Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Il maestro unico? Non è d'aiuto", di Giovanni Scancarelli

Con il ritorno al maestro unico alle elementari, le cose potrebbero peggiorare alle medie. I ritmi e le peculiarità delle personalità in crescita sono molto più complessi di quanto non si pensasse al tempo, magari, della formulazione dei programmi della scuola media. «Dal punto di vista cognitivo», sostengono i ricercatori della Fondazione Agnelli, autrice di una pubblicazione sullo stato dell’arte della scuola media, «il preadolescente traghetta progressivamente dalle logiche del pensiero concreto dell’infanzia a quelle del pensiero ipotetico-deduttivo e formale, anche se forse in modo meno univoco e deterministico di quanto si pensava nel secolo scorso». Con il ritorno al maestro unico allora, salire sul gradino delle medie potrebbe diventare più difficile per diversi alunni. Soprattutto per i più piccoli, o per i più deboli. Per loro il salto che dovranno affrontare tra la scuola elementare alle medie non potrà che farsi più vertiginoso. Intanto, chiariscono i ricercatori, più è precoce l’entrata nella scuola media, proprio per i motivi di cui sopra, più difficile sarà per gli alunni. Ma non è detto che il combinato …

"L'anzianità va in soffitta per sempre", di Nicola Mondelli

Dal 1° gennaio 2012 la pensione di anzianità, quella cioè che fino al 31 dicembre 2011 il personale della scuola poteva conseguire alla maturazione delle quote ( 96 nel 2011 e 2012 e 97 nel 2013) sarà soppressa e sostituita formalmente e sostanzialmente dalla pensione anticipata. Niente più quote, quindi, ma tale pensione si potrà conseguire esclusivamente se gli uomini potranno fare valere una anzianità contributiva di 42 anni, le donne 41 anni. Se l’età anagrafica posseduta all’atto della pensione anticipata sarà inferiore a 63 anni verrà applicata una riduzione percentuale pari a 3 punti percentuali per ogni anno di anticipo rispetto a tale età. Le nuove anzianità contributive dovranno essere gradualmente incrementate dalla speranza di vita. É questa una delle pesantissime modifiche in materia previdenziale contenuta nelle disposizioni in materia di trattamenti pensionistici approvate dal Consiglio dei Ministri domenica scorsa. Un’altra, ugualmente pesante riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria per accedere alla quale il personale femminile della scuola dovrà avere maturato 63 anni nel 2012 e nel 2013, 64 nel 2014 e 2015, 65 …

«Essenza», di Marina Boscaino

Bisogna dire che – da un certo punto di vista – si tratta di un gioco da ragazzi: succedere all’immeritevole Gelmini, rea – oltre che di una delle operazioni più devastanti a carico della scuola pubblica italiana – anche di una serie di gaffe epocali, determinate sostanzialmente da una assoluta mancanza di conoscenza e da un mix esplosivo di protervia e incoscienza, non è esattamente un’impresa titanica. Ci vuole poco. Molto più ci vuole per dire – e, soprattutto, fare – qualcosa di significativo in un settore dalle dimensioni elefantiache, ridotto ai minimi termini dalla “cura da cavallo” annunciata (e poi attuata) nel 2008 da Tremonti e Gelmini. Durante il IX congresso dell’Anp (Associazione Nazionale Presidi) qualche giorno fa finalmente il ministro Profumo è uscito allo scoperto, ribadendo la centralità di scuola e università per il rilancio del Paese. A parte alcuni evergreen – come l’evocazione della “ capacità di rispondere con flessibilità e progetti educativi più personalizzati alle esigenze dei nostri alunni” o il fatto che i mezzi di comunicazione e interazione sono “in …

"Contro l'abbandono, la Ue raccomanda l'innalzamento dell'obbligo", da Tuttoscuola

Scuola dell’obbligo fino a 18 anni in tutta Europa, e creazione di scuole di ‘seconda opportunità’: sono queste, secondo i deputati europei, le misure necessarie per ridurre il tasso di abbandono scolastico nell’Ue. Scuola dell’obbligo fino a 18 anni in tutta Europa, e creazione di scuole di ‘seconda opportunità’: sono queste, secondo i deputati europei, le misure necessarie per ridurre il tasso di abbandono scolastico nell’Ue. Per questo, il Parlamento europeo ha approvato a Bruxelles una risoluzione in cui invita gli Stati membri a intraprendere riforme educative rivolte proprio ai bambini e ai giovani che non concludono il loro ciclo di istruzione. L’idea del Parlamento è di prolungare l’istruzione obbligatoria dai 16 ai 18 anni, e di creare scuole per i giovani che hanno abbandonato gli studi. Inoltre, si vuole favorire un approccio personalizzato e coordinato tra tutti gli attori coinvolti: scuole, enti pubblici, servizi sociali, servizi sanitari, investendo a livello nazionale anche sul miglioramento delle competenze degli insegnanti. L’obiettivo al 2020 è portare il tasso di abbandono scolastico sotto il 10%. Basti pensare che …

"In lieve calo la dispersione scolastica. Profumo: Non servono altre riforme", di Alessandra Migliozzi

Nel 2010, secondo i dati diffusi ieri dal Censis, la percentuale dei 18-24enni che hanno smesso di studiare e hanno in tasca solo il titolo di scuola media è passata dal 19,2% al 18,8%. Piccoli segnali di miglioramento sul fronte della dispersione scolastica. L’obiettivo europeo di arrivare (entro il 2020) al 10% massimo di giovani che lasciano gli studi senza aver preso un diploma superiore è ancora lontanissimo. Ma qualcosa si muove: nel 2010, secondo i dati diffusi ieri dal Censis, la percentuale dei 18-24enni che hanno smesso di studiare e hanno in tasca solo il titolo di scuola media è passata dal 19,2% al 18,8%. Ma restano ampi margini di criticità: solo il 75% dei 19enni raggiunge il diploma. Troppo pochi secondo gli standard europei. Poi ci sono casi limite, come quello della Sicilia dove i ragazzi che abbandonano presto la scuola sono il 25%. Uno su quattro. Nel Centro Italia il dato si ferma al 14,8%. A sconfortare più dei numeri sono le motivazioni: i ragazzi non credono più nella formazione come strumento …

"Dal nuovo Ministro un altro segnale di discontinuità: dopo i genitori incontra gli studenti", di A.G. da La Tecnica della Scuola

Ha convocato il Forum nazionale delle associazioni studentesche, a cui partecipano i rappresentanti delle scuole superiori. Ha promesso loro che si impegnerà per istituire una legge sul diritto allo studio, migliorare lo stato dell’edilizia, della didattica e della valutazione. Gli studenti saliranno al Miur ogni due mesi. L’impressione è che si stia andando verso un reale cambia di rotta. Ancora un’apertura del nuovo Ministro nei confronti dei primi attori della scuola italiana: dopo aver infatti incontrato, la scorsa settimana, le associazioni dei genitori, stavolta, nell’ultimo giorno di novembre, Profumo ha voluto mettere sulla sua agenda di impegni gli studenti. Lo ha fatto convocando al Miur il Forum nazionale delle associazioni studentesche, a cui partecipano i rappresentanti degli studenti delle scuole secondarie superiori, di cui fanno parte il Movimento studentesco nazionale, il Movimento studenti cattolici, il Movimento studenti Azione Cattolica, l`Unione degli studenti, la Rete degli studenti e la Federazione degli studenti. Coerentemente con quanto dichiarato subito dopo essere stato nominato Ministro, Profumo ha accolto i rappresentanti degli studenti dando loro “massima disponibilità al dialogo” ed …

"Il colpo di coda di Mariastella", di Marina Boscaino

Profluvi di parole. La Rete pullula di appelli, lettere aperte, messaggi indirizzati al neo ministro Profumo. Associazioni di genitori, studenti, insegnanti, coordinamenti, precari, tutti – in una liberatoria grafomania digitale – danno voce a un’ansia comunicativa naturale risultanza di 3 anni e mezzo di autoreferenzialità ministeriale: il periodo di più assoluto blocco della comunicazione tra “testa” (per modo di dire) e gambe dell’apparato scolastico. Lavoratori della scuola, ma anche studenti e persino sindacati (la cui consultazione formale difficilmente è stata accompagnata da un ascolto autentico) sono stati tenuti a distanza da processi decisionali che hanno imposto restrizioni di ogni tipo, “scorciatoie” legislative sconfinanti talvolta nell’illegittimità, nessuna visione pedagogica e didattica. A Profumo l’onere della risposta e, insieme, la responsabilità di ribaltare il disagio che lavoratori e portatori di interesse avvertono. Ce ne sarebbe davvero bisogno. Ma c’è altrettanto bisogno di capire – anche con piccole mosse su apparentemente minimi dettagli – in quale direzione stiamo andando. GHIZZONI (PD) in un’interrogazione chiede al ministro di far presente alle amministrazioni scolastiche regionali e alle autonomie scolastiche l’ennesima …