Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"La scuola non può escludere", di Marco Rossi Doria

Mentre la metà dei giovani italiani ha un lavoro incerto o non lo ha, vi è il 20% di tutti i ragazzi tra i 15 e i 25 anni che non hanno completato la scuola superiore. Né hanno ottenuto una qualifica professionale spendibile. Il loro fallimento a scuola è precoce, si vede presto. Ha bisogno, per essere vinto, di supporto speciale e costante lungo gli anni – dalla prima infanzia fino a tutta l’adolescenza. Un supporto che oggi non c’è. Anche perché l’offerta di istruzione è troppo standardizzata per poter affrontare un’esclusione sociale e culturale multi-dimensionale, che ha bisogno di azioni flessibili, mirate, innovative e concordate tra le scuole e fuori. Sono tutti ragazzi poveri che vengono da famiglie povere. Sono due milioni. Sono spesso analfabeti funzionali: parlano, scrivono, leggono male, non conoscono i loro diritti; pur esposti ai media non hanno strumenti di lettura del mondo, delle informazioni, delle opportunità. Sono concentrati nelle aree urbane, nelle periferie sempre più abbandonate soprattutto del Mezzogiorno, ma non solo. Spesso hanno alle spalle storie di profonda frustrazione …

"Scuole a rischio crolli. Il 57% non ha neppure il certificato di staticità", di Mariagrazia Gerina

Sono vecchie. Quasi tutte costruite prima del 1990. E, in questi anni, nessuno si è preoccupato del loro stato di salute. Eppure, più della metà delle scuole italiane non ha neppure il «certificato di idoneità statica », che poi – spiega il presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano – è «quel documento che certifica la buona salute dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali dell’edificio». Ebbene, il 57% degli edifici scolastici ne è sprovvisto, avvertono i geologi italiani. Tocca a loro, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, lanciare l’allarme sullo stato fisico della scuola pubblica italiana. Non usano giri di parole i geologi italiani. Ogni giorno – avvertono – nove milioni di persone, tra studenti, insegnanti e personale amministrativo rischiano la pelle tra le aule scolastiche. Tanto più che tra quegli edifici senza alcun pezzo di carta che ne documenti lo stato di salute un buon 34% si trova in aree sismiche. Eil presidente del Consiglio nazionale dei geologi parla esplicitamente di «totale carenza di sicurezza rispetto agli attuali …

"Presidi, il futuro è un quiz", di Paola Fabi

Quel pasticciaccio brutto dei quiz del concorso per dirigenti scolastici è davvero risolto? Il ministero dell’istruzione ha annunciato solenne ieri che la prova si svolgerà il 12 ottobre. Salvo ulteriori intoppi o rinvii, aggiungiamo noi. E non per mancanza di fiducia ma perché il tanto atteso concorso per presidi finora ha vissuto un percorso un po’ accidentato, aggiungendo incertezza alla già incerta stagione scolastica. Prima il rinvio per la presentazione della domanda di ammissione al concorso sulla quale molti candidati hanno equivocato e su cui pende già qualche minaccia di ricorso. Poi il rinvio di una settimana causa imprecisioni ed errori nei test a risposta multipla predisposti dal Miur e che dovrebbero servire per una prima scrematura dei candidati. Secondo il ministero guidato da Mariastella Gelmini si trattava di «pochissimi e marginali refusi». Secondo organizzazioni, esperti e sindacati si trattava di domande «opinabili». Ora quindi, il Miur dovrà operare un bel taglio ma, soprattutto, dovrà evitare che anche uno solo dei quesiti possa scatenare migliaia e migliaia di ricorsi al Tar per l’ammissione con riserva …

"Precari, Cota dà la scossa leghista", di Alessandra Ricciardi

In tempo di crisi, è un bel tesoretto, quello messo a disposizione dalla regione Piemonte: 10 milioni di euro per dare un’occupazione a chi nella scuola pubblica, causa tagli, quest’anno non avrà un contratto. Ma ne potranno beneficiare «prioritariamente» i precari regionali, ovvero gli iscritti «alle graduatorie ad esaurimento» dell’ultimo triennio. E chi è arrivato quest’anno? Niente da fare, anche se ha un punteggio più alto, deve solo sperare di essere ripescato dopo che avranno rifiutato tutti gli altri iscritti in lista. La svolta leghista arriva con l’intesa sottoscritta tra regione Piemonte, ufficio scolastico regionale e Inps, un’intesa con cui si stima che circa 600 disoccupati, tra docenti e personale Ata, possano avere un lavoro su progetti specifici, dall’apertura delle scuole di montagna al sostegno all’handicap. L’intesa, finanziata con i fondi regionali del piano per l’occupazione, attende ancora la firma finale del ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, per essere operativa nell’ambito del progetto nazionale del salvaprecari. E non è affatto scontato che il ministro dica sì. I proponenti, in testa il governatore del Piemonte, Roberto Cota, …

Geologi denunciano: il 57% degli edifici scolastici è insicuro, 9 su 10 in Sicilia. Nove milioni di persone a rischio incolumità

Edilizia scolastica poco sicura in tutta Italia con la maggior parte delle scuole, circa il 46%, costruite tra il ’65 e il ’90 e 9 milioni di persone, tra docenti, personale amministrativo e alunni, a rischio quotidiano di incolumita’. A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, sono questi alcuni dei dati poco rassicuranti snocciolati da Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi. “Su oltre 50 mila scuole presenti in Italia -ha affermato Graziano – il 95% degli edifici scolastici e’ stato costruito, secondo dati del ministero dell’Istruzione, tra il 1900 e il 1990 e, in particolare, il 46% di questi e’ stato realizzato tra il 1965 e il 1990. Cio’ evince una totale carenza di sicurezza in merito agli attuali standard normativi sul rischio sismico, primi tra tutti i dettami delle nuove norme tecniche sulle costruzioni del 2008 e le varie circolari ministeriali successive”. Graziano ha poi menzionato la mancanza di certificazione di moltissimi istituti scolastici per quanto concerne l’agibilita’ statica e la loro collocazione in aree a forte rischio sismico: “Il …

"Una Scuola Condivisa: democratica, inclusiva, colta e solidale", di Giulia Tosoni

Un volume per tesi, che attraverso l’analisi delle quattro stagioni attraversate dalla scuola italiana dal 1960 ad oggi punta a dimostrare che un patto per rifondarla e rilanciarla, tra le forze politiche oggi all’opposizione è possibile quanto necessario. E’ questo il fulcro dell’ultima pubblicazione del docente e pedagogista Franco Frabboni, “Una scuola condivisa” (Liguori Edizioni), presentato alla Festa Democratica Nazionale della Scuola a Modena. Ne hanno discusso, insieme all’autore, Adriana Querzè, assessore all’Istruzione di Modena, e Adriana Comaschi, giornalista de L’Unità. Al termine della presentazione, Frabboni ha accettato di rispondere alle nostre domande. Professor Frabboni, quali sono state le stagioni della scuola pubblica italiana che lei descrive nel suo ultimo libro? Le due stagioni “luminose”, la primavera e l’estate, corrispondono al periodo tra il 1960 e il 2000. La primavera è la stagione dei grandi pedagogisti, laici e cattolici, che insieme hanno saputo dare un’impostazione inclusiva e volta all’emancipazione degli individui alla nostra scuola. L’estate arriva con l’affermazione del tempo pieno e prolungato, che porta nel 2000 la nostra scuola primaria ad essere considerata la …

"Noi docenti, in prima linea per difendere la scuola", di Marco Rossi Doria

Ritorno al passato “Abbiamo meno ore, creiamo classi con 40 alunni come negli Anni Settanta”. Chi fa scuola ogni giorno può anche protestare ma poi si rimbocca le maniche. Cagliari «Anche se senti falsi o lontani i comunicati del Ministero, quello che conta all’avvio di anno è rispondere agli alunni, è la relazione educativa, il legame con chi impara, l’artigianato della didattica riscoperto con i tuoi colleghi. Non è rassegnazione, siamo indignati. Ma sentiamo la responsabilità civile. E anche un’altra cosa: l’attaccamento al lavoro, la non rinuncia». Insegnante di ruolo da 29 anni, esperta di didattiche attive del movimento di cooperazione educativo, Luisanna è maestra in una scuola del centro di Cagliari con 900 alunni. «Stiamo riprovando di fare le classi aperte, come negli Anni Settanta, mettendo insieme 40 bambini per poi fare gruppi, ricomporli, riorganizzarsi per difendere la scuola attiva, quella che non incolla nei banchi ma crea azione, entusiasmo, possibilità, favorendo le compresenze rese difficili dal taglio delle ore. Non possiamo rinunciare al nostro saper fare scuola, alle esperienze, ai risultati di tanti …