Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Vita dura per i docenti in esubero", di Antimo Di Geronimo

I docenti e i non docenti che andranno in esubero, ad oggi sono circa 10 mila, continueranno ad essere ricollocati d’ufficio secondo i contratti vigenti. Ma se non sarà possibile trovare una nuova collocazione in provincia, dovranno subire la mobilità in regione e fuori regione. Le nuove procedure saranno fissate al tavolo negoziale, ma bisognerà fare in fretta, perché bisognerà trovare una nuova sistemazione entro 90 giorni dall’individuazione dell’esubero, con o senza contratto. Perché se non saranno rispettati i termini, l’amministrazione applicherà l’art.40 del decreto legislativo 165/2001, che consente di procedere d’ufficio senza attendere la sottoscrizione del contratto. Così come già accaduto per le utilizzazioni (si veda l’ordinanza 64/2011). Nel caso in cui non sarà possibile ricollocare i lavoratori in esubero nemmeno in questo modo, si tenterà il collocamento in altre amministrazioni. In caso contrario si procederà con il collocamento in disponibilità a stipendio ridotto per 24 mesi. Dopo di che scatteranno i licenziamenti. Senza neppure provare ad avviare gli interessati ai corsi di riconversione. Sono queste le novità contenute nell’art. 4 -terdecies del maxiemendamento …

"Scatti rubati ed esuberi occultati nell’era Gelmini", di Osvaldo Roman

L’era che si è conclusa del ministro Gelmini lascia molte macerie nel nostro sistema di istruzione. Ci vorrà tempo per ricostruire e non sarà sicuramente possibile iniziare a farlo in questa fase di transizione e di emergenza che si sta aprendo. In questa fase è augurabile e sicuramente possibile che sia posto termine al metodo degli abusi e delle sopraffazioni che i nostri precedenti governanti hanno adottato incessantemente e senza alcuno scrupolo nell’attività legislativa e soprattutto nelle sua gestione amministrativa. Una legislazione spesso realizzata sul filo e oltre la correttezza costituzionale, condotta incessantemente con gli strumenti del Decreto legge e del voto di fiducia e una gestione amministrativa nella quale le norme che presiedono al suo esercizio sono state ripetutamente violate. Tutto ciò è avvenuto sulla base del principio autoritario tipico del populismo berlusconiano secondo il quale “alla maggioranza può essere consentito tutto”. Ci saranno altre occasioni per ripercorrere compiutamente il percorso e la natura di queste violazioni a partire dal piano programmatico fantasma e dai regolamenti inesistenti che hanno consentito di emanare circolari che …

"Verso il nuovo governo. L'appello degli studenti a Napolitano", di A.G. da La Tecnica della Scuola

La Rete studenti medi e l’Unione degli Universitari scrivono al Capo dello Stato, perché in un momento delicato come quello che stiamo vivendo possa fare da garante per favorire formazione pubblica di qualità. Il richiamo a prescindere dal merito delle scelte. Critiche alla Gelmini: non ci ha voluto ascoltare. A poche ore dall’epilogo del Governo Berlusconi, gli studenti italiani si rivolgono ancora una volta al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per chiedere garanzie sulla tutela dell’istruzione pubblica. Protagonisti del gesto, riassunto in una lettera pubblica, sono la Rete studenti medi e l’Unione degli Universitari. “Caro signor Presidente – scrivono – , nelle prossime ore Lei sarà chiamato a decisioni tanto delicate quanto importanti per la tenuta del nostro Paese. Ci rivolgiamo proprio a Lei in questo momento perché come ha ascoltato la voce delle studentesse e degli studenti in passato, lo possa fare anche oggi, ponendosi quale elemento di garanzia e di tutela per il mantenimento di un sistema di formazione pubblico e di qualità”. Gli studenti non chiedono a Napolitano di operare in modo …

"Caro professore, dimentichi Gelmini", di Mila Spicola

Caro professor Monti, dicono di Lei che da lunedì potrebbe essere a capo di un nuovo governo per “salvare” l’Italia. Se così sarà non possiamo che esserne contenti. Vorrei però porle un quesito, un dubbio da professoressa di periferia: riscriverebbe oggi il suo editoriale del 2 gennaio 2011? Quello dal titolo: «L’esempio di Gelmini e Marchionne: meno illusioni per dare speranze»? In effetti è l’esempio quello che distingue un vero statista da un mediocre politico, lo diceva Luigi Einaudi al nipotino, ma spero che il suo esempio non sia l’attuale ministro in carica a viale Trastevere. Da bocconiano non può che ritenere fondamentale la salvaguardia e la promozione del merito. Ma, e non vuole essere un gioco di parole: entri nel merito se vuol parlar di merito. Specie quando tratta della scuola. Ritengo il suo giudizio del 2 gennaio un po’ affrettato, me lo lasci passare, nell’affermare che «grazie alla sua determinazione, (della Gelmini) verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti e nel fare ricerca». Tutto possiamo fare e mi metto nei panni …

"Ministeriali sotto attacco. Rischiano 10mila insegnanti", di Bianca Di Giovanni

Dipendenti pubblici ancora carne da macello. Il governo Berlusconi lo aveva promesso in Europa nella lettera d’intenti: «rendere più efficiente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione». Sembra un maquillage, in realtà è autentica macelleria. Le disposizioni del maxiemendamento che oggi passerà il vaglio del Senato edomani diventerà legge grazie all’emergenza economica, per i dipendenti pubblici «sono l’anticamera del licenziamento – spiega Michele Gentile (Cgil) – sono palesemente discriminatorie ». Di che si tratta? Di quella messa in mobilità per due anni con l’80% della retribuzione e poi l’uscita dagli organici nel caso in cui si verifichino delle eccedenze o non si accetti il trasferimento in altre amministrazioni. Le norme ricalcano leggi già esistenti: nulla di veramente nuovo nel merito. La mobilità già esiste, e anche una sorta di cassa integrazione. Ma qui le cose cambiano molto con una stretta senza precedenti. Le singole amministrazioni, infatti, potranno dichiarare eccedenze anche per semplici motivi economici. Forse a questo si riferiva un passaggio della famosa lettera d’intenti che parlava di «superamento delle dotazioni organiche ». La decisione …

"Nuovi prof, spazio solo per 13 mila", di Alessandra Ricciardi

A gennaio le selezioni per i Tfa. La tenuta del governo potrebbe però far saltare tutto. La Gelmini frena le università pronte a sfornarne il 60% in più. C’è posto per 12.778 nuovi insegnanti, quelli che potranno seguire i tirocini formativi attivi di primo e secondo livello e aspirare così a un eventuale concorso nella scuola. A definire il fabbisogno, per gradi di scuola e classi di concorso, è stato il ministero dell’istruzione che ha freddato le aspirazioni di molti nuovi docenti e soprattutto delle università pronte a sfornare corsi per un 60% di docenti in più: 32.410 per l’esattezza. Una differenza di oltre 19 mila posti, la più consistente è relativa al Tfa di secondo grado, ovvero per la scuola superiore, dove gli atenei avevano hanno messo a punto corsi per 13.446 aspiranti docenti in più. Una differenza che la dice lunga sulla diversa prospettiva che ministero e università hanno sulle potenzialità della scuola assorbire realisticamente nei prossimi anni nuovi insegnanti, in aggiunta a quelli già abilitati e in attesa nelle varie graduatorie, di …

"Dimensionamento? Chi lo ha fatto rischia di rifarlo", di Mario D'Adamo

Ma le regioni chiedono uno slittamento. E il ministero ci sta pensando. La legge di stabilità ha abbassato i parametri per formare gli istituti comprensivi. La diffusione generalizzata di istituti comprensivi di scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado sta subendo un rallentamento. Non solo per la decisa opposizione di alcune regioni, che hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, lamentando l’intrusione dello Stato nelle loro competenze in materia di programmazione della rete scolastica territoriale, o per la posizione che la stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome ha preso il 27 ottobre scorso, chiedendo che l’operazione sia distribuita lungo l’arco del prossimo triennio. Lo stesso ministero, infatti, sembra incoraggiare discussioni e quindi possibili ripensamenti. Il sottosegretario Giuseppe Pizza, rispondendo a un’interpellanza, prima firmataria Maria Coscia, parlamentare del partito democratico, ha riconosciuto che «le operazioni relative ai piani di dimensionamento debbano essere svolte in tempi adeguati di consultazione tra i vari soggetti coinvolti», e non sono pochi, affinché poi le decisioni finali trovino «la più ampia condivisione possibile», ed ha affermato anche …