Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"La democrazia fredda", di Michele Prospero

C’è un generale calo dei votanti nelle elezioni amministrative, malgrado il presidenzialismo comunale, che chiama all’elezione diretta del sindaco. Cresce (con schede lunghe un metro e mezzo) l’attenzione alla politica come arena in cui trovare accesso e visibilità. Ma precipita la credibilità della politica e si appanna il senso della sua stessa funzione storica. Solo a Roma si sono presentate 40 liste e circa duemila sono i candidati in lizza. Si tratta di una mini città, conteggiando anche le scalate ai posti di consiglieri nei municipi. In fondo, la politica è vissuta come la residuale arena in cui è possibile sperimentare una qualche forma di mobilità in un mondo altrimenti bloccato negli ascensori sociali. Aumentano perciò i soggetti della competizione in un quadro però di eclisse della fiducia accordata dal pubblico alla politica. Le metafore crepuscolari (de-democratizzazione, deconsolidamento, post-democrazia) sono molto realistiche nel cogliere l’odierna alienazione politica. Le immagini aurorali che annunciano il bel trionfo di una agorà elettronica, di una società ormai trasparente e di una sfera pubblica dialogica sono invece edificanti e illusorie. …

"I sei eurocomandamenti", di Andrea Bonanni e Alberto D'Argenio

Ora è ufficiale: Olli Rehn mercoledì proporrà la chiusura della procedura per deficit eccessivo dell’Italia. Il Commissario europeo Affari economici proporrà la decisione al resto della Commissione per mettere fine alla vertenza aperta contro l’Italia nel 2009 per colpa del governo Berlusconi. Un passo fondamentale che premia il risanamento del governo Monti e la credibilità con la quale l’esecutivo di Enrico Letta si è presentato in Europa: secondo la Commissione l’Italia ha terminato il 2012 con un deficit al 3% e nel 2013 dovrebbe restare al 2,9%, dunque sotto l’asticella di Maastricht. Obiettivo che a politiche invariate centrerà anche nei prossimi due anni, condizione per chiudere la procedura. La decisione darà nuovi margini di manovra al governo, tanto che il premier Enrico Letta, pur con cautela e senza trionfalismi, con i suoi collaboratori si è detto «soddisfatto» del passo ormai imminente stando alle bozze che circolano a Bruxelles. Rientrando tra i paesi virtuosi l’Italia non sarà più sottoposta a quei vincoli sulla spesa che hanno imbrigliato l’azione del governo in questi anni. E, al contrario …

"Record astenuti. Per il governo una prova in più", di Federico Geremicca

Non sono bastati diciannove candidati a sindaco, 1.667 aspiranti consiglieri comunali, alcune altre migliaia in lizza per un seggio nei municipi ed una scheda elettorale lunga nientedimeno che un metro e venti centimetri. E i casi sono due: o nemmeno una tale, gigantesca kermesse messa in piedi per la scelta del nuovo sindaco di Roma è stata sufficiente a motivare i cittadini chiamati alle urne. Oppure – e non ci sentiremmo di escluderlo – è stato proprio quest’ennesimo confuso, discutibile e dispendioso «carnevale elettorale» a contribuire a tener la gente lontana dai seggi. Sia come sia, la Capitale tocca il suo record negativo di partecipazione al voto in una tornata amministrativa: solo il 37,7% all’ultima rilevazione di ieri (ore 22). Che vuol dire quasi venti punti percentuali in meno rispetto alle elezioni di cinque anni fa. E se Roma piange, non è che il resto d’Italia rida. L’affluenza alle urne è infatti precipitata praticamente ovunque attestandosi poco oltre un misero 44 per cento, il che vuol dire quasi sedici punti percentuali in meno rispetto al …

"L’ultimo atto dei teatri lirici", di Luca Dal Fra

Sono parecchie le grane che Massimo Bray ha trovato sulla sua scrivania di Ministro per i beni e le attività culturali: forse la più appassionante riguarda la musica nel nostro Paese. In tutto il mondo l’opera parla italiano, grazie a uno straordinario repertorio lasciatoci dai nostri compositori che sta conquistando sempre nuovo pubblico dall’Asia al Sudamerica all’Africa e perfino in Europa -, ma in Italia il melodramma vive la stagione più triste della sua storia, d’altronde insieme alla musica sinfonica e da camera vessate da iniqui e inutili provvedimenti varati dal Governo Monti. Se nei giorni scorsi hanno fatto scalpore i lavoratori delle librerie Feltrinelli che per evitare i licenziamenti abbiano scelto la cassa integrazione di solidarietà, non tutti sanno che la cosa avviene da anni nelle Fondazioni lirico-sinfoniche, i nostri maggiori teatri lirici. C’è poi la crisi endemica che attraversiamo, con oltre 10 anni di continui tagli agli investimenti pubblici del settore; su tutto pesa la Legge 100/2010, la cosiddetta riforma Bondi, che nei discorsi di quell’ineffabile ministro avrebbe dovuto «salvare la lirica» e …

"Il semipresidenzialismo vuol dire cambiare Costituzione", di Francesco Cundari

A leggere i giornali, si direbbe che sul modello francese nel partito democratico siano ormai tutti, o quasi tutti, d’accordo. Legge elettorale a doppio turno e semipresidenzialismo sarebbero dunque la risposta migliore al montare dell’antipolitica, l’unica davvero all’altezza della richiesta di rinnovamento che sale dal Paese. Curiosa conclusione, considerato che si tratta della proposta uscita quindici anni fa dalla famigerata bicamerale D’Alema. Addirittura surreale, se consideriamo come nella lunga serie di crisi istituzionali in cui la politica italiana si dibatte da almeno tre anni l’unico punto di riferimento certo, l’unica istituzione riuscita a conservare credibilità e capacità di svolgere il proprio ruolo, a detta di tutti, è proprio la presidenza della Repubblica. Vale a dire l’unica istituzione rimasta intatta in questi venti anni di continua torsione del sistema in nome di uno spirito del bipolarismo maggioritario del tutto estraneo al nostro dettato costituzionale. Molti autorevoli osservatori sostengono che l’emergenza di oggi sia salvare questo bipolarismo ed evitare il ritorno al proporzionale. Non c’è da sorprendersi: anche all’indomani del fallimento di Lehman Brothers molti autorevoli economisti …

"I nuovi conti dei partiti", di Ettore Livini

Uno per mille, meno soldi per tutti. Il finanziamento pubblico ai partiti – a vent’anni dal referendum – si prepara (forse) a celebrare davvero il suo funerale. E ad entrare nella terra incognita dei contributi privati. A dare la linea è stato il premier Enrico Letta: «I cittadini che lo desiderano potranno destinare alle formazioni politiche l’uno per mille dell’imposta sul reddito», ha annunciato. Le tecnicalità del provvedimento sono ancora da scrivere. Ma due cose paiono certe: la torta dei quattrini a disposizione rischia di ridursi drasticamente. E se passerà la linea — attualmente più gettonata — di donazioni dirette (con l’indicazione del gruppo destinatario nella dichiarazione dei redditi) la mappa delle entrate della “Politica Spa” rischia di essere ridisegnata. A tutto vantaggio dei partiti — come la Lega — radicati nelle aree più ricche e popolate del paese. Ecco come potrebbero cambiare le cose. RIMBORSI ADDIO I 159 milioni stanziati dopo le elezioni dello scorso febbraio (45,8 milioni al Pd, 42,7 ai 5 Stelle che non li accetteranno, 38 al Pdl) saranno il canto …

"La spinta delle città", di Claudio Sardo

Oggi e domani sono chiamati alle urne 7 milioni di italiani, un terzo dei quali cittadini romani. Le elezioni amministrative sono anzitutto la manifestazione di volontà di un comunità civica, finalizzata a costituire e indirizzare il proprio governo locale. Dimenticare questa priorità vuol dire negare valore alle autonomie, e spesso letture iperpoliticiste inducono a sbagliare le analisi oppure a strumentalizzare i risultati. Tuttavia un test così vasto e importante, a tre mesi da elezioni politiche concluse senza un vero vincitore, non potrà non avere anche una valenza generale. Sono palpabili la delusione, la sfiducia, la sofferenza che attraversano il corpo sociale del Paese – come hanno dimostrato venerdì le difficili piazze di Roma. È evidente la paralisi del nostro sistema politico. Ed è ancora più esplicita, più urgente la domanda di una svolta nell’azione di governo: a partire dal lavoro, dal rilancio della domanda interna, dall’ossigeno di cui hanno bisogno le imprese, dalla necessità di riequilibrio nel senso dell’uguaglianza. Sì, perché la disuguaglianza sta diventando uno dei fattori del declino nazionale. Il voto dei cittadini …