Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

“Se questa è una scuola”, di Mila Spicola

Mi contatta una mamma e mi segnala che il figlio, chiamiamolo Mario, che frequenta il primo superiore di un noto Istituto Tecnico di Palermo, a scuola è stato aggredito dai compagni «più anziani» e sbattuto contro il muro più volte. «O cavolo, e i miei colleghi?» «I professori non c’erano, i ragazzi erano soli da tre ore perché mi han detto che non ci sono soldi per chiamare i supplenti». Lei se n’è lamentata, coi professori, con il dirigente scolastico ma purtroppo la scuola non ha fondi, non si possono sempre chiamare i supplenti e la mancanza di personale ATA impedisce la custodia dei ragazzi quando c’è un buco. La cosa è stata verbalizzata nel consiglio di classe e così la scuola s’è messa il ferro dietro la porta. Cosa è stato verbalizzato? Che in una scuola italiana si possano lasciare dei minori (con evidenti problemi disciplinari) senza custodia? Ma stiamo scherzando? «Mi fai vedere questo verbale?» Certo. Lo leggo e si scoperchia il pentolone noto a me ma, parrebbe, ignoto ai più, dell’andamento gestionale …

“Pagamento supplenze: siamo ad un punto di non ritorno”, di R.P. da La Tecnica della Scuola

Fino a quando pagavano direttamente le scuole quando il budget era esaurito i supplenti venivano comunuqe pagati, attingendo ad altri fondi. Ma adesso non si può più fare. Si dovranno usare i “risparmi di sistema” che servono anche per gli scatti stipendiali? La “grana” del pagamento delle supplenze sta finalmente arrivando al capolinea e, a questo punto, Miur e MEF dovranno correre ai ripari per evitare di trovarsi inguaiati in problemi giudiziari non facili da risolvere. Facciamo il punto: fino a un paio di anni fa i supplenti temporanei nominati dai dirigenti scolastici venivano pagati direttamente dalle scuole che ricevevano dal Miur un apposito budget. Molto spesso il budget era insufficiente e quando la scuola capiva di non avere più fondi a disposizione chiedeva un reintegro al Ministero e, al tempo stesso, iniziava a tenere un po’ di più sotto controllo le nomine effettuate. Spesso, soprattutto a fine anno, la scuola chiedeva ulteriori fondi al Ministero ma intanto iniziava a liquidare gli stipendi utilizzando la disponibilità di cassa. In questi casi il Miur comunicava che …

“Questione docente e Leadership educativa di scuola”, di Antonio Bettoni e Antonio Valentino

Recentemente (dal 5 al 7 dicembre scorso) si è svolto a Roma un Convegno Internazionale su “La Leadership educativa nei Paesi dell’Europa Latina: autonomie, identità, responsabilità”(capofila dei soggetti organizzatori l’Università Roma Tre e European Policy Network on School Leadership EPNoSL) che ha visto la partecipazione di 16 paesi dell’Unione Europea. In quella circostanza l’Associazione professionale Proteo Fare Sapere, coinvolta anche nell’organizzazione, ha presentato un proprio contributo che prende le mosse da un’indaginecondotta su e con un gruppo di Dirigenti Scolastici (DS) e docenti di varie regioni (28 in totale, 12 dirigenti e 16 docenti impegnati a vario titolo o iscritti all’Associazione Proteo) e che nasce in prima battuta come risultato della rielaborazione di una pluralità di apporti raccolti attraversoquestionari e interviste in profondità. L’ipotesi di lavoro che ha guidato l’indagine e il contributo presentato può essere così sintetizzata: individuare i tasselli più significativi di una gestione democratica (versus gestione leaderistica) delle scuole, considerata non solo come opportuna ma anche potenzialmente più efficace, e di un modello organizzativo (figure e dispositivi, relazioni e condizioni di successo) …

“Coscia PD smentisce Chimienti su Spending review e tagli alla scuola”, orizzontescuola.it

Ci ha chiesto diritto di replica, inviandoci un comunicato, l’On Maria Coscia del Partito Democratico, relativamente ai “presunti tagli alla scuola con la futura spending review”. E noi ne riportiamo il comunicato. “Le notizie che circolano”, leggiamo nella nota, “sono totalmente prive di fondamento”. Il riferimento è all’audizione informale di ieri del commissario Cottarelli in VII Commissione cultura “Il commissario Cottarelli – continua lla nota – nel corso dell’audizione proprio in commissione ha anzi precisato e ribadito quanto l’istruzione sia importante e centrale per promuovere crescita e sviluppo e il rilancio del nostro Paese. E per rafforzare questo assunto ha citato numerose indagine internazionali alle quali ha dato il suo contributo. Infine, ha precisato continua la deputata democratica, che il lavoro è ancora nella prima fase e cioè quella dell’acquisizione dei dati da parte di tutti i settori dell’amministrazione pubblica.” Sulla faccenda, ieri, subito dopo l’audizione, abbiamo ricevuto il comunicato del M5S, con le dichiarazioni dell’On Chimienti che, invece, puntavano su tutt’altra direzione. “Abbiamo chiesto – affermava il comunicato – di avere la garanzia che …

“Meno scuola e meno cultura per tutti”, di Raffaello Masci

Meno scuola e meno cultura per tutti. Diciamola così, parafrasando (in negativo) un vecchio slogan elettorale. Questa mattina è stato presentato l’Annuario statistico italiano 2013, realizzato dall’Istat e – tra i tanti dati che emergono dalle 828 pagine del Rapporto – il dato di maggiore impatto è che i giovani italiani non credono più nella scuola come investimento, sia loro che gli adulti – poi – hanno ridotto i consumi culturali. Ma mentre il primo fenomeno (la disaffezione all’istruzione) è il segno di una delusione cocente rispetto all’illusione generata dallo , la caduta della spesa per cultura è sola l’ennesima conseguenza del grattare il fondo del barile quando i soldi non ci sono più. Per quanto riguarda l’istruzione, l’Istat conferma che nel corso degli anni c’è stato un costante innalzamento del livello di scolarizzazione della popolazione, al punto che ormai quasi 35 (34,9) italiani su 100 hanno un diploma di scuola media superiore e i laureati sono quasi il 12 per cento (11,8) con un’enorme crescita considerando che solo negli anni ottanta erano appena il …

“Sempre meno iscritti alle superiori, quasi 2 su 10 fermati al primo anno”, di Alessandro Giuliani

A sostenerlo è l’Istat, attraverso l’Annuario 2013: nell’a.s. 2011/12 si sono persi 7.800 allievi. Ma non è una novità: la tendenza negativa è al quarto anno consecutivo. In compenso la scolarizzazione è passata in 12 mesi dal 90% al 93%. Ma la Commissione europea ricorda che nello stesso periodo l’Italia è stata tra le peggiori cinque d’Europa (su 28) per abbandoni: lasciano i banchi troppo presto il 17,6% di alunni contro la media Ue del 12,7%. Nell’anno scolastico 2011/2012 il numero di studenti iscritti alle scuole superiori si è complessivamente ridotto di circa 4.600 unità rispetto a quello precedente. A sostenerlo è l’Istat, attraverso l’Annuario 2013. Nel rapporto annuale, l’istituto di statistica ha quantificato in 8.961.159 gli studenti iscritti. Con la riduzione di alunni confermata per il quarto anno consecutivo. A scendere di numero sono soprattutto gli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado (-7.800 unità circa). L’Istat ha anche rilevato che il tasso di scolarità si attesta ormai da qualche anno intorno al cento per cento per la scuola primaria e per la secondaria …

“Abbandono scolastico, Italia tra i 5 paesi peggiori d’Europa”, da repubblica.it

L’Italia è tra i paesi peggiori d’Europa per abbandono delle aule: lascia i banchi troppo presto il 17,6% degli alunni, con punte del 25% nel Mezzogiorno. A renderlo noto è l’Anief (l’associazione che riunisce gli insegnanti italiani), che sottolinea come ci stiamo allontanando troppo dalla media dei 28 Paesi dell’Ue, scesa quest’anno al 12,7%, e all’obiettivo comunitario del raggiungimento del 10% entro il 2020. Sono ancora cinque le nazioni ancora molto lontane da questa meta; tra loro anche l’Italia, che per numero di 18-24enni che hanno lasciato gli studi prima del tempo è riuscita a fare peggio anche della Romania, che è al 17,4%. “Non può consolarci sapere – continua l’Anief – sempre dalla Commissione europea, che in Spagna lasciano la scuola prima del tempo, acquisendo al massimo il titolo di licenza media, il 24,9% dei ragazzi. E che anche Malta (22,6%) e il Portogallo (20,8%) sono degli esempi da evitare”. Nel quadro europeo, invece, sono sicuramente da prendere a modello quei 12 Paesi dell’Unione che hanno già raggiunto e superato l’obiettivo del 10% di …