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"Non sarà l’ultima volta del quizzone", da Tuttoscuola

Molti organi di stampa hanno salutato la terza prova d’esame, quella interna, come se fosse l’ultima volta, ricordando come l’ex-ministro Gelmin i avesse dichiarato che intendeva sostituirla con una prova nazionale sul tipo di quella Invalsi per l’esame di terza media. Ma il ministro Gelmini non ha potuto dar seguito al suo disegno e non si sa se il suo successore, Francesco Profumo – che non mai fatto cenno al problema – voglia portare a compimento quel progetto. L’unico a parlarne è stato Ricci dell’Invalsi, intervistato alla vigilia della terza prova, che ha fatto cenno non alle eventuali intenzioni del ministro Profumo, ma ad una fase propedeutica a carattere sperimentale, voluta dalla Gelmini. Sperimentazione che, come ha fatto capire, è ben lontana dal varo. In ogni modo è bene ricordare che il quizzone, come i ragazzi chiamano la terza prova d’esame, è stata espressamente prevista tra le tre prove d’esame dalla legge di riforma dell’esame (legge 425/1997) che, a proposito delle tre prove, precisa che la “terza, a carattere pluridisciplinare, verte sulle materie dell’ultimo anno …

Istituti superiori: 30 milioni ma lezioni nei container", di Francesco Dondi

Errani chiama, la Provincia risponde. Le scuole restano la priorità più immediata in ambito sociale e così da viale Caduti in Guerra viene messo sul tavolo un forziere pieno di euro, quintuplicato rispetto a quello inserito nel bilancio di previsione. Sei milioni iniziali che lieviteranno a 30 a cui andranno poi aggiunti gli stanziamenti delle Fondazioni e le donazioni arrivate sul proprio conto corrente pro-terremoto. Si tratterà di effettuare interventi su almeno 20 edifici, che sono stati suddivisi in tre maxi-categorie. Buona parte di questi subiranno limitate operazioni di messa in sicurezza: ciò significherà che i cantieri apriranno a breve, che si lavorerà anche ad agosto e che a settembre gli istituti superiori delle zone soltanto sfiorate dal sisma riapriranno regolarmente e gli studenti torneranno in classe senza problemi. Un discorso a parte per questo merita Carpi. Le superiori sono tutte agibili e già negli ultimi anni avevano ottenuto la certificazione anti-sismica. «Perciò serviranno soltanto piccoli interventi – spiega l’assessore all’istruzione, Maria Filippi – Saranno apportate delle migliorie, ma l’anno scolastico non è a rischio. …

"Chiedo asilo", di Maria Novella De Luca

Aumentano i bambini, diminuiscono le scuole. Cresce la voglia di istruzione, scompaiono gli insegnanti. Sembra un paradosso invece è così. Ovunque. In tutta Italia, al Nord come al Sud. Migliaia di piccoli allievi tra i 3 e i 5 anni rischiano dal prossimo autunno di non poter frequentare la scuola dell’infanzia. Chiedo asilo. Ma anche aule, giochi, colori, amici, favole. Le liste d’attesa scoppiano. Sono già oltre trentamila i bambini senza posto. Che resteranno a casa. Davanti alla Tv. O peggio, per strada. A Bologna come a Napoli si scopre che la materna non è più un diritto. Per un insieme di ragioni che rischiano di stritolare, dopo le primarie e le secondarie, anche la scuola dei più piccoli. Quegli asili spesso orgoglio e vanto dell’istruzione d’infanzia, frequentati negli ultimi anni da oltre il 90% dei bambini italiani, un record assoluto che ci mette ai primi posti in Europa. E invece anno dopo anno l’offerta si assottiglia, proprio adesso che la demografia è tornata a crescere, e i figli ricominciano a nascere, soprattutto nelle regioni …

"Valutazione professori, correggere subito", di Eugenio Mazzarella

È una notizia che non è una notizia, la decisione dell’Associazione dei Costituzionalisti italiani, presieduta da Valerio Onida, di impugnare davanti al Tar il regolamento sui criteri e parametri per la valutazione dei candidati e sulle modalità di accertamento della qualificazione dei commissari a fini dell’attribuzione scientifica nazionale per l’accesso alla prima e seconda fascia dei professori universitari. Una non notizia perché le motivazioni di ricorso per illegittimità erano del tutto prevedibili e ampiamente note e annotate ai soggetti interessati all’estensione del regolamento, il ministero innanzi tutto, o coinvolti come “prestatori d’opera” (di criteri, parametri o altro), sostanzialmente l’Anvur. Era del tutto prevedibile che si potesse ritenere lesivi dei principi di eguaglianza e ragionevolezza, come oggi annotano i costituzionalisti, la scelta, per le materie umanistiche, di dividere le riviste in fasce di merito, deducendo, da quelle in classe A, mediane di accesso alla valutazione; ma più in generale, e questo vale per tutti i settori, definire criteri retroattivi definiti ora per allora, alla cui luce giudicare carriere di studiosi costruite in decenni di lavoro in …

"Ricorsi lenti, pensione lontana", di Franco Bastianini

Si sono ridotte al lumicino le probabilità che i docenti e il personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario possano – in deroga ai rigidi paletti introdotti dall’articolo 24 del decreto – essere autorizzati ad andare in pensione dal 1° settembre 2012. Si tratta dei lavoratori della scuola che matureranno entro il 31 agosto 2012 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente all’entrata in vigore del decreto legge 201/2011(riforma Fornero) per accedere alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata (65 anni di età per la pensione di vecchiaia degli uomini e 61 anni per quella delle donne, unitamente a non meno di 20 anni di contribuzione, oppure quota 96 per la pensione anticipata). Il personale, che entro lo scorso 30 marzo avevano presentato domanda di cessazione dal servizio con effetto dal 1° settembre 2012, ma a condizione che fosse riconosciuto il diritto al trattamento pensionistico, si è visto infatti respingere la domanda con la motivazione che alla data del 31 dicembre 2011 non aveva maturato i requisiti richiesti dalla normativa vigente prima dell’entrata …

"Legittimo reiterare i contratti di supplenza, è Cassazione", di Antimo Di Geronimo

La reiterazione dei contratti di supplenza è legittima. E dunque, i supplenti che sono stati fatti oggetto, ripetutamente, nel corso degli anni, di incarichi a tempo determinato, non hanno diritto né all’immissione in ruolo, né ad alcun’altra forma di risarcimento. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di cassazione con la sentenza 10127 del 20 giugno scorso. Vanno in fumo definitivamente, dunque, le speranze di migliaia di docenti precari. Che, sulla scia di decine di sentenze favorevoli in primo grado, avevano instaurato un vero e proprio contenzioso seriale sulla questione. In ciò agevolati anche dall’apporto organizzativo di alcuni sindacati. D’altra parte il numero delle sentenze di I grado favorevoli era talmente alto, da indurre legittimamente all’ottimismo circa gli esiti di tali azioni. Specie nei tribunali dove i giudici monocratici si erano già espressi favorevolmente. E cioè nella maggior parte dei casi. In buona sostanza, dunque, era legittimo parlare di un vero e proprio orientamento giurisprudenziale. All’interno del quale si erano formate due correnti. Una prima corrente, minoritaria, incline a ritenere che a seguito della …

"La Sentenza della Corte Costituzionale n. 147 del 4 giugno 2012", di Osvaldo Roman

La Sentenza della Corte Costituzionale n. 147 del 4 luglio 2012 (1) ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 19, comma 4, del D.L. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011. Tale norma prevedeva che “per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.” Con sette diversi ricorsi le Regioni Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Puglia, Basilicata e la Regione siciliana avevano proposto questioni di legittimità costituzionale relative al su citato comma 4 e a diverse altre disposizioni del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria), convertito, con …