Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Alunni disabili e sostegno, il caos italiano", di Valentina Santarpia

Duecentomila bambini e ragazzi disabili che frequentano le nostre scuole, poco più di 103 mila insegnanti di sostegno, una norma — quella italiana — che ci mette ai primi posti nelle classifiche Ocse sull’integrazione, ma che poi fatica a tenere il passo con le esigenze delle famiglie. Un esempio su tutti: nel Lazio ci sono genitori che sono stati invitati dai presidi a fare ricorso preventivo al Tar per ottenere l’assegnazione delle ore di assistenza che spetterebbero al proprio figlio. Eppure si tratta di una regione con il migliore rapporto insegnanti di sostegno/alunni. Un sistema molto poco efficiente ma costoso. Da qui l’idea di «razionalizzare»: ci sta lavorando il ministero dell’Economia e delle finanze, in uno dei gruppi guidati dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Sotto la lente di ingrandimento non c’è il numero di insegnanti: quest’anno, per la prima volta dopo anni, quelli che aiutano i ragazzi disabili a integrarsi nelle scuole e a partecipare alle attività didattiche sono cresciuti (+8,8%) più che gli stessi studenti disagiati (+3,7%). E il decreto istruzione approvato …

"Quei 4mila prof da pensione costretti a rimanere in aula", di Flavia Amabile

Un altro fronte si sta aprendo nella scuola dopo la battaglia sugli scatti vinta dai docenti e da chi ha combattuto con loro. Si tratta dei ‘Quota 96’ circa 4mila professori che per effetto della legge Fornero sulle pensioni è stata costretta a rimanere al lavoro a differenza di altri dipendenti della pubblica amministrazione. Parliamo di professori ormai sessantenni che dopo anni di lavoro in classe pensavano di essere arrivati alla pensione e che invece per tre mesi sono obbligati a lavorare ancora per anni occupando posti che potrebbero essere liberati a favore di migliaia di precari che sono fermi ad aspettare. La legge Fornero, infatti, aveva arretrato la data per andare in pensione al 31 dicembre 2011, anziché al 31 agosto, come previsto dalla legislazione scolastica, sconvolgendo da un giorno all’altro la vita di migliaia di persone convinte di aver fatto il proprio dovere e di poter andare in pensione dal 1 settembre 2012. La battaglia è in corso da tempo. La questione è stata segnalata con lettere e lettere a tutti, dal premier …

Italiano per stranieri, la lotta degli «insegnanti invisibili», di Giuseppe Vespo

Sono molti, sono qualificati e alcuni lavorano pure per le Università, gli istituti di cultura o le multinazionali con sede in Italia. Ma sono invisibili. Almeno agli occhi del ministero dell’Istruzione. Eppure gli insegnanti di italiano per stranieri L2/Ls (si chiamano così: L2 sta per seconda lingua, Ls per lingua straniera) esistono da tanti anni e sono arrivati ormai anche al cinema con «La mia classe», un film di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea nei panni di chi insegna la lingua per migliorare l’integrazione. Per farsi vedere, contarsi e chiedere di essere riconosciuti professionalmente, si stanno riunendo in gruppi e associazioni. E hanno lanciato una petizione che in poco tempo ha raccolto quasi seimila firme. Chiedono il «riconoscimento ufficiale della professione di insegnante di italiano L2/LS da parte del Miur» e «una certificazione univoca che attesti tutte le nostre qualifiche». Che sono numerose. Le certificazioni si chiamano Ditals, Cedils, Dils-pg, ma esistono anche corsi post laurea e master. «È una professione nata quasi spontaneamente, alcuni tra i primi non erano nemmeno laureati», racconta Carlo Guastalla, …

"La legge Fornero e i prof bloccati nel limbo" di Mila Spicola

Forse sono io che non capisco. E, se non capisco, qualcuno mi spieghi le ragioni. Da un lato ci sono giovani laureati che vogliono diventare insegnanti, che hanno seguito tutto il percorso richiesto loro dallo Stato per diventarlo. Percorso che negli ultimi 30 anni è variato quasi ogni anno: devi fare un concorso, no, ti devi iscrivere alle Sissis e abilitarti così, no, puoi insegnare come supplente, però per avere la cattedra devi fare un concorso, e torni alla casella di partenza, no, ti facciamo fare un tirocinio formativo abilitante, no, però, se hai il vecchio diploma magistrale ti facciamo fare un altro percorso, che si chiama pas, no, se hai anche il titolo del sostegno, hai un altro canale, ma tu sei prima, seconda o terza fascia? Scusi? In che senso? E questo è il versante «come divento insegnante oggi» che ha condotto, in questa follia amministrativa priva di ogni logica di semplificazione ma che continua ancora adesso, mentre scrivo, a complicarsi, ha condotto insomma a ingigantire ogni anno il grande pentolone del precariato …

"La libertà dei piccoli per difendersi dal mondo adulto", di Mariapia Veladiano

«Quanto libero può essere un bambino a scuola» è ovviamente una domanda tendenziosa. Di quelle che vogliono scatenare risse. Perché a scuola si va per imparare, e se una bambina si rifiuta di fare il disegno delle foglie il lunedì mattina dalle dieci alle undici, in qualche modo disturba la propensione più o meno spontanea degli altri bambini a obbedire alla consegna, e in una interpretazione piuttosto circoscritta del suo bene, disturba anche il suo processo di apprendimento dell’arte del disegno e quindi è una libertà solo apparentemente innocua la sua e a scuola diventa un problema da affrontare se si ripresenta. E se poi è lo studente delle superiori a mancare un giorno sì e uno no dalle lezioni, anche questa è una libertà pericolosa, il perché qui non è così evidente e luminoso, ma il fatto è tanto grave da farlo escludere dallo scrutinio per legge, bocciato d’ufficio. Quali che siano i risultati scolastici. Poi ci sono le emozioni. Anche la domanda “quali emozioni possono abitare a buon diritto le aule di scuola” …

E la scuola lotta ancora per “quota 96”, di L.Ci.

Una nuova proposta di legge è stata recentemente presentata alla Camera da Manuela Ghizzoni (Pd), anche se l’affollamento delle Camere e le prospettive incerte della legislatura non sembrano spingere le cose nella direzione desiderata dai lavoratori di “Quota 96”. Portano avanti la loro battaglia nel nome di “quota 96”: sono gli insegnanti e gli altri lavoratori della scuola che dopo la riforma previdenziale Fornero hanno dovuto rinunciare ad una prospettiva di pensione già intravista e ormai da tempo cercano di riconquistarla nelle aule parlamentari ed in quelle giudiziarie, finora senza successo. La vicenda somiglia ad altre innescate dalla stretta sulle pensioni di fine 2011, drastica nei contenuti e certo anche frettolosa nelle modalità di applicazione: a differenza però dei cosiddetti “esodati” questi dipendenti possono generalmente contare ancora sul posto di lavoro e sulla relativa retribuzione. SPARTIACQUE A SETTEMBRE La richiesta degli interessati è semplice: ottenere che per loro la soglia di applicazione della riforma sia spostata dal 31 dicembre 2011 al 31 agosto dell’anno successivo. Questo perché il mondo della scuola ha sempre goduto di …

"Scatti, un bel passo avanti ma non basta", di A.G. da La Tecnica della Scuola

I fondi necessari a ripristinare gli scatti d’anzianità mancanti, ma non tutti perchè rimane il “buco” del 2013, verranno prelevati dal 30% di risparmi derivanti dai tagli dell’era Gelmini (sono stati accantonati 120 milioni di euro) e poi, per la restante parte probabilmente come in passato dal Mof. I commenti dei sindacati di categoria sono in agro-dolce. E quello di polizia Silp-Cgil avverte: ora tocca a noi. Un bel passo in avanti sulla “vertenza” sugli automatismi stipendiali del personale della scuola. Il decreto legge varato il 17 gennaio dal consiglio dei ministri conferma quanto annunciato dal premier Letta nei giorni scorsi e cioè che dalle buste paga non verrà prelevata la tranche di 150 euro come restituzione degli ‘scatti’ già pagati dal primo gennaio 2013, ripristina gli scatti d’anzianità per il 2014 e consente di recuperare quelli del 2012 e 2013. Il provvedimento demanda, infatti, a un’apposita sessione negoziale il riconoscimento dell’anno 2012 ai fini della progressione stipendiale dei dipendenti della scuola (insegnanti e personale non docente). E assicura che nelle more della conclusione di …