Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Una battaglia strategica", di Vittorio Emiliani

Il test elettorale che si svolgerà domani e lunedì non è soltanto romano e tuttavia, ancora una volta, il confronto per il Campidoglio assumerà il ruolo di prova strategica, nazionale. In realtà lo ha già rivestito al primo turno col secco ridimensionamento del Movimento 5 Stelle il cui candidato-sindaco si è fermato a quota così bassa da confinare il suo sempre più esagitato «profeta» a tenere comizi a Pomezia. Eppure era vasto il serbatoio di scontenti e di astensionisti che lo «sgoverno» della giunta Alemanno aveva alimentato. Malauguratamente gli ultimi cinque anni si possono considerare anni perduti per una Capitale del terzo millennio bisognosa di saldare antico e moderno in modo armonico, di essere insieme metropoli culturale, turistica, commerciale, industriale, del terziario avanzato, city politica e Comune verde, uno dei più verdi e agricoli d’Europa. Ma come poteva un sindaco salito al Campidoglio in mezzo ad una selva di saluti romani cogliere il senso profondo della sfida che Francesco Rutelli aveva ripreso all’inizio degli anni 90 dopo che le «giunte rosse» di Argan, Petroselli e …

"Le parole che Beppe dovrebbe conoscere", di Claudio Tito

«Il popolo italiano — nella sua parte migliore — si è dato un governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento ». Molto probabilmente Beppe Grillo non ha mai letto queste parole. Si tratta di Benito Mussolini in un famoso discorso pronunciato nel 1922. Ovviamente il paragone tra il capo del Movimento 5Stelle e il dittatore fascista è soprattutto un paradosso. E del resto nelle parole scriteriate dell’ex comico c’è un inconsapevole paradosso che impedisce un confronto autentico con un precedente tanto inquietante. Eppure quando un leader politico – e Grillo è un leader politico – si esprime in pubblico o in piazza, come è quella virtuale del suo blog, non può fare a meno di soppesare bene le parole che sta usando. La politica non è il palcoscenico in cui si recita una gag. Aver raccolto tanti voti alle ultime elezioni politiche impone delle responsabilità che sono superiori a quelle che si assumono quando si recita una parte. Paragonare le Camere ad una tomba, invocare la chiusura del Parlamento, …

"Piano giovani da 4,5 miliardi tra sconti, tirocini e formazione", di Roberto Petrini

Le parole-chiave sono «accelerazione e riprogrammazione». Il linguaggio è complicato e le procedure note solo a pochi iniziati, in serrato dialogo tra Roma e Bruxelles dove ai dossier presiede il commissario alle Politiche regionali, Johannes Hahn. Ma stavolta sulla partita dei «fondi strutturali europei» c’è uno spiraglio di concretezza: l’obiettivo è quello di destinare buona parte delle risorse assegnate all’Italia per mettere in piedi un piano-occupazione di 4,5 miliardi in tre anni, di cui 1,5 fin dal 2013. La partita sarà giocata dal presidente del Consiglio Enrico Letta in prima battuta nel vertice dei ministri Lavoro ed economia convocato a Roma la prossima settimana, il 14 giugno e, un mese dopo, il 15 luglio, in occasione del Consiglio europeo. Il target è preciso: convincere l’Europa a cambiare la «destinazione d’uso» di molti nostri progetti e indirizzarli tutti a favore dell’occupazione. Sul tavolo ci sono i celebri fondi strutturali europei, venduti e rivenduti dai governi che si sono succeduti, ma da sempre incagliati nella incapacità delle Regioni di fare progetti e di spendere effettivamente risorse sulla …

"I sogni a 5 stelle finiscono in Tv", di Curzio Maltese

“La grande tristezza”. È il titolo del film di questi mesi grillini. Il M5S era partito per fare la rivoluzione, «aprire il Parlamento come una scatoletta» e cento giorni dopo è già ridotto a festeggiare la poltrona da presidente di uno dei peggiori simboli della partitocrazia all’italiana, la commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. L’eroe di questa straordinaria impresa è l’onorevole cittadino Roberto Fico. È il tipico esponente del grillismo rampante, a partire dai due requisiti fondamentali. Primo, non avere la benché minima idea di come funzionino le istituzioni che si vorrebbero cambiare. In questo Fico è stato fantastico, nelle sue apparizioni televisive prima e dopo la nomina, straparlando di interventi sulla qualità dei programmi e sui palinsesti che la commissione parlamentare non può attuare per legge. E per fortuna, possiamo aggiungere. Secondo, agire in modo esattamente opposto allo scopo dichiarato. Nel caso di Fico e dei grillini il fine sarebbe quello di liberare la Rai dal controllo politico. Ma la prima cosa da fare, per liberare la Rai dai politici, sarebbe appunto l’abolizione della …

"Chiuse 55mila aziende manifatturiere. S&P: le banche hanno tolto 44 miliardi alle imprese", di Matteo Colaninno

“I dati comunicati oggi dal Centro Studi di Confindustria confermano la profondità della crisi e le sue pesanti ripercussioni sul sistema industriale italiano. È necessario tamponare con urgenza un’emorragia che tra il 2009 e il 2012 ha fatto chiudere i battenti a 55 mila imprese, al ritmo di 40 al giorno, e perdere oltre mezzo milione di posti di lavoro nel settore manifatturiero. Affinché l’Italia si confermi nei prossimi anni la settima potenza industriale del mondo e la seconda in Europa alle spalle della Germania, non possiamo più attendere l’adozione di nuove politiche industriali, fondate su una strategia di riposizionamento competitivo del nostro sistema industriale, che faccia dell’occupazione e innovazione i punti di riferimento imprescindibili. Per questo è necessario concentrare su queste due priorità le risorse che il governo riuscirà a recuperare e insistere a livello europeo per un cambiamento della linea politica della Ue, in modo da affiancare all’attenzione sui conti pubblici la spinta e il sostegno allo sviluppo”. Così Matteo Colaninno, parlamentare e componente della segreteria del PD. ***** Nel manifatturiero il calo …

"Il paradosso che può aiutare il cambiamento", di Luigi La Spina

Parte oggi, con la convocazione al Quirinale per l’insediamento della commissione dei 35 saggi, il nuovo tentativo di cambiare norme importanti della Costituzione italiana. Di una grande riforma del nostro assetto istituzionale, ormai, si parla da oltre 25 anni e da un quarto di secolo sono falliti tutti i tentativi per riuscirci. La domanda che gli italiani si stanno facendo in questi giorni, perciò, è ovvia e parte da un’osservazione di puro buon senso: visto che il Paese soffre la più grave crisi economica dalla nascita della Repubblica ed è attraversato da tensioni sociali molto forti è davvero questo il momento più opportuno per provarci ancora una volta? Non sarebbe meglio che il governo si concentrasse sull’emergenza più preoccupante per la vita quotidiana di tanta gente e rimandasse il grande progetto di riforma a tempi migliori? Il dubbio non solo è legittimo, perché il buon senso è una virtù, nonostante la sua cattiva fama presso intellettuali e politici nostrani, ma è anche opportuno, perché la comprensione dei cittadini, in una democrazia, dovrebbe costituire la spinta …

"Tre milioni di precari con una paga media di 836 euro al mese", di Massimo Franchi

I precari in Italia sono ben 3.315.580, guadagnano mediamente la miseria di 836 euro mensili e uno su tre è impiegato nella pubblica amministrazione. È uno dei tantissimi dati contenuto nel «Rapporto sui diritti globali 2011′, quest’anno sottotitolato «Il mondo al tempo dell’austerity», redatto dall’associazione «Società INformazione » e promosso, tra gli altri, dalla Cgil (Legambiente, Action Aid, Arci, Antigone) e presentato ieri mattina a Corso Italia. Nelle 1.100 pagine dell’undicesimo rapporto curato da Sergio Segio, il lavoro ha un ruolo centrale e riguarda ben tre dei sette capitoli di argomento, prima della impressionante mole di dati. Proprio in questa sezione si scopre che solo il 15% dei precari ha conseguito una laurea, il 46% dei precari ha un diploma di scuola media superiore. «Nella scuola e nella sanità hanno trovato una occupazione 514.814 persone, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299». Se si includono poi «i 119mila circa che sono occupati direttamente nella Pubblica Amministrazione (Stato, Regioni, enti locali, ecc.) – afferma ancora l’indagine – , il 34% del totale dei precari italiani …