Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Cassa in deroga firmato il decreto. Pronti 550 milioni”, di Valerio Raspelli

Mentre il Pd presenta un dossier con gli ultimi dati sulla crisi, il ministro Saccomanni e Giovannini firmano il decreto sugli ammortizzatori in deroga che assegna 550 milioni a Regioni e Province autonome per la concessione o la proroga della cassa integrazione in deroga per il 2013 ai lavoratori delle aziende in crisi. L’importo, che trova copertura nel Fondo sociale per l’occupazione, comprende il trattamento di sostegno al reddito e il riconoscimento della contribuzione figurativa. TRE PUNTI CHIAVE Un provvedimento atteso e dovuto, specie se si guarda al dossier presentato ieri dall’associazione Lavoro e Welfare. Negli ultimi quattro anni l’occupazione in Italia è scesa, in valori assoluti, da 23 milioni e 376mi1a a 22 milioni e 919mila unità. Un calo di 465mila lavoratori, che rappresentano il 2 per cento. Occorre evidenziare che, nel solo quadriennio 2008-2012, il calo dei lavoratori dell’industria (senza le costruzioni) è stato di 392.562 unità lavorative. E questo nonostante il fatto che il numero delle persone in età di lavoro sia nel frattempo aumentato di circa 500mila unità. Sintetizzando: più aspiranti …

“Perché ridurre gli ordini di acquisto”, di Claudio Sardo

Il Parlamento è il luogo democratico dove si assumono le decisioni politiche più importanti per il Paese, comprese quelle che riguardano il modello di Difesa e le linee di ammodernamento della tecnostruttura militare. Non sempre è stato così, ma la legge 244 approvata nella passata legislatura ha rafforzato il ruolo delle Camere, pur in presenza di una crescente interdipendenza dei sistemi d’arma. La riunione di ieri del Consiglio supremo di Difesa ha aperto una polemica perché il suo comunicato finale si riferiva, in modo esplicito, a una recente decisione del Parlamento sugli F-35 (avviare un’«indagine conoscitiva» prima di deliberare l’acquisto di nuovi velivoli). Tuttavia, se l’intento era ribadire il carattere ormai definitivo dell’impegno italiano sul programma F-35, il bersaglio polemico non può essere soltanto la larga maggioranza della Camera che ha votato la mozione, ma ad essa va aggiunto il governo stesso, che ha dato parere favorevole e non ha fatto valere le prerogative ora rivendicate dal Consiglio supremo. Al di là della polemica, però, resta il groviglio di un dossier molto controverso, che rischia …

“La Ue premia l’Italia: più flessibilità nei conti”, di Andrea Bonanni

“Ce l’abbiamo fatta”. Con questo tweet il premier Letta ha commentato ieri l’annuncio della Commisione Ue che ha concesso più flessibilità ai Paesi virtuosi, tra cui l’Italia, a patto però che si rispetti il tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil. La Commissione europea riconosce il margine di flessibilità nei bilanci pubblici conquistato dai Paesi che, come l’Italia, sono usciti dalla procedura per deficit eccessivo. E nello stesso tempo cerca di fissare dei «paletti», delle regole che vincolino il governo ad un utilizzo virtuoso dei fondi (non molti) che saranno resi disponibili. Ieri il presidente della Commissione Barroso ha annunciato al Parlamento europeo «la concessione di deviazioni temporanee dal percorso del deficit strutturale verso gli obiettivi di medio termine » per i Paesi che rispettano il patto di stabilità. Tradotto dal gergo eurocratico, significa che la Commissione, nell’esaminare i bilanci nazionali del 2013 e del 2014, è disposta ad accettare che i Paesi in recessione, o con una crescita molto debole, possano derogare dal vincolo del pareggio strutturale di bilancio per fare investimenti produttivi, sempre a …

Conti pubblici, più flessibilità per l’Italia. Ue, ok agli investimenti per la crescita”, da repubblica.it

La Commissione Ue “consentirà deviazioni temporanee dal raggiungimento dell’obiettivo di medio termine” che consentiranno spese “produttive”, cofinanziate da Bruxelles. Lo ha annunciato il presidente Josè Barroso. Oggi il commissario Olli Rehn scriverà ai ministri europei per spiegare il nuovo approccio. Giovannini: “Possibile intervento sostanzioso”. Più flessibilità per i bilanci dei Paesi con i conti in ordine, a cominciare dall’Italia. Lo ha deciso la Commissione europea. Esulta il presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta che su Twitter scrive: “Ce l’abbiamo fatta! La Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per i prossimi bilanci per i paesi come l’Italia con i conti in ordine”. Di fatto Bruxelles “consentirà deviazioni temporanee dal raggiungimento dell’obiettivo di medio termine” che permetteranno “investimenti pubblici produttivi”, cofinanziati dalla Ue ha spiegato il presidente Josè Barroso. Il deficit. Oggi il commissario agli Affari economici, Olli Rehn, scriverà ai ministri europei per spiegare il nuovo approccio. Tuttavia la Commissione Ue ha voluto sottolineare che il deficit “non può mai superare il 3%,” nemmeno con le nuove regole per gli investimenti pubblici”. Gli …

Acqua? Non affondiamo nei luoghi comuni”, di Antonio Massarutto

Ci sono molte leggende metropolitane che si sono insinuate nella coscienza collettiva, tanto da avere avuto un ruolo non secondario nell’indirizzare il voto referendario. La prima è quella relativa agli investimenti. «Da quando è gestito con criteri privatistici, il sistema ha inanellato una drastica riduzione degli investimenti», afferma Marco Bersani su questo giornale. Mi spiace contraddirlo, ma è vero il contrario. Finché gli investimenti idrici sono stati a carico della fiscalità, la spesa annua (attualizzata) è sempre stata compresa tra i 10 e i 20 euro per abitante all’anno (€/ab/anno), con la sola eccezione dei primi anni 80: periodo della prima grande ondata di interventi nella depurazione. È appena il caso di notare che fu proprio in quella fase che il debito pubblico italiano spiccò il volo: è facile spendere soldi che non si hanno, prendendoli a prestito dalle generazioni future. Non appena il vincolo di bilancio iniziò a stringere, gli investimenti precipitarono. La media dei 90 è di 17 €/ab/anno,con punte al di sotto dei 10 euro. È facile intuire il perché: quando la …

“Famiglie il tesoretto è finito”, di Ettore Livini

Lo stop all’aumento Iva e la cancellazione dell’Imu? Una passeggiata. La vera finanziaria italiana, roba da Nobel dell’Economia, è quella che da quattro anni a questa parte hanno mandato in porto senza fanfare le famiglie tricolori. Siamo oltre le lacrime e il sangue: nel 2012, per dire, abbiamo tagliato 4 milioni di telefonate al giorno, ridotto di un quarto gli acquisti di case, comprato 80mila auto in meno, sforbiciato 3,4 miliardi di litri di benzina dal pieno (quanto basterebbe per girare 846mila volte la terra all’altezza dell’equatore). Ma essere formiche, ormai, non basta più: le uscite, causa crisi, superano le entrate. E l’Italia – per la prima volta dal Dopoguerra – è stata costretta a rompere il salvadanaio e mettere mano ai soldi risparmiati negli anni del boom per tirare avanti la carretta. I conti della serva sono facili come un compito di ragioneria. Voce “avere”: guadagniamo di meno – 98 miliardi in quattro anni per Confesercenti – e la nostra capacità di spesa è scesa dell’8,7% dal 2008, come dire che abbiamo perso per …

“La missione del governo”, di Michele Prospero

Ora anche Monti urla tutto il suo dolore contro il governo. Così fanno in tanti, ormai. Tutti vorrebbero che dal mito di un governissimo dai risvolti epocali si scendesse subito sul più prosaico governicchio che barcolla dinanzi al primo vento e perciò nella sbandata continua ogni partner tira a salvare la pelle. Eppure Monti è il meno autorizzato a scalciare in così malo modo l’esecutivo. Per gli altri partiti il cosiddetto governo di servizio era solo una dura imposizione, legata agli eventi che non lasciavano scampo. Per Monti no. Il governissimo è stato il suo grande sogno, l’obiettivo di una vita politica spericolata, almeno per l’incredibile imperizia e per l’assoluta mancanza di visione palesata ad ogni appuntamento cruciale. Ancora adesso si vanta di essere stato un protagonista della grande politica, solo per aver impedito alla destra e alla sinistra di vincere le elezioni. E però, invece di godere il plusvalore del suo epocale trionfo, Monti si agita, invoca verifiche, minaccia fulmini e saette. Con le truppe che poco lo stimano, proprio per le dubbie sue …