Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Statali in sciopero a settembre, Oggi esodati in piazza", di Massimo Franchi

Un’ora di confronto senza il ministro. I sindacati degli statali, con l’eccezione della Cisl, decidono immediatamente di proclamare lo sciopero generale per venerdì 28 settembre. Allo sciopero si unisce poi la manifestazione nazionale del comparto scuola fissata dalla Flc Cgil per sabato 20 ottobre. Il tutto alla vigilia del presidio unitario sul tema degli esodati dalle 9,30 di questa mattina alla piazza del Pantheon a Roma. Con il ministro Filippo Patroni Griffi murato in commissione al Senato per gli emendamenti alla spending review, a ricevere i sindacati è stato il capo dipartimento Antonio Naddeo. Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni: no ai tagli del 10 per cento al personale e nessun accordo sulla gestione della mobilità per gli esuberi. A poco è servito l’annuncio, arrivato nel pomeriggio, di un nuovo incontro fissato dal ministro (e questa volta Patroni Griffi garantisce la presenza) per lunedì 30 alle 11. Passano poche ore e Fp Cgil da una parte e Uil-Flp e Uil Pa dall’altra comunicano la data della mobilitazione generale: Uno sciopero «per cambiare la politica economica …

"Ecco perché non voglio rinunciare a fare il prof", di Paolo Di Paolo

Paolo Di Paolo è uno scrittore romano di 29 anni Esordisce nel 2004 con i racconti Nuovi cieli, nuove carte ed è autore di libri-intervista con giornalisti e scrittori. Il suo ultimo romanzo è Dove eravate tutti (2011) che Antonio Tabucchi definì «un felice ingresso in una narrativa impegnativa e matura» È stato l’appuntamento collettivo di una generazione. I test di ammissione al Tirocinio formativo attivo — la nuova trafila prevista per l’abilitazione all’insegnamento — hanno chiamato a raccolta migliaia di laureati. Laureati freschi, laureati da un po’, dottori di ricerca: un vero esercito di giovani in cerca di un porto sicuro dietro una cattedra scolastica. Un sogno? Forse in passato. L’aria con cui molti hanno affrontato i Tfa era piuttosto da ultima spiaggia. Ieri mattina, alla prova per l’insegnamento delle materie letterarie nelle scuole medie e superiori, ho incrociato facce di compagni d’università persi di vista — ed erano un po’ più rassegnate, un po’ più stanche. Ma sì, proviamo anche questa: «I miei mi hanno detto di tentare, sono più in ansia di …

"La carica degli aspiranti precari", di Raffaello Masci

Cercate di entrare per la porta stretta» dice il Vangelo di Matteo (7,13), e uno pensa a quella del Paradiso. Ma c’è una porta ancora più stretta, ed è quella della scuola, eppure sono in tanti a bussare, pur sapendo che quella porta – a differenza di quella del Paradiso, si spera forse non si aprirà mai. 130 mila italiani, in grande maggioranza non più giovanissimi, quasi sempre delusi e qualche volta anche depressi, stanno rimettendo piede in questi giorni nelle università perché, dopo aver tentato una o più strade professionali, hanno deciso di percorrere quella più tradizionale per i laureati italiani: l’insegnamento. E il primo step su questa inerpicata via è il test per il Tfa: già la sigla – sibillina spaventa, figurarsi la sostanza. Per capire la cosa, occorre tornare ai tempi di Mariastella Gelmini, la quale aveva previsto che per diventare insegnante non fosse più adeguato il vecchio corso di abilitazione, ma fosse meglio fare un tirocinio formativo attivo (un Tfa appunto), cioè un anno di formazione, organizzato dalle università, con un …

"Ecco perché ci rinuncio L'Italia non è più un Paese per insegnanti", di Silvia Avallone

in quarta elementare, quando le maestre proposero alla classe d’interpretare l’ennesima fiaba di Andersen per la recita di fine anno, un gruppetto di scolarette dissidenti di cui facevo orgogliosamente parte alzò la mano in segno di protesta. Era il 1993. Le nostre insegnanti sgranarono gli occhi. Noi, con l’impertinenza tipica dei nove anni, ribattemmo che no, non volevamo saperne di principi e principesse. «Benissimo» risposero loro «organizzatevela voi, la recita “alternativa”». Credo sia stata la prima sfida della mia vita, il primo vero insegnamento che ho ricevuto (consapevolmente). Nelle ore in cui gli altri bambini provavano le battute ufficiali, noi scrivevamo il testo del nostro spettacolo underground. Optammo per la satira e, senza esitazioni, decidemmo di prendere di mira loro: le autorità, quelle che volevano darci — letteralmente — una «bella lezione». Tre imitazioni caricaturali (che, ripensandoci oggi, erano un dolcissimo e struggente riconoscimento della loro autorevolezza) provate e riprovate a casa e durante la ricreazione. Il risultato, alla fine, fu un successo e le prime a chiedere il bis furono proprio loro: i nostri …

"Abilitazione per laureati, il disastro dei nuovi test", di Giunio Luzzatto

DAL 2007 i laureati italiani non hanno avuto la possibilità di abilitarsi all’insegnamento nelle scuole secondarie; la scuola universitaria a ciò deputata, la Ssis, è stata infatti soppressa non con la contestuale creazione di un corso diverso, ma in attesa di una futura istituzione di esso. Tale irresponsabile decisione è nella lunga lista delle colpe della ministra Gelmini, avallata da quegli accademici che non accettavano una struttura interdisciplinare finalizzata a costruire la professionalità dell’insegnante in termini complessivi anziché come mero conoscitore di una materia. L’attesa è durata cinque anni, e solo ora si riparte con un corso annuale, a numero chiuso, di Tirocinio Formativo Attivo (Tfa). I candidati sono circa 175.000 per ventimila posti disponibili; la cifra è stata stabilita per avere un numero di abilitati non troppo superiore alle prevedibili assunzioni. Nelle università italiane si sta ora svolgendo, in giornate successive per le diverse classi di abilitazione, la prova preliminare a test: è idoneo, e passa alla fase successiva (prova scritta e prova orale), chi risponde esattamente a 42 quesiti sui 60. A causa …

Flc/Cgil E-R: “1000 docenti in più all’Emilia Romagna: quando?”, da Bologna 2000

Il Sottosegretario Rossi Doria il 5 luglio scorso nel corso di un convegno a Bologna, annunciava pubblicamente l’assegnazione aggiuntiva di mille docenti all’Emilia Romagna. “Ho una buona notizia, abbiamo destinato agli organici dell’Emilia Romagna mille posti in più che per il Ministero valgono 30 milioni di euro”…..”In una situazione delicata per i conti pubblici, abbiamo tenuto in forte considerazione la regione colpita dalle scosse del terremoto”. Con queste parole, il Sottosegretario Rossi Doria il 5 luglio scorso nel corso di un convegno a Bologna, annunciava pubblicamente l’assegnazione aggiuntiva di mille docenti all’Emilia Romagna per fronteggiare la riapertura dell’anno scolastico nelle zone sismiche. Avevamo interpretato quell’annuncio, ripreso con una certa enfasi dalle principali testate giornalistiche, come un significativo segnale di solidarietà nei confronti delle popolazioni terremotate e di positiva attenzione nei confronti della scuola come “luogo della ricostruzione”. Quei posti rappresentano anche una concreta risposta alla richiesta di tempo scuola delle famiglie e al progressivo e costante aumento del numero degli studenti nella nostra regione (oltre 9000 nel 2012/2013 rispetto all’anno in corso), oltre che una …

Spending Review: Ghizzoni, non subordinare sicurezza scolastica a tagli

“La sicurezza scolastica non può essere subordinata ad alcuna politica di tagli. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, Presidente della Commissione Cultura della Camera, commentando le dichiarazioni del Ministro Profumo sulla sicurezza delle scuole come priorità del Paese. – Dopo le apprezzabili parole del Ministro mi auguro che sia definitivamente accantonato l’approccio verticistico usato dal precedente governo e sia, invece, aperta la strada della programmazione e del coinvolgimento territoriale. Predisporre grandi piani straordinari, esautorando Provincie e Comuni proprietarie delle scuole, non ha dato alcun frutto; mentre le leggi ordinarie esistenti, quando finanziate, si sono dimostrate adeguate a migliorare i servizi e la sicurezza scolastica. È necessario avviare un processo che – spiega Ghizzoni – preveda la compartecipazione di tutti i livelli istituzionali nelle scelte di programmazione e di spesa, per rispondere adeguatamente alle esigenze territoriali. Il primo passo dovrà essere quello di mettere in capo a Comuni e Province la responsabilità degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di adeguamento alla normativa antisismica e di costruzione di nuove scuole; tutto questo – sottolinea – prevedendo un …