Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Linee guida tecnici e professionali: insegnamento della storia fra high-tech e high-touch", di Anna Maria Bellesia

Fervono i preparativi per la messa a punto delle Linee guida per il secondo biennio e il quinto anno degli istituti tecnici e professionali. La bozza, attualmente all’esame del Cnpi, è ancora un documento in fieri, in alcune parti già definito, in altre ancora grezzo e disomogeneo. Lo schema delle Linee guida è apparso sul sito dell’Ansas per un breve periodo in luglio e con accesso riservato. La discussione è rimasta così limitata agli addetti ai lavori, mentre una gestione più aperta avrebbe potuto stimolare contributi utili specialmente riguardo alle discipline. La “dinamica integrazione” tra cultura umanistica, scientifica e tecnologica costituisce il leitmotiv per il secondo biennio e l’ultimo anno, tuttavia bisogna fare attenzione a non cadere in forzature. E’ il caso della storia. Nell’introduzione delle Linee guida (al momento la sezione meglio definita) leggiamo che “l’insegnamento della Storia tende ad ampliare e rafforzare l’acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza” e “l’approccio, quindi, non può che essere ‘globale’, ossia imperniato sull’intreccio fra le variabili ambientali, demografiche, tecnologiche, scientifiche, economiche, sociali, politiche, culturali”. D’altra parte però, …

"La Gelmini lancia il liceo sportivo via latino, geografia e storia dell'arte", di Salvo Intravaia

Lo schema di decreto del ministero prefigura una variante dello scientifico con tre ore settimanali anziché due di Educazione fisica e con l’introduzione di Diritto ed economia dello sport. Ma servono “impianti ed attrezzature ginnico sportive adeguate”. Il ministero amplia il sistema dei licei. Il prossimo anno, i ragazzini in uscita dalla media potrebbero avere una scelta in più: oltre al classico e allo scientifico, all’artistico e al linguistico, a quello musicale e quello delle scienze umane, potrebbero avere l’opportunità di scegliere anche il liceo sportivo, con più ore settimanali di Educazione fisica e qualche ora in meno di materie teoriche. Se l’iter normativo dovesse concludersi per tempo, come spera il ministro Mariastella Gelmini, la novità sarà in vigore già a febbraio, quando si apriranno le iscrizioni per l’anno scolastico 2012/2013. Mentre le scuole non sanno a quale santo votarsi per pagare cancelleria e carta igienica e si rivolgono ai genitori chiedendo l’ormai famoso, o famigerato, “contributo volontario”, il ministro lancia il settimo liceo dell’era Gelmini: quello sportivo, appunto. Il dpr che lo istituisce è …

"La stabilità secondo Gelmini: tagli alla scuola ieri, oggi e domani", di Manuela Ghizzoni

La deputata e capogrupo PD in Commissione Cultura e Istruzione Manuela Ghizzoni denuncia l’arrivo nella manovra finanziaria di altri tagli per l’istruzione pubblica. “Dei provvedimenti contenuti nella Legge di stabilità (come si chiama ora la vecchia finanziaria) e nel Bilancio dello Stato per il prossimo anno, in discussione al Senato, si parla troppo poco. Il dibattito pubblico è focalizzato sui significati economici e politici dell’altalena cui sono sottoposti i mercati finanziari e, conseguentemente, sul maxiemendamento presentato da Berlusconi al G20 di Cannes, ma che nessuno ha potuto leggere in forma ufficiale. In questo modo è stato accantonato l’interesse per la Legge di stabilità e per il Bilancio: ed è un vero peccato, dato che in essi sono previsti altri tagli per la scuola. Basta una cifra per spiegare di cosa stiamo parlando: per il prossimo anno il Bilancio prevede per il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca una competenza complessiva di 51.520.441.175 euro, vale a dire una riduzione di 1.835.578.102 euro rispetto al bilancio assestato di quest’anno. A danno di quali programmi si abbattano questi …

"Se sull´Italia pesano 39 milioni di ignoranti", di Mario Pirani

Un pedagogo di alto valore, il professor Saverio Avveduto, mi ha fatto pervenire un dossier di testi, corredati da dati e statistiche, sia suoi che di Tullio De Mauro, già ministro della Pubblica istruzione, sullo stato del nostro panorama educativo. Val la pena di cogliere, non da fiore a fiore, ma da rovo a rovo, alcuni grovigli spinosi del nostro sistema. Il dato più sconfortante è la distanza abissale tra le oasi di alto sapere (che comprendono premi Nobel e grandi chirurghi, scienziati e letterati, ricercatori industriali contesi a livello internazionale) e i vasti deserti di una popolazione priva delle conoscenze essenziali per orientarsi nella complessità del mondo d´oggi. Da una scheda dell´Ocse risulta che nella classifica sulla condizione educativa (tale da permettere all´individuo di capire il titolo di un giornale, un semplice questionario, un pubblico avviso) l´Italia occupa il penultimo posto fra una trentina di paesi industrializzati, seguita solo dal Portogallo. A questa situazione soggiace il 68,2% della popolazione, pari a 39.146.400 unità, una cifra da paura che necessita, peraltro, di una spiegazione. Essa …

Milano: In rosso i bilanci della scuola «I supplenti senza stipendio», di Federica Cavadini

Niente stipendio dall’inizio dell’anno scolastico. Molti dei supplenti arruolati dagli istituti di Milano si presentano ogni giorno in classe a far lezione anche se non hanno ancora visto un euro. Lavorano sulla fiducia, lo stipendio arriverà. Ma quando? Se lo chiedono dodici insegnanti dell’elementare di via Moscati, chiamati dal preside per sostituire colleghi assenti. «Abbiamo chiesto rassicurazioni al dirigente amministrativo – racconta un’insegnante della primaria —. Ci è stato spiegato che i soldi devono arrivare dal ministero e la scuola non può anticiparli. Quindi non sappiamo nemmeno se il pagamento verrà fatto alla fine del mese». Non è un caso isolato. Per i supplenti temporanei, migliaia ogni anno nelle scuole di Milano, la situazione è critica in diversi istituti. Questi insegnanti, a differenza di quelli di ruolo o con incarichi annuali che ricevono lo stipendio direttamente dal ministero, vengono pagati dalle scuole, che per le supplenze brevi hanno un budget assegnato dal ministero. Ma se quel denaro arriva tardi o non basta, addio paga per maestri e professori. «Le segnalazioni sono numerose e abbiamo già …

"Scuola:in pensione a 80anni ma in classe fino a max 55", di Mila Spicola

Ve la dico come vi è venuta. Prendetela come una provocazione, ma nemmeno tanto. Giusto per capire come la pensiamo tra noi colleghi Ma anche altri che volessero dire la propria, la dicessero pure. Premessa: a. L’insegnamento è lavoro usurante, così usurante che tra gli insegnanti si rilevano patologie psichiatriche pari al triplo che in ogni altra categoria professionale, compresi gli operai. Cosa che tutti ignorano, o fanno finta di ignorare, persino gli stessi docenti, tra i quali, sull’argomento vige il silenzio più totale nonostante il testo unico 81 obblighi i dirigenti scolastici ad effettuare annualmente il monitoraggio antistress. Del resto lavoriamo con materiale da maneggiare con cura ed esplosivo: i ragazzi. Non ci credo che possiamo resistere in classe fino a 67 anni. Nemmeno per idea.Nemmeno il collega che qua sotto commenterà che lui lo farebbe anche oltre.. b. Abbiamo la classe docente più vecchia al mondo. Spesso meno motivata e più stanca. Non va bene. Non va bene ai ragazzi. Non va bene ai genitori. Non va bene a noi. Non parlatemi di …

"Studenti in cammino verso l’Italia che lotta", di Dario Costantino*

Eccoci, per riaprire ed espandere tutti gli spazi che la violenza del 15 ottobre ha tolto al movimento, in termini di azione politica e di libertà, per contribuire alla costruzione dell’alternativa con gli occhi e la mente degli Studenti. Un’intera settimana di mobilitazione diffusa. Sarà la nostra chiave per rilanciare le ragioni che hanno portato migliaia di persone per le strade, per ampliare il nostro orizzonte di pensiero, ponendoci più domande di prima, spingendo il Paese a una riflessione comune. Lo faremo da studenti, parlando di scuola prima di tutto; parlando di lavoro e conoscenza lanceremo le nostre speranze al paese. Per un movimento più ampio dei confini nazionali, per una generazione che prenda coscienza di sé, che parli alla politica e alla democrazia, che si appropri di nuovi spazi di libertà e consapevolezza.
Le destre hanno distrutto in trent’anni conquiste eccezionali dentro i luoghi di lavoro, nelle democrazie, nelle scuole, regalando ogni potere decisionale agli interessi del mercato, sottomettendole alle ragioni della rendita e del mercato. La lotta per riportare alla gente una fetta enorme …