Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Questa politica da cambiare”, di Claudio Sardo

C’è uno scarto enorme tra le necessità di un paese ferito dalla crisi e dalla disoccupazione e questo dibattito pubblico, legato ai dilemmi di Berlusconi che tenta di sottrarsi a una sentenza definitiva, dalla quale sottrarsi è impossibile. C’è uno scarto enorme tra le responsabilità che gravano sulle spalle del Pd (nonostante l’insuccesso elettorale) e questa parodia di confronto precongressuale su date e regole. C’è uno scarto enorme anche tra le domande di rinnovamento, affidate da milioni di cittadini al Movimento 5 Stelle, e il cinismo di Grillo che lavora per lo sfascio di questa e della prossima legislatura. Eppure l’Italia non ha tempo. Né la politica ha tempo. La sua impotenza è la causa prima di tutte queste fratture: e ora siamo davanti a una vera e propria crisi di sistema. Non è un caso se nell’ultimo decennio l’Italia sia cresciuta meno degli altri Paesi occidentali, se abbia perso più lavoro, più risorse, più produttività. Per questo la flebile ripresa dell’Eurozona, pur con tutte le sue contraddizioni, è adesso per noi una prova decisiva. …

«Più export per l’impresa È pronto il Piano Italia», di Massimo Franchi

«A settembre affronteremo i problemi del settore auto, con massima priorità alla Fiat». In un pausa del percorso della ferrata delle trincee sulle Dolomiti, immortalato anche su twitter, il ministro Flavio Zanonato, figlio di un operaio Fiat, annuncia le sue sfide di settembre: dagli investimenti del Lingotto al Piano Italia per internazionalizzare le nostre imprese, dal decreto per ridurre dell’8 per cento la bolletta energetica degli italiani alla soluzione dei tavoli di crisi. Ministro Zanonato, istituti di statistica e investitori internazionali parlano di un inizio di ripresa per l’Italia che parte pro- prio dall’industria. Come la vede dal suo punto di osservazione? «Come ci insegna il fondatore del vostro giornale Antonio Gramsci, bisogna operare con l’ottimismo della volontà e il pessimismo dell’intelligenza. Ci sono molti segnali che danno l’idea di una ripresa. Proprio per questo non dobbiamo adagiarci, ma lavorare alacremente per rafforzarla e riportare l’Italia a quei trend di crescita che sono consoni ad un grande Paese». E come si può agganciare la ripresa velocemente, fare politica industriale e fermare la disoccupazione? «La nostra …

“Non sprecare l’occasione del governo”, di Bruno Gravagnuolo

L’Italia, il governo, il partito. E sullo sfondo l’Europa. È da queste coordinate che deve muovere ogni analisi sul «che fare» per la sinistra. Perché queste sono le circostanze selettive che ne plasmano le scelte e il cammino. E queste le grandi questioni su cui è necessario misurarsi. Senza trincerarsi dietro comodi stati di necessità, che fungano da alibi per non scegliere o navigare a vista. E allora l’Italia e il governo del Paese. Nasce quest’ultimo da un’impasse, alla quale è tempo di dedicare un’analisi circostanziata. Dai limiti di programma – nazionale e continentale – alle debolezze di comunicazione, all’idea di aver avuto la vittoria in tasca. Ma nella stretta in cui siamo e confortati dalle amministrative, questo governo, oltre che l’unico consentito, resta un’occasione importante per conseguire alcuni obiettivi di fondo. Innanzitutto portare il Paese fuori dalle secche della crisi economica e metterlo al riparo dai ricatti dei mercati finanziari. Dunque, risanamento e redistribuzione. Semplificazione burocratica e taglio degli sprechi, moltiplicati dalla proliferazione dei centri di spesa. Una grande operazione di riallocazione delle risorse. …

“Il premier: ora misure per le imprese. Varrà la pena di investire in Italia”, di M. Antonietta Calabrò

Letta annuncia il decreto «Fare 2». «L’Europa non può essere solo sacrifici». «Dobbiamo, prima di tutto, avere maggiore fiducia in noi stessi. Uscire da quella cappa di sottovalutazione, autolesionismo, che troppo spesso ci toglie ossigeno. Dimostrare all’Europa e al mondo che non c’è più bisogno che ci si dica di fare i “compiti a casa”. I sacrifici li abbiamo fatti e li stiamo facendo non perché ci sia qualcuno ad imporceli, ma perché siamo un Paese adulto che vuole ricominciare a costruire il futuro dei propri figli. L’Italia può farcela: questo è il messaggio». Intervistato dal Sussidiario.net, il premier Enrico Letta anticipa le linee guida dell’intervento che pronuncerà domani per l’apertura del Meeting di Rimini. Dopo una pausa estiva-lampo, 5 giorni con figli e famiglia a Pisa, la prima uscita pubblica di Letta sarà al dibattito su «Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali» che inaugurerà il tradizionale appuntamento di Comunione e Liberazione. Discorso incentrato sull’inevitabilità del nostro ruolo in Europa, ma in un Europa che «sia veramente l’Europa dei popoli» e «non del rigore e basta». …

“Cosa c’è dietro l’attacco al presidente”, di Michele Prospero

Cosa si muove dietro l’attacco reiterato di certi ambienti politico-culturali contro il Presidente della Repubblica? Tra gli affondi spericolati dei falchi della destra, le giravolte aggressive di Grillo e le sciabolate provenienti da un giustizialismo antipolitico caldeggiato da influenti giornali-partito, esiste una grande convergenza nel puntare il fuoco contro il Quirinale. C’è di sicuro del metodo in così tanta follia. E in effetti, entro una crisi di sistema che potrebbe subire in qualsiasi momento una improvvisa torsione catastrofica, il Colle è rimasto l’essenziale elemento di tenuta dell’ordinamento repubblicano. Franati sono i partiti, che per la loro evanescenza ed elevata frammentazione interna non possono più operare come reali fattori di stabilizzazione. Il Parlamento versa in un continuo stato di affanno per la presenza di un tripolarismo polarizzato che impone rimedi di emergenza e sollecita continui sforzi del Colle per costringere gli attori in campo ad adottare un minimo di razionalità strategica. Il valore politico della stabilità è al centro della politica istituzionale dell’ultimo Napolitano. La tenuta del quadro parlamentare è da lui percepita come un elemento …

“La condizione per arrivare al 2015”, di Claudio Sardo

In un Paese normale oggi si discuterebbe soprattutto dei timidi, eppure importanti segnali di ripresa europea: di come rafforzarla – a fronte del rallentamento delle economie emergenti – e di come evitare che la disoccupazione resti una variabile indipendente. In un Paese normale si discuterebbe con serietà di riforme, dopo il fallimento della seconda Repubblica. Altro che presidenzialismo! Dobbiamo ammodernare e rendere efficiente quel sistema parlamentare, che i nostri costituenti ci hanno consegnato e che nell’ultimo ventennio è stato manomesso (mentre nel resto d’Europa funziona bene). Invece, mentre l’Egitto diventa l’epicentro di un Medio oriente destabilizzato e potenzialmente esplosivo, mentre l’Occidente mostra la sua drammatica impotenza, in Italia si parla di Berlusconi che non ha ancora deciso se ribellarsi (?) o accettare la condanna a suo carico. Si parlasse almeno del futuro della destra dopo Berlusconi, dell’ormai inevitabile cambiamento di uomini e di strategie, dell’apporto (o della rinuncia) della destra al governo Letta e a questa breve legislatura, che comunque non potrà spingere le elezioni politiche oltre la primavera del 2015. Invece no. Da noi …

“La mossa del Colle che toglie ogni alibi”, di Claudio Tito

Gli alibi a questo punto sono caduti per tutti. Per il centrodestra, per il centrosinistra e soprattutto per il governo. La mossa di Napolitano ha strappato il velo delle contrapposte ipocrisie. Adesso nessuno può avere giustificazioni. Ognuno deve dimostrare di essere in grado di svolgere il compito che gli è stato affidato dal Quirinale e, in primo luogo, dagli elettori. La mossa del presidente della Repubblica, infatti, produce potenzialmente effetti già dalla prossima settimana. Di fatto, ha consegnato a Palazzo Chigi una sorta di lasciapassare per un altro anno. Una green card per arrivare a luglio 2014, quando prenderà il via il semestre di presidenza dell’Unione europea. Si tratta di una boccata d’ossigeno rilevante per un esecutivo che fino ad ora è stato strattonato dalla tempesta giudiziaria che ha investito il capo del Pdl, Silvio Berlusconi, e anche dagli imbarazzi del Pd a far parte di una coalizione di larghe intese. Una difficoltà che ha impedito al Partito democratico di imporre almeno segmenti della sua linea al governo. Lasciando che fosse il centrodestra a caratterizzare …