Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

Rossi Doria: “servono più risorse, altrimenti penalizziamo gli alunni deboli”, di Alessandro Giuliani

Per il sottosegretario all’Istruzione il rischio è di ritrovarci con una scuola dei talenti da una parte e una degli ‘sfigati’ dall’altra: grazie invece a maggiori finanziamenti, gli insegnanti si organizzerebbero in autonomia, rispondendo direttamente ai ragazzi e ottenendo risultati, sia in termini di riduzione delle bocciature sia accompagnando chi è in difficoltà. È difficile, però, che questo Governo possa fornire certe risposte. Dare più risorse alla scuola, per superare il problema dell’appiattimento formativo. Che penalizza, certamente, i ragazzi più svantaggiati e provenienti da famiglie culturalmente meno dotate. A farne richiesta è uno dei rappresentanti più alti del ministero dell’Istruzione, il sottosegretario Marco Rossi Doria. “Nella scuola oggi – ha detto intervistato dal programma ‘Tutta la città ne parla’ di Rai Radio3 – c’è un problema di equità, la nostra scuola è troppo standardizzata: una scuola equa non dà la stessa cosa a tutti, ma dà di più a chi parte con meno, come diceva don Milani. Fa scoprire le parti nascoste di ciascuno studente e ne stimola i lati più forti. Se non si …

“Non sedurre ma servire, questo il vero potere” di Mariapia Veladiano

Capita che un docente sia accusato di avere avuto rapporti di sesso, anche violento, con sue studentesse, anche minorenni. Più d’una. Capita che lo ammetta. Più tardi la giustizia dirà tutto quel che può, dopo un processo che deve essere giusto. E intanto per ò capita che compagni e compagne di classe e di scuola difendano il professore. Bravo dicono, appassionato, innamorato della materia. Innamorato? E allora ci si chiede qualcosa. Nelle aule come nella vita può capitare che le emozioni diventino bufera che travolge. Nella scuola di più, non solo perché ci si passa un mare di tempo e i rapporti sono stretti stretti e le interazioni necessarie. Ma anche perché le aule sono affollate di portatori privilegiati dell’emozione più potente in noi, il desiderio. Da giovani il desiderio è moltitudine. Essere visti, riconosciuti come persona che vale, amati. Esistere. Ed è bene che le emozioni attraversino le ore di lezione. Non si trova teoria pedagogica a sostenere che l’apprendimento e il rapporto educativo funzionino meglio in un contesto di gelo relazionale. Gli strumenti …

“Inidonei al palo e gli Ata pagano”, di Nicola Mondelli

Disco rosso anche per l’anno scolastico 2013/2014 per il conferimento di incarichi a tempo indeterminato agli aspiranti assistenti amministrativi e assistenti tecnici inclusi nelle graduatorie provinciali permanenti. Il ministro dell’economia e delle finanze non ha infatti autorizzato le immissioni in ruolo degli assistenti amministrativi e tecnici sui posti vacanti negli organici di diritto delle istituzioni scolastiche sempre a causa della mancata definizione delle problematiche relative al passaggio del personale docente inidoneo nei ruolo del personale Ata, così come previsto dai commi 13, 14 e 15 dell’art. 14 del decreto legge n. 95/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.135. Fonti ministeriali parlano di una platea di circa 3350 docenti inidonei. Pertanto anche per l’anno scolastico 2013/2014, come avvenuto per l’anno scolastico precedente, i posti vacanti e disponibili di assistente amministrativo e assistente tecnico potranno essere coperti solo mediante il ricorso all’istituto della supplenza, nei termini e con le modalità espressamente previsti dall’art. 40 della legge 449/97. A tale fine, si legge nella nota ministeriale n. 8468 del 26 agosto 2013, gli uffici scolastici …

“Carrozza a caccia di 600 milioni”, di Alessandra Ricciardi

È lievitato a circa 600 milioni di euro, dai 400 iniziali, il pacchetto scuola messo a punto dal ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza. E nel conto non rientra l’università, le cui misure allo studio dovrebbero finire in un decreto ad hoc, e neanche il piano triennale per le assunzioni degli insegnanti, già annunciato ma i cui oneri non sono stati ancora quantificati. In attesa di definire i costi, e soprattutto di avere un riscontro sulle coperture da parte del Tesoro, il decreto legge per la scuola salterà un giro, si parla come prossima data papabile del 9 settembre, alla vigilia della riapertura di tutte le scuole. Sempre che il confronto con il ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, si chiuda positivamente. Un risultato, questo, sul quale sono scettici gli stessi tecnici del ministero dell’istruzione che hanno scritto buona parte delle misure oggetto di esame. «Vanno stabilite le priorità, che devono essere il più possibile ad ampio impatto», dicono da Viale Trastevere. In pole la misura della stabilizzazione dei docenti di sostegno su tutti i posti di organico: …

“La scommessa del Liceo classico”, di Maurizio Bettini

Il liceo classico è in crisi? Visto il modo in cui trattiamo in Italia la cultura umanistica, mi stupirei del contrario. Pompei si sgretola, i laureati in discipline umanistiche lavorano nei call center e i dottori di ricerca, se va bene, emigrano: perché mai un giovane dovrebbe iscriversi al liceo classico? Nella percezione comune, peraltro largamente alimentata da governanti e gestori di media televisivi, l’immagine di ciò che chiamavamo “cultura” si è trasformata in una sorta di hobby al netto di oneri per lo stato, capace di suscitare interesse solo se i “beni culturali” si comportano da veri “beni”, ossia producono ricchezza: e pazienza per l’aggettivo “culturali”. Certo è molto triste trovarsi nella condizione di dover giustificare la pratica della cultura umanistica proprio in Italia. Come minimo uno si domanda che fine faranno i suddetti “beni” in un paese che sta perdendo la sola dimensione all’interno della quale essi acquistano senso, ossia la relativa “memoria” culturale. A che serve restaurare il Colosseo se l’unica cosa culturale vagamente nota a chi lo visita sarà Il gladiatore …

La meritocrazia delle “mezze maniche”, di Bruno Ugolini

C’è stata una discreta discussione attorno alle recenti decisioni del Governo sull’annoso tema dei precari pubblici. Ovverosia di quella miriade di donne e uomini che ogni giorno, magari da anni, vestono i panni di chi sta dietro uno sportello facendo i conti con l’ira quotidiana dell’anti-Stato, oppure con chi veste la divisa del vigile del fuoco o dell’infermiere o dell’insegnante. I prestatori di servizi essenziali chiamati dallo Stato imprenditore ad agevolare le nostre vite stressate. Ma lasciati alla balia degli eventi, senza un contratto stabile. Ora sarebbe suonata la campana dell’addio a tale condizione ingiusta che a volte può anche riflettersi nella prestazione di lavoro, con danni per i cittadini. Ma è stata davvero una svolta quella promossa dal «governo di necessità»? Intanto i dati apparsi dicono che gli interessati al grande rientro nella normalità saranno una minoranza. La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato come per diverse ragioni non si tratti di una soluzione capace di coinvolgere i 150mila precari pubblici. C’è però anche chi grida allo scandalo per le concessioni fatte almeno …

“Docenti di sostegno ecco cosa cambia per le famiglie”, di Melania Di Giacomo

«Da quattro anni con i tagli alla spesa pubblica si è cercato di ridurre il numero delle ore di sostegno a scuola, le famiglie si sono coalizzate, hanno fatto vari ricorsi al Tar e li stanno vincendo. Quindi è necessario che il ministero corra ai ripari». Salvatore Nocera, vicepresidente di Fish, una delle due grandi federazioni delle associazioni di disabili inquadra così la situazione. Ora che si parla di un piano di stabilizzazione, per portare gli insegnanti di sostegno da 65 a 90 mila, le famiglie rivendicano di più. Oltre a un numero adeguato occorre un aggiornamento continuo sulla disabilità per tutti i docenti. Mentre è al lavoro sul decreto che dovrebbe prevedere il piano per l’immissione in ruolo di insegnanti, il ministero dell’Istruzione dovrà anche pensare a come risolvere la questione bonus maturità (assegnato in base al voto di diploma e utile per l’accesso alle facoltà a numero chiuso), dopo che le tabelle ufficiali hanno evidenziato le enormi differenze tra scuole. «Abbiamo rispettato la legge», ha detto il ministro Maria Chiara Carrozza, e «ci …