Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Scuole da sistemare. Sbloccati i primi 150 milioni di euro", di Rosaria Talarico

Migliore considerazione sociale per gli insegnanti ed edifici scolastici più sicuri. L’istruzione, da sempre negletta tra le priorità dei governi che si sono succeduti, si appresta a recuperare la centralità che le spetta. «Da emergenza diventa il cuore dell’agenda politica di questo Governo» promette il neo ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. E per dimostrare che non si tratta solo di un intento ieri, al termine del Consiglio dei ministri, ha fornito alcune cifre. «Nel grande piano dell’edilizia, che sarà concordato con le amministrazioni locali, si stanzieranno non meno di 4 miliardi, e anche più di questi, come risultato dello sblocco del patto di stabilità interna» ha detto il ministro. Un Paese avanzato «non può permettersi di avere bimbi che vivono e studiano in condizioni di insicurezza». I soldi sono immediatamente disponibili poiché già stanziati nel decreto Fare (150 milioni di euro). Il punto è che a essere inadempienti questa volta non è il ministero, ma sono le Regioni che in molti casi non hanno speso in tempo i soldi assegnati previa organizzazione delle gare d’appalto. Il …

"Una disabile in classe e il senso della vita", di Michela Marzano

È accaduto a Milano, all’Albe Steiner, un istituto tecnico sperimentale modello. Celebre non solo per l’insegnamento delle arti multimediali, ma anche per l’accoglienza riservata ai disabili. Eppure è proprio in quest’istituto modello che è scoppiata la polemica per la “presenza ingombrante” di una ragazza “diversamente abile” — come si dice oggi utilizzando una di quelle espressioni che dovrebbero facilitare l’inclusione dei “diversi” e che, però, finiscono spesso con il generare malintesi, banalizzando la sofferenza di chi queste differenze le vive quotidianamente. Alcuni ragazzi si sarebbero lamentati della compagna considerandola un “peso”. Alcuni genitori, invece di mostrarsi solidali con chi si batte affinché la figlia possa avere le stesse chance degli altri, avrebbero rinfacciato alla madre di non avere iscritto la ragazza in un istituto specializzato. E il tutto perché? Per la presunta cancellazione di gite scolastiche che avrebbero, di fatto, escluso la ragazza. Come se il pattinaggio o l’equitazione valessero la discriminazione di una persona. Per i propri figli, tutti i genitori vogliono il “meglio”. Lo sappiamo tutti. Lo approviamo tutti. Come si potrebbe d’altronde …

"Buoni maestri", di Mariapia Veladiano

Sulla scuola oggi non si può essere troppo ecumenici, bisogna essere di parte, la parte di chi rischia che l’istruzione non sia più un suo diritto, per colpa della crisi economica, della sciatteria politica, del calcolo astuto di chi sfrutta a fini suoi l’ignoranza altrui. E dovrebbe essere la buona politica a preoccuparsi che questo accada ma non lo fa e allora ci sono i buoni maestri e le buone maestre. In qualche modo eredi di Alberto Manzi che ha reso possibile per molti italiani quel “non è mai troppo tardi”, che era il titolo della sua trasmissione più popolare. Questi maestri oggi non parlano dalla televisione ma sono a scuola, fuori dalla scuola e, come dire, a scavalco: insegnanti al mattino, volontari al pomeriggio. Sono presenti a spaglio, in quartieri che conosciamo per la loro lunghissima storia di dolore e degrado, come Scampia a Napoli, e poi anche a Milano, Roma e Reggio Calabria. Il giovanissimo Rosario Esposito La Rossa ha 25 anni, “educatore con lo sport”, dice. Franca Caffa ha 85 anni, di …

"Lingua Madre. Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano. Secondo l’indagine Pisa, sono uno su cinque", di Simonetta Fiori

Immaginiamo una festa con un centinaio di studenti, tutti del secondo anno delle superiori. Venti di loro non sanno l’italiano. No, non è una festa cosmopolita con quindicenni che arrivano da tutto il mondo. Si tratta di adolescenti italiani, un quinto dei quali ha problemi con la lingua madre. Un dato evidenziato dalle ultime rilevazioni Pisa, ma curiosamente passato sotto silenzio (si tratta dell’indagine internazionale promossa dall’Ocse per valutare il livello di istruzione degli adolescenti dei principali paesi industrializzati). Naturalmente il fenomeno non è uniforme sul piano geografico e sociale. «È drammatica la distanza tra i licei del Nord-Est e gli istituti professionali del Mezzogiorno», dice Luca Serianni, insigne storico della lingua e autore di saggi sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole (L’ora d’italianoe Leggere scrivere argomentare, entrambi pubblicati da Laterza; e con Giuseppe Benedetti Scritti sui banchi, Carocci). Ma cosa significa non sapere l’italiano? Serianni pesca tra i quotidiani degli ultimi giorni. «Alla fine delle scuole superiori un ragazzo dovrebbe essere in grado di capire un articolo di fondo». E invece? «E invece molti arretrano davanti …

“Restituire dignità agli insegnanti”, di Flavia Amabile

Anche alla Camera Matteo Renzi lo conferma: la scuola prima di tutto. Fuori dall’aula di Montecitorio professori, sindacati, presidi e addetti ai lavori affilano le armi contro i primi annunci della ministra dell’Istruzione Stefania Giannini che si schiera contro gli scatti e contro la consultazione dal basso che invece il premier sostiene. Fuori dalle stanze della politica si teme di finire in un nuovo tritacarne economico o di diventare le vittime sacrificali di un braccio di ferro nel governo in nome del merito e della valorizzazione. Dentro l’emiciclo della Camera Renzi ripete di voler «valorizzare il ruolo degli insegnanti», spiegando che questo vuol dire intervenire «non soltanto sul fattore economico», ma sulla «mancanza di prestigio sociale che abbiamo sottratto a un valore come l’insegnamento». Ripete quello che è un suo cavallo di battaglia, il ricordo del tempo andato, citato più volte, e messo nero su bianco anche nella mozione per le Primarie pd che a dicembre lo hanno incoronato segretario. «Penso alla mia piccolissima esperienza di studente della provincia di Firenze – racconta -. Quando …

"Scuola, due miliardi per ristrutturare le aule", di Corrado Zunino

Nel primo Consiglio dei ministri dell’era Renzi entrerà la scuola. Su indicazione del premier, in quella sede il ministro dell’Istruzione avvierà un vasto piano per l’edilizia scolastica. Non una novità in valore assoluto: una novità, tuttavia, per le cifre messe a servizio del grande cantiere e per il percorso ipotizzato per sbloccare subito i finanziamenti. L’investimento da due miliardi servirà a curare 2.300 scuole oggi fuori norma, pericolose, nella maggior parte dei casi senza certificazione anti- sismica. Secondo un “rapporto sicurezza” in mano al precedente governo sono 15 mila gli edifici pubblici per l’istruzione con “urgente necessità di rilevanti interventi”, quasi un terzo dell’intero patrimonio scolastico. Lo stesso dossier spiega che per 10 mila istituti è stata ipotizzata la demolizione. L’arco di tempo previsto per la grande operazione è di due anni, fino alla primavera 2016. Renzi ha chiesto investimenti e progetti immediati per poter aprire cantieri già dal prossimo 15 giugno, a scuole appena chiuse, e riconsegnarne pronte alcune centinaia — meno compromesse — al rientro di studenti e insegnanti a metà settembre. Il …

"Si chiama capitale cognitivo e ci farà ricchi", di Gilberto Corbellini

In occasione nel dibattito televisivo tra i candidati alla segreteria del Pd il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi indicava nella ricerca, nell’istruzione e nella cultura le risorse da valorizzare, cioè i settori su cui avrebbe investito politicamente per stimolare l’azione del governo, allora presieduto da Enrico Letta. Anche nel chiedere al Parlamento la fiducia ha caricato la scuola e la cultura di un valore socioeconomico nuovo per un Paese che, proprio per aver ignorato il valore dell’istruzione, della ricerca e della cultura negli ultimi decenni è vertiginosamente retrocesso rispetto ai parametri che contraddistinguono la dinamicità produttiva e sociale di una democrazia vitale. Chi ha governato l’Italia negli ultimi 30 anni e più sembra fosse all’oscuro che i livelli d’investimento in istruzione, ricerca e cultura sono i più predittivi (più delle risorse naturali) della capacità di un sistema economico e politico di migliorare il benessere sociale. In termini non solo di reddito pro capite, ma anche di tasso di disoccupazione, di eguaglianza, di salute e di felicità percepita. Perché si traducono in un maggior numero …