Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

Voti bassi? Il ministro taglia i fondi. Il piano di ristrutturazione della Gelmini nella lettera alla Ue", di Alessandra Ricciardi

Per ora è lì, nella lettera delle buone intenzioni che il governo italiano ha recapitato ai partner europei. Ma il progetto ha già qualche anno di vita e ora il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, è pronta a tirarlo fuori per passare dalle parole ai fatti. Ora che la crisi politica della maggioranza non sembra più recuperabile, è possibile tentare quel tutto per tutto che a metà legislatura era sconsigliato. Anche a costo di andare allo scontro frontale con tutti i sindacati, che proprio sulla lettera alla Ue si sono ricompattati e che potrebbero decidere di sciogliere gli indugi e andare a un grande sciopero generale. Si tratta del piano di ristrutturazione del sistema scolastico, quello declinato a pag. 3 della lettera messa a punto dal governo italiano per il consesso europeo della scorsa settimana: «L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove Invalsi), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti». Un’affermazione «fumosa», diranno alcuni sindacati. Ma ai piani alti di viale Trastevere le cose sembrano più …

«Mondo salvato dai ragazzini», di Marina Boscaino

C’è stato un tempo, molto tempo fa, in cui ho creduto fortemente che questa nostra professione, quella d’insegnante, rappresentasse di per sé una condizione elettiva, intrinsecamente nobile, profondamente etica. Con il passare degli anni sono rimasta di questo avviso rispetto al concetto, ma ho compreso, giorno dopo giorno, che si tratta di un’idea astratta, fortemente condizionata dalle caratteristiche di chi la concretizza e la interpreta. E che, come ovunque, tra noi insegnanti c’è di tutto: motivazione, orgoglio, dedizione, competenza, responsabilità e l’esatto contrario. Come ho quindi rivisto le mie romantiche e ingenue convinzioni precedenti, nello stesso modo ho rifiutato le ricette di facile impatto che, misto di arroganza e demagogia, i nostri governanti hanno artatamente spalmato sul nostro lavoro e sulla nostra identità professionale, soprattutto negli ultimi lustri. A un Berlusconi che prometteva, con la consueta eleganza, durante la campagna elettorale del 2001, di «ricoprire d’oro gli insegnanti», risponde un Brunetta, che – nel corso della sua infelicissima (per noi) e purtroppo non ancora conclusa esperienza di ministro – ha gettato fango sulla scuola e …

"Beffa per venti insegnanti. Assunti per errore dopo anni da precari", di Luciana Cimino

Sardegna Immessi a ruolo ad agosto si erano insospettiti perché non percepivano lo stipendio. Il ministero dell’Istruzione li ha richiamati. Ma secondo i sindacati il Miur ha sbagliato i conti. Passare da una lunghissima precarietà al sollievo di un contratto a tempo indeterminato e poi sentirsi dire che era tutto uno sbaglio e riprecipitare nella precarietà. Succede a 20 insegnanti sardi abilitati per il sostegno. Ad agosto arriva la tanto agognata immissione in ruolo. Gli insegnanti cominciano a lavo- rare, molti vengono da altre regioni (soprattutto del sud) e sono destinati a paesi impervi. Alcuni devono farsi anche 80/150 chilometri ogni giorno. Ma è un prezzo che si paga volentieri dopo 10/15 anni di precarietà. Qualcosa però non torna. Lo stipendio non arriva, alcuni non hanno firmato neanche il contratto. Cominciano a chiedere spiegazioni. E si scopre la beffa. Il 26 ottobre l’Ufficio scolastico Regionale li chiama uno per uno per dire loro che c’è stato un errore, che ci si avvia verso la risoluzione del contratto. Racconta Giuseppe Argiolas, 45 anni e 14 anni …

"Maria Stella, la scaricabarile", di Manuela Ghizzoni

Meno, è questo il segno che contraddistingue la parabola del governo Berlusconi che con l’ultimo voto di fiducia ha toccato il punto più basso. Meno sicurezza, meno risorse alle forze di polizia, meno lavoro, meno benessere, meno opportunità, meno sostegno alle famiglie, meno politiche per le piccole e medie imprese, meno diritti nel lavoro. Meno pluralismo, meno democrazia, meno giustizia, meno welfare, meno ricerca, meno autorevolezza sullo scenario internazionale, meno risorse agli enti locali, meno coesione sociale, meno solidarietà, meno investimenti per energie rinnovabili, meno crescita e Pil, meno rispetto del territorio, meno moralità. L’unico segno meno che manca, ed è l’ennesima promessa tradita, è quello riferito alle tasse, che sono aumentate. Ma c’è un luogo dove questo segno meno è particolarmente evidente, ossia il mondo della scuola e dell’università, dove in questi anni abbiamo assistito ad una inaudita opera di riduzione di risorse che è stata ribadita nella recente lettera alla Ue. L’anno scolastico è così iniziato tra le proteste di studenti, professori e personale della scuola per gli effetti sempre più tangibili dei …

"Addio gite scolastiche a casa due studenti su tre", di Marina Cavallieri

Un tempo c´erano Roma, Firenze, Venezia. Poi Barcellona, Berlino, Praga. Negli anni sono cambiati gli orizzonti, gli studenti, i costi ma nessuno ci ha mai rinunciato. È la gita scolastica, da sempre sospesa tra cultura e vacanza, didattica e divertimento, formazione e svago. Ora però il “viaggio d´istruzione”, come viene chiamato nei protocolli del ministero, rischia di sparire. Addio fuga dalla routine dei banchi, rito indimenticabile per generazioni di studenti. Per l´Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club nella scuola superiore c´è stato un calo netto: nel 2010/2011 le classi in gita sono passate dal 60 per cento al 38, gli studenti da 1,3 milioni a 760 mila, il fatturato da 340 milioni a 215. Nell´ultimo anno, dicono i ricercatori, hanno sicuramente pesato le manifestazioni studentesche contro la riforma, le proteste dei professori contro i tagli, ma da soli non spiegano la riduzione. Nel 1992, una circolare del ministro Iervolino stabilì che le «visite d´istruzione» dovevano essere a carico delle scuole non delle famiglie. Così non è stato. «Da tempo i professori non hanno più …

«La scuola non argina più l'ignoranza», di Graziella Priulla *

L’istruzione pubblica sotto la lente d’ingrandimento di una docente. Nel libro di Graziella Priulla, di cui pubblichiamo le conclusioni, è contenuta una grande mole di dati che segnalano il declino di una istituzione. Che cosa vogliamo lasciare all’Italia che verrà? Che cosa il mondo adulto organizzato vuole che sappiano le nuove generazioni, in Lombardia come in Sicilia? E a monte: la cultura riguarda la nostra vita? ha a che fare con il modo di passare le giornate, con la capacità di convivere civilmente? Come convincere i ragazzi che serve? Come gettare un ponte percorribile tra le loro menti e ciò che di meglio l’umanità ha prodotto, senza ingessarsi su modelli di cent’anni fa? Quali saperi restano, quali si sostituiscono?Come conciliare elementi di lungo periodo con elementi la cui utilità è legata a fattori transitori? NESSUN CONFRONTO SERIO Da anni non conosciamo un dibattito serio su quale debba essere la formazione più idonea per giovani che appartengono interamente al XXI secolo. In un contesto di definanziamento selvaggio, di classi superpopolate, di demotivazione e disaffezione dei docenti …

"Alla scuola servono investimenti, non misure da horror", di Francesca Puglisi

Nella lettera inviata all’Europa dal governo Berlusconi, in cui si minaccia di rilanciare il Paese licenziando più facilmente tutti, fa rabbrividire, tra le misure, il punto che riguarda la scuola. Parlando di “promozione e valorizzazione del capitale umano” si annuncia un piano di ristrutturazione per l’anno scolastico 2012-2013 per quelle scuole che raggiungono risultati insoddisfacenti ai test Invalsi. Il brillante imprenditore che da vent’anni promette benessere agli italiani, pensa ora di “promuovere il capitale umano” applicando il linguaggio e i metodi delle “aziende in crisi” alle scuole. Invece di investimenti per migliorare il sistema scolastico italiano, come ha fatto la Germania nel tempo della crisi, forse nella stringata e sibillina misura annunciata, si annunciano nuovi tagli? Quanto al reclutamento degli insegnanti, il ministro Gelmini annuncia roboante che si riparte dal testo Aprea, chiuso in un cassetto da oltre due anni. Quando non hanno idee, ritirano fuori quelle vecchie, comunque deleterie. www.partitodemocratico.it