioso giudiziario durato anni e passato attraverso innumerevoli meandri, ha confermato ieri la condanna a Fininvest a pagare una cifra di circa mezzo miliardo di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, come risarcimento per la vicenda del Lodo Mondadori. La notizia è uscita proprio mentre si attendeva che Berlusconi diffondesse un messaggio che, stando alle voci, avrebbe avuto un robusto contenuto politico e forse condizionato in profondità il futuro dello schieramento di centro destra. E oggi, infine, la questione della decadenza di Berlusconi da senatore, a motivo di un’altra condanna ottenuta anch’essa non come politico ma come imprenditore, affronterà il passaggio decisivo in giunta al Senato. La confluenza di questi tre avvenimenti rafforza sempre di più l’impressione, viva da almeno un mese e mezzo, che nell’attuale sfortunatissimo torno di tempo siano venuti al pettine tutti o quasi i nodi politici irrisolti degli ultimi vent’anni. Una sorta di «tempesta perfetta». Fra i nodi più ingarbugliati troviamo naturalmente il conflitto di interessi: l’anomalia macroscopica di un imprenditore – …