Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Le scuole migliori? Quelle normali", di Flavia Amabile

Quali sono le scuole migliori in Italia dal punto di vista di chi vuole proseguire gli studi? La Fondazione Agnelli è arrivata al terzo anno della sua indagine per il Piemonte, al secondo anno per l’Emilia Romagna ma per la prima volta allarga l’analisi anche alle scuole lombarde e calabresi su richiesta dell’Ufficio scolastico della Lombardia e della Regione Calabria. Il risultato è una fotografia piuttosto nitida. Le migliori sono in provincia. Sono istituti pubblici, possono essere licei dove è più probabile che si creino effetti positivi per le capacità individuali, ma anche tecnici, sfatando la pessima fama di questi istituti secondari. Nessun particolare blasone, sono scuole frequentate in genere da persone non particolarmente benestanti o legate alla cultura. Da questo tipo di scuole che potrebbero trovarsi ovunque in Italia arrivano i ragazzi che hanno ottenuto i migliori risultati durante il primo anno di università. E quindi la Fondazione le ha scovate e messe in classifica per dare alle famiglie un’informazione in più al momento della difficile scelta delle superiori e alle scuole per poter …

"Ecco l'esito di un gioco a somma zero", di Mario Piemontese

È proprio vero che il prossimo anno non ci saranno tagli agli organici del personale docente? Ecco l’esito di un gioco a somma zero. Squadre Nord: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto. Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Vincenti Il Nord ha vinto 1.338 posti. Emilia Romagna (+392), Friuli Venezia Giulia (+60), Lazio (+15), Liguria (+35), Lombardia (+218), Marche (+0), Piemonte (+182), Toscana (+226), Umbria (+37), Veneto (+173). Perdenti Il Sud ha perso 1.338 posti. Abruzzo (-26), Basilicata (-112), Calabria (-277), Campania (-214), Molise (-39), Puglia (-289), Sardegna (-32), Sicilia (-349). Nord Il Nord ha avuto un incremento lordo di 1.577 posti. 85 posti della secondaria di I grado e 154 della secondaria di II grado, in tutto 239, sono passati all’interno dello stesso ordine e grado di scuola da Regioni del Nord che hanno perso posti a Regioni sempre del Nord che hanno vinto posti. Secondaria di I grado: Marche (-36) e Veneto (-49). Secondaria di II grado: Lazio (-120), Marche (-8) e Umbria …

Profumo: "Basta con i vecchi compiti a casa", di Marina Cavallieri

Lezioni interattive, lavoro di squadra, più internet in classe e meno a casa. Insomma, bisogna cambiare i compiti. La formula esatta ancora non esiste ma più che una riforma è necessaria una rivoluzione, qualcosa che nasca nelle aule prima che nei ministeri. Non solo in Francia ma anche in Italia si discute del rito scolastico più inossidabile, i compiti, odiato dagli studenti, sopportato dai genitori, imposto come un dogma dai professori. Ma sempre immutato. Nella scuola ci sono stati negli anni alcuni cambiamenti, molti slittamenti, qualche rivoluzione mancata, ma i compiti sono sempre rimasti, emblema del dovere, senza che nessuno osasse toccarli. Ora, dice il ministro dell´Istruzione, è venuto il momento. «Oggi i ragazzi ricevono molti stimoli anche dall´ambiente extrascolastico, e quindi deve cambiare la struttura dei compiti e delle lezioni», ha chiarito Francesco Profumo durante una visita a due istituti di Ancona. «Se oggi si dà una versione di greco o latino, mi racconta mia moglie che è insegnante, quasi sempre la traduzione si trova su internet. C´è anche un sito specializzato, basta inserire …

"Le buone scuole vanno in cattedra", di Maria Novella De Luca

Dalle elementari alle medie, l´istruzione pubblica prova a reinventarsi. Con progetti che puntano sull´innovazione. È la creatività al servizio dello studio. Il movimento è sotterraneo, carsico, indipendente, refrattario alla burocrazia e spesso anche alle luci troppo forti. È fatto di professori, maestri, ragazzi, presidi, genitori. Batte nel cuore profondo della scuola, quella che resiste, quella che prova a ritrovarsi, come se arrivati all´anno zero (zero fondi, zero prospettive, zero motivazione), da una rete diffusa di realtà piccole e grandi, primarie, secondarie, licei, istituti tecnici, stesse emergendo una reazione dinamica, vitale, magari imperfetta ma autentica. Scuola-villaggio, scuola-agorà, scuola-comunità, 2.0, senza zaino, web-school, “book in progress”: bisogna andare dalla Puglia alla Toscana, dalla Lombardia al Lazio, spesso in provincia, tra paesi e borghi che si consorziano in comunità di saperi, per capire e scoprire germogli e fermenti del nuovo. Come in questo Liceo Scientifico Tecnologico alla periferia Brindisi, brutta edilizia in una regione al terzo posto in Italia per dispersione scolastica, 23,4% i giovani che ogni anno disertano gli studi, un tasso di abbandoni altissimo in un´area …

“Le buone scuole vanno in cattedra”, di Maria Novella De Luca

Dalle elementari alle medie, l´istruzione pubblica prova a reinventarsi. Con progetti che puntano sull´innovazione. È la creatività al servizio dello studio. Il movimento è sotterraneo, carsico, indipendente, refrattario alla burocrazia e spesso anche alle luci troppo forti. È fatto di professori, maestri, ragazzi, presidi, genitori. Batte nel cuore profondo della scuola, quella che resiste, quella che prova a ritrovarsi, come se arrivati all´anno zero (zero fondi, zero prospettive, zero motivazione), da una rete diffusa di realtà piccole e grandi, primarie, secondarie, licei, istituti tecnici, stesse emergendo una reazione dinamica, vitale, magari imperfetta ma autentica. Scuola-villaggio, scuola-agorà, scuola-comunità, 2.0, senza zaino, web-school, “book in progress”: bisogna andare dalla Puglia alla Toscana, dalla Lombardia al Lazio, spesso in provincia, tra paesi e borghi che si consorziano in comunità di saperi, per capire e scoprire germogli e fermenti del nuovo. Come in questo Liceo Scientifico Tecnologico alla periferia Brindisi, brutta edilizia in una regione al terzo posto in Italia per dispersione scolastica, 23,4% i giovani che ogni anno disertano gli studi, un tasso di abbandoni altissimo in un´area …

“Le buone scuole vanno in cattedra”, di Maria Novella De Luca

Dalle elementari alle medie, l´istruzione pubblica prova a reinventarsi. Con progetti che puntano sull´innovazione. È la creatività al servizio dello studio. Il movimento è sotterraneo, carsico, indipendente, refrattario alla burocrazia e spesso anche alle luci troppo forti. È fatto di professori, maestri, ragazzi, presidi, genitori. Batte nel cuore profondo della scuola, quella che resiste, quella che prova a ritrovarsi, come se arrivati all´anno zero (zero fondi, zero prospettive, zero motivazione), da una rete diffusa di realtà piccole e grandi, primarie, secondarie, licei, istituti tecnici, stesse emergendo una reazione dinamica, vitale, magari imperfetta ma autentica. Scuola-villaggio, scuola-agorà, scuola-comunità, 2.0, senza zaino, web-school, “book in progress”: bisogna andare dalla Puglia alla Toscana, dalla Lombardia al Lazio, spesso in provincia, tra paesi e borghi che si consorziano in comunità di saperi, per capire e scoprire germogli e fermenti del nuovo. Come in questo Liceo Scientifico Tecnologico alla periferia Brindisi, brutta edilizia in una regione al terzo posto in Italia per dispersione scolastica, 23,4% i giovani che ogni anno disertano gli studi, un tasso di abbandoni altissimo in un´area …

De Mauro: "L'istruzione verso la distruzione", di Matteo Nucci

Il grande linguista, scrittore ed ex ministro festeggia sabato 80 anni e parla della situazione della scuola, della cultura e della ricerca in Italia. «A inizio Novecento, Giolitti capì che il Paese aveva bisogno di istruzione. Da Presidente del Consiglio, scelse un ministro forte, Vittorio Emanuele Orlando, e nacque la scuola elementare italiana. Oggi, avremmo bisogno di un capo del governo del genere, uno che in prima persona voglia reimpostare la politica scolastica e culturale del Paese. Per puntare davvero sulla produttività. Mi pare però che ne siamo ben lontani». Tullio De Mauro compie sabato 80 anni (domani la Sapienza gli dedica una giornata di studio dalle 9 alle ex vetrerie Sciarra di via dei Volsci 122) e festeggia facendo quel che ha sempre fatto. Massimo linguista italiano, Ministro dell’istruzione per tredici mesi, non ha mai smesso di riflettere sullo stato di salute del sistema scolastico e universitario italiano. E oggi dice: «La scuola può salvarsi. L’Università l’hanno fatta a pezzi. Della ricerca è quasi inutile parlare. È evidente a moltissimi esperti di economia che …