Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Chi ha paura delle riforme”, di Michele Ainis

Il finimondo è un numero a tre cifre: 138. Scritto con un pennarello nero sulle mani sventolanti dei grillini, agitato come un altolà da quanti s’oppongono al disegno di riforma, o al contrario usato a mo’ di grimaldello per forzare la serratura della Costituzione. Sicché è guerra sulle regole, tanto per cambiare. Però stavolta la guerra investe il «come», non il «cosa». Perché l’articolo 138 detta le procedure per correggere la Carta. E perché in questo caso il Parlamento sta applicando il 138 per introdurre una procedura in deroga al medesimo 138. Da questa seconda procedura nascerà (forse) la riforma. Ma c’è già chi la reputa illegittima, al di là dei suoi eventuali contenuti. Per il metodo, prima ancora che nel merito. Cominciamo bene. Messa così, verrebbe da dire: lasciate perdere. Tornate alla via maestra del 138, senza cercare scorciatoie. E guardate alla sostanza, piuttosto che alla forma. Tanto più se la forma diventa un elemento divisivo, quando ogni riforma costituzionale andrebbe viceversa condivisa. D’altronde non è forse vero che l’articolo 138 incarna la sentinella …

“Berlusconi si decida”, di Claudio Sardo

Non ne possiamo più di giuristi improvvisati, di parlamentari travestiti da avvocati, di procedure ormai elevate a surrogato della politica. Davvero qualcuno pensa che le sorti del governo Letta siano legate alle pregiudiziali del senatore Augello, poi trasformate in «preliminari»? O che la scelta di staccare o meno la spina da parte di Berlusconi dipenda dalla data del voto in Giunta sulla decadenza? Tutto ciò è ridicolo, benché sia drammatico per un Paese che soffre di crescenti esclusioni sociali, che ha perso competitività, che deve riformare le proprie istituzioni, che non può assolutamente permettersi una crisi di governo al buio. Eppure la crisi è minacciata. Anzi, sembra essere l’obiettivo del leader Pdl, la sua risposta politica alla condanna penale definitiva che lo esclude da ogni funzione pubblica. La crisi invece delle dimissioni (come avverrebbe in ogni altra parte del mondo). Non è detto che Berlusconi riesca a fare ciò che ha in mente. Ha tante resistenze anche nel suo campo, persino nelle sue aziende. Ma lui vuole rompere. E non certo perché il Pd non …

“L’ipotesi di un bis se il Pdl si spacca”, di Goffredo De Marchis

Il Letta bis, per lo stesso premier, è un’ipotesi lontana e condizionata da molti paletti. Lo si capisce dalle parole pronunciate alla Camera per riferire degli esiti del G20: «Il riconoscimento positivo possiamo gettarlo via in un attimo: se buttiamo la fiducia e la stabilità che abbiamo raggiunto, torniamo in grandissima difficoltà». Letta parla dei costi di una crisi. «Pesanti per lo Stato e per i cittadini. L’instabilità ci potrebbe sottrarre un miliardo, un miliardo e mezzo» solo per l’aumento dei tassi di interesse sul debito. Ma nei colloqui privati, il premier affronta anche le strade alternative, nel caso di uno strappo di Berlusconi. «Non accetterò accordi al ribasso o peggio ancora accordicchi. A me interessa la stabilità del Paese, non quella della mia poltrona». Il premier sta esaminando gli scenari possibili. «Sarebbe inaccettabile una crisi pilotata con i ministri del Pdl che escono e poi rientrano. Nessuno la capirebbe e il governo ne uscirebbe più debole. Non è questa la via». Tantomeno un Letta bis non potrebbe nascere sulla base di un nuovo “contratto” …

“Una crisi così è una follia”, di Michele Prospero

Con tutti gli avvocati che si ritrova nel libro paga e con le affollate truppe di legali che ha portato con sé in Parlamento, Silvio Berlusconi avrebbe dovuto schivare con maggiore leggerezza le temute insidie provenienti dalle Procure. E invece i suoi azzeccagarbugli non ne combinano una giusta. La legge Severino, che ora inguaia sul serio il capo della destra, l’hanno votata, e contribuito a scriverla, proprio i suoi fiduciari. Solo a frittata fatta le schiere di difensori privati, ricambiati con un bel seggio, sono state capaci di accorgersi che si trattava di una tagliola pronta ad acchiappare la carne viva del Cavaliere, divenuto ormai pregiudicato. Anche nella giunta del Senato i suoi rappresentanti hanno seguito una condotta a dir poco maldestra. Dapprima hanno raffigurato l’organismo politico di Palazzo Madama come un autentico organo giudiziario. E, nel corso delle sue sedute, hanno ritenuto legittimo ventilare il ricorso alla Consulta, per rigettare la manifesta incostituzionalità di una norma ritenuta retroattiva. Hanno, per questo preteso ruolo giudicante della giunta delle elezioni, reclamato la rimozione immediata dei membri …

“Un compromesso antidemocratico”, di Nadia Urbinati

Si invoca in queste ore convulse il “compromesso” per non applicare la legge Severino. Gli esponenti del Pdl lo auspicano, accusando di intransigentismo chi si ostina a lasciare che quella legge valga per il condannato illustre Silvio Berlusconi come per chiunque altro si trovasse al suo posto. Se non che, Berlusconi non vuole essere considerato “come” qualunque altro, nonostante la legge “uguale per tutti” lo voglia. La legge non rende tutti uguali; ma si impegna (con il nobile patto costituzionale) a trattare tutti, diversi e diseguali, con le stesse procedure e le stesse regole che presiedono al giudizio; e tutto questo perché quel patto dà a ciascuno un voto e uno solo. Uno stesso peso di potere decisionale, nonostante i pesi sociali ed economici siano molto diversi e perfino sproporzionati. Proprio per questo, il nobile patto costituzionale promette a tutti che la legge sarà applicata ugualmente. Il criterio del “come se” è l’anima della norma e governa l’articolo 3 della Costituzione. Esso limita e regola ogni possibile “compromesso”. Pensatori e leader politici, a destra come …

E il Pd prepara la linea dura “Ormai nulla ci farà cambiare idea”, di Goffredo De Marchis

«Il Pd non può più fermarsi », dicono a Palazzo Chigi condividendo la linea del partito. Non ci sono spiragli per concedere tempo e fiato ai ricorsi di Berlusconi, alle manovre dilatorie del Pdl nella giunta del Senato che decide la decadenza del Cavaliere. «L’unica preoccupazione è non commettere errori — spiega Guglielmo Epifani ai suoi collaboratori —. Non dobbiamo dare l’idea di strappi giustizialisti e non dobbiamo accettare le strategie messe in atto dai berlusconiani per far slittare il voto. L’importante è mantenere un atteggiamento coerente, senza accettare provocazioni e senza dare pretesti». È questa la strada scelta da Largo del Nazareno per salvare il Pd ed Enrico Letta dalla possibile “rissa” innescata da Berlusconi. Non ci sono margini per allungare il brodo. E non è possibile aspettare che siano i giudici della Corte di appello di Milano a decidere sull’interdizione dai pubblici uffici scongiurando il cortocircuito dentro le larghe intese. Letta ha seguito l’evoluzione della discussione a Palazzo Madama da Bruxelles. Gli altri dirigenti democratici hanno continuato il loro giro per le festesparse …

“L’ultima piroetta”, di Francesco Cundari

Le sorti del Pdl, del governo e dell’intera politica italiana continuano a ruotare attorno alle vicende personali di Silvio Berlusconi. O per meglio dire, è il Cavaliere che continua a far ruotare il Pdl (e di conseguenza tutti noi) attorno ai suoi interessi e ai suoi guai. Ma è una trottola che perde slancio a vista d’occhio: la traiettoria che disegna nel dibattito pubblico non è più il cerchio perfetto, quasi un punto, della fase iniziale. A mano a mano che il giocattolo rallenta la corsa, inevitabilmente, la sua rotazione si fa sempre più oscillante, la sua andatura sempre più sghemba, il suo tracciato sempre più assurdo. È vicino il momento in cui anche questo ventennale girotondo della destra italiana attorno al suo leader, e dell’Italia attorno al Cavaliere, incontrerà l’ultimo e il più insuperabile degli ostacoli: il principio di inerzia. La trottola traccerà la sua estrema, stridente, sgraziata piroetta istituzionale – il Cavaliere invocherà le Nazioni Unite, chiamerà i sostenitori alla guerra civile, chiederà asilo politico a qualche satrapo asiatico in nome della difesa …