Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Non basta il merito per migliorare il sistema-scuola", di Benedetto Vertecchi

Nel dibattito in corso attorno alla questione del merito c’è un uso di proposizioni assertorie che mal si concilia con il carattere più o meno probabile che si deve riconoscere alle conoscenze educative. Se si seguisse un criterio di maggiore prudenza, si eviterebbe di dare per scontate relazioni che, se pure qualche volta vere, sono anche in molti altri casi false, o di dubbia interpretazione. Così, per esempio, affermare che premiando il merito (ovvero l’emergere nella popolazione di allievi con livelli particolarmente elevati di profitto) si attivano processi che migliorano il funzionamento delle scuole è un’affermazione di senso comune della quale non si può dire che sia vera, né che sia falsa. Quel che è certo, è che continuare ad accreditare tale senso comune non contribuisce ad accrescere la qualità del sistema educativo, perché ripropone vecchie logiche di conoscenza dei fenomeni che, non da oggi, avrebbero dovuto essere abbandonate e sostituite da argomenti più razionali, capaci di dar conto delle conoscenze che negli ultimi decenni la ricerca educativa ha gradualmente acquisito. I sistemi scolastici costituiscono …

"La scuola non abbandoni i più deboli", di Marco Rossi Doria

Caro direttore, in pochi sanno che nel ministero dell’Istruzione c’è una meravigliosa biblioteca, che racchiude i tesori di 150 anni di scuola. Tra questi c’è un registro del 1944-45, di una scuola elementare di San Lorenzo, Roma. La maestra racconta nel diario di classe di tutti gli alunni che perde. Per fame, povertà, malattia. Della difficoltà di fare lezione d’inverno, con le finestre rotte dalle bombe. E della fatica di andare avanti tutti insieme. Sono pagine commoventi che raccontano un’Italia che è esistita. E che esiste ancora, per fortuna entro nuove condizioni. E’ un’Italia fatta d’insegnanti che ogni giorno entrano in classe, in mezzo a difficoltà più o meno grandi, e si rivolgono con fiducia ai loro alunni. Mantengono alta la speranza nel futuro operando con dedizione. E che fanno anche un’altra cosa che è forse la più preziosa per qualsiasi comunità. Distinguono ogni volta “il fare scuola” e, cioè, l’accompagnare i bambini e i ragazzi nell’apprendimento e nella crescita dal fatto che si può essere scontenti – come insegnanti e come cittadini – per …

"Scuola, Web e fiducia. Ecco il termometro che misura il benessere", di Marco Bresolin

L’Istat e il Cnel hanno individuato 12 macro-indicatori che valutano la qualità della vita: un “paniere” che è specchio dei nostri tempi. A dicembre sarà pronto il rapporto che misura il benessere in Italia. Non si vive di solo Pil. Ma anche di istruzione, relazioni sociali, inventiva, paura e molto altro ancora. La domanda, quindi, è semplice: cosa vuol dire benessere? Come si misura? Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e l’Istat hanno messo attorno a un tavolo economisti, sociologi, giuristi e ambientalisti per stilare una lista di 134 parametri: mesi di lavoro e da ieri, finalmente, il benessere ha un nuovo termometro con cui essere misurato. Nell’ottobre scorso il Progetto Bes (Benessere equo e sostenibile) aveva definito dodici dimensioni per cercare di capire «che cosa conta davvero per l’Italia»: dall’ambiente alla salute, passando per la qualità dei servizi al patrimonio paesaggistico e culturale. Per ognuna di queste, poi, sono state individuate una decina di voci specifiche. Che a dicembre, quando sarà pubblicato il rapporto, ci diranno quanto benessere c’è in ogni zona d’Italia. …

“Se ai giovani chiediamo le risposte alla crisi”, di Francesco Piccolo

È molto interessante la scelta delle tracce dell’esame di maturità di quest’anno. In pratica, vengono coinvolti direttamente i maturandi. Si parla di loro, e del loro futuro. E il tema sulla crisi economica, incentrato sulle conseguenze cadute sul lavoro, è stato scelto dalla larga maggioranza degli studenti. Vuol dire sia che l’interesse per l’argomento è molto vivo (e ci mancherebbe) sia che probabilmente tra le esercitazioni preparatorie era senz’altro affiorato. Affrontare il tema della crisi significa mettere in campo varie possibilità: autobiografiche, generazionali, stereotipate oppure originali — e le differenze avranno caratterizzato le singole scelte. Ma la caratteristica complessiva delle tracce di quest’anno è stata quella di mettere gli scriventi direttamente di fronte ai loro problemi, sia esistenziali (la frase famosa di Nizan che spazzò via per sempre l’idea di un’età superficiale e allegra) sia socio-economici. Metterli di fronte a quello che si prospetta all’uscita dalla carriera scolastica. Un bel coraggio, un segno forte — ma ambiguo, perché è allo stesso tempo una sorta di resa davanti ai numeri, e una spinta propulsiva alle soluzioni …

"Maturità, avere 20 anni ai tempi della crisi", di Michele Serra

L’unica concessione al “pop” è SteveJobs,citato nel tema sui giovani e la crisi: ed è comunque un pop di alta gamma. Per il resto, argomenti, autori e testi sottoposti ai maturandi 2012 danno l’impressione, non scontata, di una scuola italiana capace di indicare un nesso molto forte tra cultura e società,tra cultura e attualità. LA CULTURA (anche quella “difficile”, l’arte di Pollock, San Tommaso, la Arendt, Sciascia) come potente strumento di lettura della vita sociale e personale. Con una vera e propria perla, un Montale del 1961 che sembra sceso pochi minuti fa da una cattedra ideale. «Accrescendo i bisogni inutili, si tiene l’uomo occupato anche quando egli suppone di essere libero». Chissà se un diciottenne del 2012 è in grado di cogliere fino in fondo la portentosa intuizione che Eugenio Montale mise nero su bianco più di mezzo secolo fa. Prima che la definizione stessa di “società dei consumi” divenisse di pubblico dominio (Marcuse pubblica L’uomo a una dimensione tre anni più tardi, nel 1964; in Italia arriva solo nel ’67). E davvero molto …

Informativa urgente del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla questione dei lavoratori cosiddetti esodati. Intervento dell'On. Cesare Damiano

Signor Presidente, signor Ministro, noi siamo qui perché vogliamo risolvere un grave problema e siamo anche stanchi – lo diciamo – di dare i numeri, di inseguire i numeri, anche perché, come lei ha riconosciuto, è difficile stabilire delle platee. Crediamo, allora, che si debba invertire la logica del ragionamento. Non parliamo più di numeri e di tetti: parliamo di diritti dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Italia dei Valori), perché il diritto di andare in pensione con le vecchie regole, per coloro che si trovano nella circostanza di non avere più lavoro e pensione perché sono stati spiazzati da questa riforma, va ripristinato. Se partiamo ancora una volta dalle risorse e poi fissiamo dei tetti, noi neghiamo questo diritto. Io mi collego a quello che ha detto il mio collega, l’onorevole Cazzola, di cui condivido l’intervento. Le riforme sociali di questo Governo contengono un errore di impianto, a mio avviso, come se i muri maestri fossero sbreccati: l’errore è stato quello di …

"Montale, i giovani, la crisi e Jobs. Ecco la prima maturità via Web", di Maria Teresa Martinengo

Debutto per il plico telematico. Le altre tracce: avere vent’anni, la responsabilità della scienza, lo sterminio nazista degli ebrei e il bene comune e individuale. «Avevo vent’anni. E non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita», la traccia della prova di italiano tratta dalla famosa frase con cui Paul Nizan aprì «Aden Arabia», romanzo del 1931, probabilmente si aggiudicherà il record di preferenze della Maturità 2012, pari merito con «giovani e crisi». I tempi sono bui, insomma, e l’esame si adegua. Ma nella prima Maturità con trasmissione dei temi per via telematica e un apparato di password e tecnologia al passo coi tempi, la soddisfazione è generale. Da parte dei professori e anche degli studenti. Le tracce sono giudicate «interessanti», da scegliere «non solo per esclusione», «stimolanti per esprimere le proprie idee»: questi in sintesi i primi commenti colti qua e là all’uscita dalle scuole. Qualche accenno di delusione, appena, per alcuni pronostici mancati – come l’anniversario di Falcone e Borsellino – mentre moltissimi hanno centrato l’ipotesi «crisi». …