Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Presto un altro strumento per favorire la parità di genere”, di Valeria Fedeli

Nello scenario disegnato dalla crisi, con sfide inedite da affrontare e nuovi percorsi di crescita da realizzare, il ruolo delle donne può essere decisimo. Per orientare le politiche pubbliche alla ripresa economica e produttiva, alla riduzione delle diseguaglianze, alla coesione sociale e all’equità, non si può prescindere oggi dall’analisi e dalla verifica dell’impatto di genere, sulla scia dell’impostazione mainstreaming assunta in sede europea sin dal 2006. Oggi in Italia le donne continuano a dover affrontare condizioni di vita più dure e discriminatorie. È una questione di modelli culturali, di stereotipi, di debolezze di sistema, di inefficacia delle politiche pubbliche. Oggi in Italia lavora il 47,1% di donne, rispetto ad una media Ue del 58,6%. Chi lavora poi fatica a trovare posizioni qualificate, viene pagata meno degli uomini, non riesce a fare carriera. Ancor più con la crisi: tra il 2008 e il 2012, secondo i dati Istat, si sono persi 376.000 posti di lavoro qualificati occupati da donne, mentre le posizioni non qualificate sono 242.000 in più. Inoltre le donne continuano a essere pagate meno …

“Le riforme che chiedono gli investitori”, di Francesca Manacorda

Un fremito di vita in un Paese bloccato. L’accordo annunciato ieri, che introduce maggiore flessibilità in 800 posti di lavoro per l’Expo 2015, firmato da tutte le sigle sindacali, non è importante solo per il suo contenuto, né esclusivamente per eventuali altre applicazioni che potrà avere. È importante soprattutto perché segnala che – se lo si vuole – si possono superare contrapposizioni in apparenza insanabili per gettare qualche seme di crescita e innovazione, per cambiare regole che sembrano incise nella roccia mentre attorno tutto si modifica a gran velocità. Ma la scintilla che arriva dall’Expo, assieme ad altre luci – una per tutte il decreto che ha sbloccato i pagamenti della pubblica amministrazione, non basta ad illuminare un quadro che resta in buona sostanza oscuro. Gli investimenti che creano lavoro e fanno girare l’economia si contraggono: i capitali italiani appaiono sempre più scoraggiati e spesso dilaniati tra il desiderio di restare in Italia e la necessità di spostarsi verso terre più accoglienti; quelli internazionali sono sempre più diffidenti verso un Paese che non riescono a …

“La vera riforma è abolire il porcellum”, di Ezio Mauro

In questo Paese sospeso, che vive una crisi economico-finanziaria molto pesante, una crisi di rappresentanza evidente e una crisi di fiducia preoccupante, sembra quasi che si sia rinunciato alla politica come strumento- guida di un sistema disorientato. Le elezioni con due sconfitti (Pd e Pdl) e un outsider egoista – M5S – hanno imballato il Parlamento. Il suicidio del Pd nel voto per il Quirinale ha certificato l’impotenza finale del sistema, con la politica che non riesce a dar forma alle istituzioni, nemmeno a quella suprema. Il governo di necessità che è nato da questo quadro disperato porta con sé tutte le contraddizioni della fase, a partire da una alleanza contronatura tra destra e sinistra che si giustifica solo se fa quattro cose indispensabili per sgombrare la strada ostruita della politica e riportare il Paese al voto: cambiare la legge elettorale, ridurre i costi della politica, negoziare con l’Europa un diverso rapporto tra austerità e crescita, affrontare il dramma del lavoro. Letta sta negoziando seriamente con Bruxelles e Berlino: tutto il resto è invece avvolto …

“Quei buchi nella versione di Alfano che hanno trascinato il governo nel caos”, di Carlo Bonini

Come il morto che si afferra ai vivi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano trascina nel suo abisso di omissioni, contraddizioni, opacità chi con lui ha politicamente condiviso il caso Ablyazov nei cinquanta giorni di silenzio (31 maggio-12 luglio) successivi all’espulsione di Alma Shalabayeva e della sua bimba Alua. Il ministro degli esteri Emma Bonino, quello della Giustizia Annamaria Cancellieri, lo stesso Presidente del Consiglio, Enrico Letta. E polverizza ogni traccia di residua collegialità del Governo, costringendo ora ciascuno dei protagonisti dell’affaire, a muoversi in ordine sparso per dar conto, in solitudine, delle proprie mosse. UN’INFORMAZIONE VELENOSA Nella lunghissima dissimulazione di quanto accaduto tra il 28 e il 31 maggio nel quadrilatero Viminale — Questura di Roma — villa di Casal Palocco — Ufficio Stranieri — il peccato originale è infatti nella rapidità con cui, il 3 giugno (dopo aver ricevuto un primo appunto dalla Questura di Roma), il ministero dell’Interno liquida la vicenda come un’ordinaria pratica di espulsione che ha seguito altrettanto “ordinarie” prassi amministrative. L’informazione — come è ormai documentalmente accertato — è infatti …

“La violenza omofoba si condanna con la legge, non a parole” di Walter Verini, Ivan Scalfarotto

L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità. L’Unione Europea considera l’omofobia analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo e molti Stati europei hanno introdotto nuovi strumenti normativi idonei ad una migliore tutela legale contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. L’Italia è in grave ritardo nell’affrontare il tema del contrasto all’omofobia e transfobia. È urgente quindi una legge che ci permetta di frenare l’escalation di aggressioni e discriminazioni di cui abbiamo notizia sempre più frequentemente dalla stampa e dalle televisioni. In tutta Europa, un omosessuale su quattro è stato vittima di violenza o di minacce violente, e l’Italia risulta al penultimo posto, prima della sola Bulgaria, dal punto di vista legislativo sul piano dell’equiparazione dei diritti. Ci sono stati in Italia, solo nel 2012, sette omicidi a seguitodi aggressioni omofobiche o transfobiche e numerosi atti di violenza verbale e fisica. È urgente una legge non solo contro l’omofobia, la paura dei gay, ma contro l’odio verso di essi. Perché l’omofobia, per essere tale, proprio come il razzismo, …

“Il tempo ti ringiovanisce” e con il compleanno di Grillo ritorna il culto del Capo, di Filippo Ceccarelli

Dieci giorni fa Grillo è andato al Quirinale, in giacca e cravatta, ma poi al Senato si è voluto cambiare, indossando una bella camiciona a scacchi con cui ha tenuto una conferenza stampa. In quel frangente si è notato che nei corridoi l’ex presidente del gruppo 5Stelle, Vito Crimi, recava un prezioso involucro a mano, contenente i panni del Fondatore. Ieri, genetliaco di Grillo (65 anni), il medesimo, servizievole senatore Crimi ha inteso rendere pubblici i suoi auguri con il seguente tweet: “65 anni fa nacque una persona speciale… che 8 anni fa ha cambiato le nostre vite, che ha dato il LA a una rivoluzione culturale ineluttabile e inarrestabile… Benché la sua età anagrafica cresca, la sua età biologica recupera di anno in anno stando in mezzo alla gente che gli vuol bene. Grazie di cuore Beppe… grazie”. Ma non è Crimi il soggetto principale di questo testo, che pure per il suo accesso messianismo e per certe problematiche alla Scapagnini su età anagrafica e biologica, rappresenta comunque un rimarchevole documento. Tanto meno è …

“Non solo la politica”, di Carlo Galli

Questo non è un governo di larghe intese, né di unità nazionale; e non è neppure un governo dell’inciucio. Non nasce da decisioni alte, né da basse. È un governo nato per fare non «politica», ma «politiche», come ha detto il presidente Enrico Letta il giorno in cui ha ottenuto il voto di fiducia del Parlamento. È figlio quindi tanto del caso, cioè della contingenza – della serie di errori e sconfitte che il Pd ha alle proprie spalle – quanto della necessità, del duro giogo di Ananche. Il Pd governa insieme al Pdl non per amore, né per convenienza, né per calcolo, e neppure per pacificare la nazione; ma per assoluta e radicale mancanza di alternative e per spirito di responsabilità davanti alla nazione: non sono possibili altri governi né altre maggioranze, e neppure nuove elezioni. Governo non politico e non tecnico (dato il non grande successo del governo di Monti), ma governo della necessità che si sforza di essere di servizio – cioè di servire a qualcosa. Questo è il governo Letta. Il …