Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Battaglia finale”, di Massimo Giannini

Prima o poi doveva succedere. Il bipolarismo propiziato dal ventennio berlusconiano ha assunto un profilo “psichico” più che politico. Destabilizzato dalla condanna in Cassazione e dalla mancata “pacificazione”, per lui unico movente che giustifica le Larghe Intese, il Cavaliere alterna i giorni dell’ira a quelli della paura. La sera siede a tavola con la pitonessa Santanchè e annuncia la crisi. La mattina siede sul divano con il barboncino Dudù e si rimangia tutto. Così non si può andare avanti. E dunque, a tre giorni da un 9 settembre italiano che la destra tinge con i colori dell’Apocalisse, è fatale che il presidente della Repubblica sia costretto a riscendere in campo. Per presidiare ancora una volta le istituzioni. E per inchiodare Berlusconi alle sue responsabilità. Non solo verso il governo, ma verso il Paese. a nota diffusa da Giorgio Napolitano è un tentativo estremo, forse l’ultimo, per evitare una rottura finora solo possibile, ma a questo punto sempre più probabile. Il fatto stesso che il Capo dello Stato abbia dovuto compiere un atto politicamente così impegnativo …

“Ciò che il Cav vuole fermare ad ogni costo”, di Michele Prospero

Legittimità contro legalità è questa l’ultima battaglia che Berlusconi intende affrontare per non soccombere, riconoscendo una buona volta il fatto compiuto. La storia politica moderna è del resto piena di un contrasto, ora soltanto ac- cennato altre volte più esplicito e irri- ducibile, tra le forme e la sostanza, tra i poteri separati e la potenza effet- tuale che si sprigiona nello scontro tra gli attori della società.È racchiuso in questa inesauribile polarità tra il legale e il legittimo il cuore del politico, esplorato a fondo con la lente di Machiavelli. Se il Cavaliere ritiene che le forze fedeli di cui ancora dispone siano in possesso di una soverchiante superiorità strategica, allora il suo sfrontato tentativo di rompere la prigionia delle forme può avere persino un senso. Tentare l’operazione di forza può essere un rischio calcolato quando le risorse del numero e le fortezze rimaste amiche assistono il prode condottiero. Se però le truppe della legittimazione, che dovrebbero garantirgli la meglio sulla tirannia della forma, sono sfiancate ed esauste, assai meglio sarebbe per Berlusconi rinunciare …

“Un ricatto irresponsabile”, di Pietro Spataro

E’ umiliante che mentre nelle altre capitali si discute e ci si divide sulla guerra e sulla pace e sul futuro del mondo, a Roma un uomo solo allo sbando costringa governo e Parlamento a misurarsi con i suoi ricatti. Il destino personale di uno contro gli interessi di tutti, la sua salvezza giudiziaria contro la vita del governo. Minacce che vengono portate avanti a qualunque prezzo: lo spread che riprende quota, la Borsa che precipita portandosi dietro tutti i listini, l’azione economica dell’esecutivo appesa a capricci indecenti. Siamo qui, fermi da più di un mese. Tra falchi e colombe che si scambiano i ruoli e volteggiano sulla vita difficile degli italiani. Eppure le cose sono chiare sin dall’inizio: Berlusconi è stato condannato in modo definitivo per frode fiscale, dunque nulla o nessuno potrà sottrarlo agli effetti della sentenza. Decadenza e interdizione comprese. Nessuna democrazia può accettare il baratto tra i principi dello Stato e della legalità e quelli individuali di un suo cittadino, chiunque esso sia. Proprio per questo non si può continuare impunemente …

“Rappresentanza, il diritto di sciopero non si può toccare”, di Luigi Mariucci

Il tema di una disciplina legislativa della rappresentanza sindacale sta tornando di attualità, ma non nel modo corretto, almeno a leggere alcuni commenti. La questione, che si trascina da oltre mezzo secolo, viene infatti rilanciata a seguito della decisione della Fiat di applicare -finalmente- la sentenza della Corte costituzionale e di reintegrare la Fiom nel diritto alla rappresentanza nei luoghi di lavoro. La Fiat tuttavia ha corredato questo adempimento obbligato con un oscuro avvertimento: si minaccia per l’ennesima volta di abbandonare la produzione in Italia se non verrà stabilita una regolamentazione di legge della azione sindacale. Il punto naturalmente è: quale regolazione? Non è mancato chi si è affrettato a dichiarare che una attuazione dell’art. 39 cost., sulla libertà sindacale e sulla contrattazione collettiva, sarebbe inutile se non si introducesse anche una parallela limitazione del diritto di sciopero, di cui all’art.40 cost., con l’obiettivo dichiarato di stabilire l’illegittimità tout court degli scioperi effettuati dopo la stipulazione di un contratto collettivo. Viene in mente quanto accadde nei primi anni ’50 con il disegno di legge Rubinacci. …

“L’analisi del voto che nel Pd nessuno ha fatto”, di Antonio Funiciello

L’entità della sconfitta del Pd e del centrosinistra alle elezioni politiche di fine febbraio, pur essendo di primo acchito parecchio manifesta, assume dimensione storico-politica solo dopo un’attenta, ancorché in casa Pd sinora mancata, analisi del voto. È accaduto, anzitutto, che per la prima volta una regola peculiarissima dell’alternanza democratica nella sedicente Seconda repubblica sia stata violata. Dopo le elezioni del 1994, tutti i turni elettorali successivi (1996, 2001, 2006, 2008) sono stati appannaggio della coalizione politica che, al voto immediatamente precedente, era uscita sconfitta. Nel 2013, viceversa, il fenomeno non si è ripetuto. La politica, si sa, non ha leggi, ma solo regole, con eccezioni che accorrono zelanti a confermarle. Nel mondo occidentale la regola dell’incumbency advantage è, da molto, caso di scuola e, da prima, retaggio consolidato dell’esperienza elettorale. Nelle democrazie avanzate dell’alternanza, l’incumbent, colui che detiene la carica oggetto della contesa elettorale, gode di un vantaggio oggettivo sul suo sfidante, il challenger, che si compone di una serie di elementi: a) più alti indici di popolarità; b) benefici che derivano per via diretta …

“Sindacati e imprese, quel patto che serve alla ripresa”, di Paolo Guerrieri

Il patto per la ripresa siglato alla Festa Democratica di Genova da sindacati e Confindustria costituisce una lista di priorità economiche davvero preziosa in vista dell’appuntamento decisivo di quest’autunno della legge di Stabilità. Allo stesso tempo, il fatto che sia stato presentato proprio alla Festa Democratica potrebbe offrire un’occasione unica per rimettere al centro del confronto precongressuale del Pd, ancora troppo concentrato su nomi e schieramenti, una serie di temi di fondamentale importanza per far uscire l’Italia dalla gravissima crisi in cui è tuttora immersa. Il documento delle parti sociali denota, innanzi tutto, una piena consapevolezza della fase per certi versi eccezionale che stiamo attraversando. È una crisi che ha assunto contorni addirittura più gravi di quella degli anni 30, proprio perché l’economia italiana è stata una delle più colpite in Europa e il suo stato di salute era già debole prima della crisi. Altrettanto condivisibile è l’enfasi posta nel documento sulla necessità di tornare a crescere per il nostro Paese, visto come una sorta di imperativo categorico, non solo per smaltire l’elevato stock di …

Stefano Fassina «Le abitazioni di maggior valore vanno tassate», di Luigina Venturelli

Un pungolo affinché l’azione dell’esecutivo Letta si prepari ad una legge di Stabilità più attenta alle forze produttive e meno a quelle della rendita. È quanto dovrebbe diventare il documento unitario delle parti sociali, non solo negli auspici dei suoi sottoscrittori, ma anche in quelli dell’anima democratica del governo stesso. A cominciare dal viceministro all’Economia Stefano Fassina. Come giudica l’iniziativa unitaria di Cgil Cisl, Uil e Confindustria per dettare al governo gli obiettivi da perseguire in vista della ripresa? «Già nei mesi scorsi i sindacati confederali, l’associazione degli industriali e tutte le altre forze sociali avevano dimostrato piena consapevolezza della delicata fase che il nostro Paese sta affrontando. Ed oggi, dopo l’accordo sulla rappresentanza e democrazia nei luoghi di lavoro, hanno confermato di essere degli attori imprescindibili per riportare l’Italia sulla via della crescita e dello sviluppo economico. Da questo punto di vista mi sembra molto importante il riconoscimento della governabilità come valore da difendere». Purché, si legge nel documento, la governabilità porti a soluzioni ai problemi reali del Paese. «Certo senza stabilità non è …