Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Della valutazione di sistema: come e perché. Lettera aperta al ministro Francesco Profumo", di Maurizio Tirittico

Gentile Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, parlare di valutazione di sistema oggi non è affatto una cosa facile, non solo perché alcuni luoghi comuni in negativo agitati da alcune parti ne snaturano le finalità, ma anche perché il concetto stesso si è venuto maturando con difficoltà nel corso degli ultimi decenni e, a mio giudizio, non è ancora giunto a un suo definitivo ubi consistam. Una storia non priva di difficoltà Cominciammo a parlare di valutazione di sistema un po’ timidamente in occasione della Conferenza della scuola del 1990 (ministro Mattarella), consapevoli che il miglioramento degli apprendimenti non è direttamente dipendente solo da un progressivo aumento degli investimenti. Poi nel ’94, con il varo del Testo unico dell’istruzione, con l’articolo 603, giungemmo a una prima definizione di “parametri di valutazione della produttività del sistema scolastico” e avvertimmo la necessità di allertare gli allora Cede, Bdp e Irrsae per un’attività di questo tipo (l’articolo 603 venne poi abrogato dall’articolo 17 del dpr 275/99). In seguito, con la legge 59 del ‘97 all’articolo 21, commi 9 …

"Istruzione di qualità la scommessa sul futuro", di Francesca Puglisi

Parlare di educazione dell’infanzia significa tracciare la strada verso il futuro. Nella giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, ieri a Torino, abbiamo celebrato la prima conferenza nazionale per le politiche educative 0-6 anni. Hanno partecipato ai nostri lavori 250 esperti, amministratori locali, rappresentanti di associazioni e sindacati, educatori, insegnanti, pedagogisti. Questo Paese per tornare a crescere ha un estremo bisogno dei giovani e delle donne, proprio coloro che più sono stati umiliati dal ventennio berlusconiano. La scuola 0-6 anni, lo dimostrano tutte le ricerche, è fondamentale per combattere i divari sociali, economici e territoriali che affliggono il nostro Paese e per recuperare gli svantaggi in modo duraturo. Sono essenziali servizi educativi di qualità che sappiano mettere al centro della propria missione i diritti dei bambini e delle bambine, coinvolgendo educatori, genitori e la comunità tutta nell’appassionante sfida dell’educazione. Investire in istruzione di qualità sin dalla tenera età è una scommessa sul futuro e per la coesione sociale del nostro Paese. Abbiamo voluto costruire questa conferenza come momento di scambio, di confronto di esperienze, perché la buona …

"Profumo di novità a scuola", di Marina Boscaino

Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. Questa volta hanno fatto un effetto particolare le parole della cerimonia del giuramento del nuovo governo. Attribuisco a chi ha pronunciato quella formula solenne e densa, a prescindere, altra intenzionalità, altra consapevolezza, altra motivazione, dopo lo scempio degli ultimi anni. Ho idea che la gravità del momento, le specifiche competenze professionali nel settore di destinazione e il non diretto coinvolgimento nella farsa politica degli ultimi 15 anni – con il senso di lontananza e di disgusto che hanno lasciato in molti cittadini – abbiano potuto implicare un’adesione più concreta, profonda, etica a quelle parole. Non ho formule in tasca, certezze granitiche da esibire, pregiudizi da urlare in via preliminare. Dell’ingegner Francesco Profumo non so niente, se non ciò che si legge da giorni: una brillantissima carriera, riconosciuta sia in ambito scientifico che accademico, rettore del Politecnico di Torino, presidente del Cnr. Non ho motivi per credere che la sua azione sulle …

"Escludere la scuola dal patto di stabilità”, di Andrea Rossi

Chissà se è vero, come dice il nuovo ministro all’Istruzione Francesco Profumo, che «la crisi è una benedizione» perché favorisce l’emergere «delle grandi strategie». Di sicuro costringe a ripensare, cercare nuove strade, se non altro perché impone di lavorare con risorse sempre minori. Ci voleva la crisi più dura dal dopoguerra per vedere seduti intorno allo stesso tavolo gli assessori alla scuola di Torino, Milano, Bologna e Napoli, un quartetto di donne impegnate nel cercare soluzioni comuni. Ieri hanno elaborato una piattaforma, riassunta in un documento che sarà inviato al ministro Profumo. Un grido di dolore che si può riassumere in uno slogan: si chiuda l’epoca dei tagli, si apra l’era degli investimenti. Non reclamano soltanto soldi, per non vedere affondare la qualità dei servizi. Chiedono, più che altro, una nuova fase, un recupero della centralità della scuola. E un rapporto solidale tra Stato ed enti locali. A cominciare dal patto di stabilità. «I Comuni gestiscono una serie di servizi che sarebbero di competenza statale, come le scuole materne», spiega il vicesindaco di Milano Maria …

Conferenza nazionale PD per le politiche educative 0-6 anni: perché con l'educazione si può cambiare il futuro

Alla conferenza nazionale Pd sullo 0-6 anni arriva Francesco De Bartolomeis, il più grande pedagogista italiano della seconda metà del Novecento. Ci saranno alcuni fra i più importanti ideatori dell’educazione dell’infanzia alla Conferenza nazionale del PD sulle politiche educative 0-6 anni, che si aprirà domenica mattina a Torino con l’intervento del sindaco Piero Fassino e la relazione della responsabile Scuola della segreteria nazionale PD Francesca Puglisi, per proseguire con la tavola rotonda coordinata dal presidente Forum Istruzione del PD Giovanni Bachelet e cocludersi con l’intervento di Anna Serafini, presidente del Forum Infanzia e Adolescenza del PD. Con i suoi 93 anni, arriverà al Lingotto Francesco De Bartolomeis, riconosciuto come il più grande pedagogista italiano della seconda metà del Novecento: sui suoi testi hanno studiato generazioni di studenti e fu lui che nei primissimi anni Sessanta, professore all’Università di Torino, aprì la strada con le sue riflessioni ai fondamentali “Orientamenti per la scuola materna statale” del 1969. De Bartolomeis continua a essere ancora oggi un punto di riferimento per le politiche per l’infanzia. Ci sarà anche …

"La legge di stabilità 2012: una difficile gestione per la scuola e l’università", di Osvaldo Roman

La legge di stabilità, approvata come precondizione per l’uscita di scena di Berlusconi e della sua squadra di ministri, e le conseguenti modifiche che questa apporta nel bilancio del MIUR per il 2012, comportano per la scuola e l’università oltre un miliardo di tagli nella struttura della spesa in questi fondamentali settori. L’ultima riduzione della spesa per l’istruzione assomma a 1,07 miliardi rispetto all’assestamento 2011. Il ministro uscente ha tentato con i suoi collaboratori di nascondere, soprattutto in questi ultimi mesi, che i provvedimenti governativi, partendo dal DL 78/2010 passando per il DL 70 del maggio 2011 per finire ai decreti D.L.98/11 e D.L. 138/11 dei mesi di luglio e agosto di questo anno, comportassero una riduzione di risorse per l’istruzione aggiuntiva rispetto a quella prevista, per gli organici, dall’art 64 del D.L.112/08. In realtà con il Decreto 78, con il blocco della contrattazione e il congelamento degli stipendi, si è inciso radicalmente sulla dinamica delle retribuzioni e in particolare, solo con la soppressione delle anzianità di carriera per gli anni 2010-2011-2012, si sono ridotte …

"Un nuovo Profumo sulla riforma Gelmini", di Fabrizia Bagozzi

La foto del neoministro dell’istruzione Francesco Profumo affiancato al logo Unicredit (che rimanda al suo omonimo Alessandro, ex amministratore delegato). Il sincretismo di uno dei cartelli che si sono visti giovedì nelle proteste degli studenti dice tutto sul mood che anima le piazze: i due pari sono, stesso orientamento, stesso brodo di cultura. La mai sopportata Gelmini viene sostituita senza colpo ferire dal governo delle élite tecno-finanziarie a cui si ascrive a pieno titolo l’ex rettore del Politecnico di Torino e poi presidente del Cnr. Per non parlare del neopremier Mario Monti, su cui grava il peccato originale di aver sostenuto e di continuare a sostenere – anche nel suo discorso programmatico – la riforma Gelmini. «Ha detto che continuerà l’iter dei decreti attuativi della riforma. Ma come? Non aveva appena detto che bisognava partire dai giovani? E allora perché ostinarsi con una riforma contestata in maniera praticamente unanime da studenti e ricercatori? Perché non fermare quell’iter e ricominciare da capo, chiedendo magari a chi vive l’università di dire la sua?», si legge sul sito …