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“Quota 96”. Presentati emendamenti a Stabilità, tetto massimo 4mila pensionamenti. Pubblichiamo testo integrale relazione Ragioneria dello Stato, da orizzontescuola.it

Continua la battaglia dei comitati “Quota96” che hanno trovato nelle Parlamentari Ghizzoni e Incerti due instancabili punti di riferimento. Dopo la bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato alla richiesta di copertura finanziaria, l’XI Commissione presenta degli emendamenti alla Legge di Stabiltà che tengono conto dei rilievi fatti nella relazione. Innanzitutto pubblichiamo il testo integrale, giunto ieri in nostro possesso, della relazione della RdS che ha ritenuto non accoglibili le richieste di finanziamento per mandare in pensione il personale della scuola che nel passaggio alla riforma Fornero non si è visto convalidare la maturazione del servizio secondo il calendario scolastico. Scarica il testo Tra le obiezioni, la contestazione dei numeri degli aspiranti pensionandi, che secondo l’XI Commissione sarebbero in 4mila. Cifra che non ha convinto la Ragioneria dello Stato, che ritiene impossibile una finssazione di un limite massimo di beneficiari. Vedi qui i particolari Per ovviare a questo problema, l’emendamento presentato dall’XI commissione, fissa in limite massimo di 4.000 soggetti e di 35 milioni di euro per l’anno 2014, di 106 milioni di euro per …

“Emergenza Mezzogiorno cominciando dalla scuola”, di Vito Lo Monaco

Una ricrescita del sistema Italia potrà realizzarsi senza mutare la politica verso il meridione? Esiste ancora una percezione politica della gravità sociale ed economica del divario Nord-Sud? Qualche mese fa il ministro per la Coesione, prof Carlo Trigilia, presentando il rapporto della Fondazione Res, premetteva che prima di tutto bisognava tenere in vita il malato (cioè il Sud) con misure antirecessive basate su interventi mirati all’allargamento del credito attraverso il Fondo nazionale di garanzia, in particolare per le piccole e medie imprese, su finanziamenti a tassi agevolati per l’acquisto di macchinari, servizi di ricerca e d’informatizzazione delle imprese e soprattutto con l’orientamento concertato tra Stato e Regioni per modernizzare il sistema infrastrutturale e creare le condizioni di uguaglianza di fruizione dei servizi essenziali: sanità, assistenza, istruzione. La legge di Stabilità risponde a pieno a queste condizioni ritenute preliminari per uscire dalla recessione e dall’impoverimento generale delle famiglie italiane? Secondo i calcoli elaborati, su dati Istat, dal Diste e presentati qualche giorno fa dal Centro Curella, dall’inizio della crisi, 2008, il Mezzogiorno ha perso il 12% …

“Geni in matematica a Nordest. Studenti del Sud indietro di due anni”, di Corrado Zunino

I quindicenni della provincia autonoma di Trento, ragazzi da proteggere, sono tra i migliori studenti al mondo. In scienze, in matematica, nella comprensione di ciò che leggono (in italiano). I test Ocse, basati sulle risposte ai nostri Invalsi, assegna all’énclave studentesca trentina 521, 523 e 533 punti per ordine di disciplina. Trento è tra il quarto e il quinto posto in una classifica planetaria (65 paesi industrialmente avanzati) che vede Giappone, Corea del Sud e Finlandia offrire i più acuti e secchioni alunni in assoluto. La nicchia cinese di Shanghai e Singapore è oltre, fuori classifica. I quindicenni della Calabria nelle stesse tre discipline sono 90 punti lontani da Trento, un filo sopra il Messico, un filo sotto il Kazakistan. Nella matematica 90 punti di differenza significano questo: i quindicenni di Trento frequentano la seconda liceo mentre i quindicenni calabresi sono in terza media. Due anni di didattica e apprendimento di distanza. Se la media nazionale dei «poveri di conoscenze» è del 25%, al Sud cresce fino al 34%. La percentuale di chi non è …

“Emorragia di studenti al Sud”, di Antimo Di Geronimo

Cresce il numero degli alunni e cresce anche il numero dei docenti. Ma solo al Nord e al Centro. Nel Meridione, invece, il numero degli alunni continua a scendere e con esso anche quello dei docenti, nonostante criteri di assegnazione dei prof alle classi e agli studenti disabili che vedono ancora favorite le regioni del Meridione. É quanto emerge dai dati sull’organico di fatto 2013/2014, che confermano un’inversione di tedenza, complice il maggior flusso migratorio nelle regioni settentrionali. A fronte di un incremento di 21.605 alunni, di cui 7500 portatori di handicap, gli organici dei docenti sono cresciuti complessivamente di 10.914 unità. Di queste, 1999 sono costituite da docenti su posto comune e 8915 da docenti di sostegno. La crescita del numero degli alunni è concentrata nella scuola dell’infanzia (+4375), primaria (+7434) e secondaria di II grado (+ 23.595). In controtendenza la scuola secondaria di I grado, che perde 13.799 alunni in tutte le regioni tranne Emilia Romagna (+946), Liguria (+94) e Toscana (+876). Segno meno anche per i posti comuni della secondaria di I …

“Se la scuola non guarda lontano”, di Benedetto Vertecchi

Il confronto sulle scelte di politica scolastica si sta ormai trascinando su questioni di funzionamento quotidiano. Ognuna di esse ha certamente una sua rilevanza, se non altro perché coinvolge le condizioni di lavoro di un gran numero di insegnanti e quelle di studio di milioni di bambini e ragazzi, ma è spesso marginale rispetto agli intenti da perseguire attraverso il sistema di istruzione. Il limite di tale confronto è che ci si sofferma su questioni contingenti senza chiedersi cosa accadrà tra cinque, dieci, venti o più anni (Piaget se lo chiedeva già più di mezzo secolo fa). Men che meno ci si chiede in che modo la scuola possa concorrere attraverso l’attività educativa a indirizzare lo sviluppo della cultura e della società in questa o quella direzione. Gli interventi che rispondono a logiche di breve periodo possono, nei casi migliori, rimediare al disagio che si manifesta in questo o quell’aspetto del funzionamento del sistema educativo, ma non modificano la direzione del suo sviluppo. Non è un caso che, ormai da troppo tempo, i provvedimenti che …

La scuola in piazza: «Così non va», di Adriana Comaschi

La nuova spina nel fianco della legge di Stabilità provano a metterla insegnanti, sindacati, studenti, radunati ierimattina sotto Montecitorio e poi “in conclave” per studiare le prossime mosse da opporre al governo, sciopero incluso. Il messaggio è univoco, per tutte le sigle scese in piazza (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams, Snals Confsal) con duemila manifestanti: la fiducia nell’esecutivo non può aggrapparsi alla «buona volontà», riconosciuta al ministro Maria Chiara Carrozza. Il mondo della scuola vuole cifre, investimenti, correzioni di rotta, la piattaforma sindacale elaborata punta su sblocco degli scatti di anzianità e delle retribuzioni (ferme al 2007), piano di investimenti pluriennale, risoluzione del problema del precariato. C’è fame di risorse economiche insomma, per dare respiro e dignità a risorse umane penalizzate ormai da troppo tempo. LE CIFRE CONTESTATE Il punto forse sta tutto qui. Cinque anni di mannaia sui conti della scuola non si cancellano, agli occhi degli interlocutori, con l’assicurazione che non ci saranno altri tagli. Un impegno che l’esecutivo giudica mantenuto anche nella legge di Stabilità. Mentre sindacati, insegnantie studenti …

“Istruzione. Italia in ritardo. Resta ancora divisa in due”, di Giorgio Mele

Neo giorni scorsi è stato presentato a Roma un rapporto sul sistema educativo promosso da quattro associazioni scolastiche di diverso orientamento: il Cidi (insegnanti democratici), l’Aimc (maestri cattolici), Lega Ambiente scuola e formazione, Proteo Fare Sapere. La ricerca, coordinata da Emanuele Barbieri, è stata condotta sulla base dei dati del 2009 che sono i più completi. Ciò che colpisce è il giudizio perentorio che viene espresso in premessa e cioè il fatto che dopo 150 anni di unità d’Italia, rispetto ai tassi di successo scolastico, nonostante lo sviluppo culturale del Paese si registrano disuguaglianze che ricordano i «dati relativi ai tassi di analfabetismo della popolazione adulta nel 1861». L’allarme riguarda due elementi decisivi: il primo è relativo al fatto che la scuola sembra aver esaurito la sua funzione positiva di promozione sociale, di garanzia delle pari opportunità di successo formativo che ha avuto in altri momenti della nostra storia e, dall’altro che tutti i dati riconfermano un distacco ampio e strutturale tra il centro-nord e la quasi totalità del Sud, come era appunto nel 1861. …