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Docenti Inidonei: l’impegno dei deputati

Nell’ultima seduta prima della pausa estiva, é stata approvata all’unanimità una risoluzione che impegna il Governo a risolvere la questione dei docenti inidonei. Ecco il testo. Le Commissioni riunite VII e XI, premesso che: il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, cosiddetto decreto sulla spending review, all’articolo 14, relativo alla «Riduzione delle spese di personale», prevede: 1) al comma 13 che: «Il personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, (…) transita nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico (…)»; 2) al comma 14 che: «Il personale docente attualmente titolare delle classi di concorso C999 e C555, (…) transita nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico in base al titolo di studio posseduto. (…)»; 3) al comma 15 che: «Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica e …

“Che cosa perdiamo se perdiamo la geografia”, di Carlo Petrini

Dalle mie parti, per indicare qualcuno su cui non è possibile fare affidamento, sulla cui opinione è meglio non contare, si dice che “non sa da che parte è girato”, ed espressioni simili ci sono in altre lingue, come lo spagnolo “no saben donde están parados”. Pare che il buon senso popolare opponga un’inappellabile diffidenza verso chi non si sa orientare nello spazio. Non conosce i posti in cui si trova, non riconosce i riferimenti di base quando li vede. Si è appena chiuso il quarto anno scolastico dopo il cosiddetto “Riordino Gelmini” e il prossimo anno sarà quello in cui si diplomeranno i primi ignoranti autorizzati in fatto di geografia. È una cosa a cui penso spesso nei miei tanti viaggi. Penso a quanto oggi è possibile sapere e conoscere, di un territorio, anche senza spostarsi. Però… Internet certamente è una risorsa preziosa, la globalizzazione ci ha consentito l’accesso a una mole di informazioni che a volte persino intimidisce. Ma avere l’accesso alle informazioni non significa, di per sé, acquisire competenze. Per quelle ci …

“Assunzioni, poche e incerte”, di Alessandra Ricciardi

A fronte di 25.367 posti disponibili, sarebbero poco meno di 12 mila le assunzioni richieste dal ministero dell’istruzione al Tesoro per il prossimo anno scolastico. Sottratti gli 8 mila esuberi, anche se su classi di concorso ovviamente diverse da quelle per le quali c’è disponibilità di posti, resterebbero dunque senza copertura altre 5 mila cattedre. Ma non solo. Chi ha partecipato all’ultimo concorso rischia di dover saltare un anno: perché lì dove gli orali sono ancora in svolgimento, e dunque le graduatorie non saranno definitive per fine agosto, non si può procedere alle immissioni. E dunque si dovrebbero utilizzare per le assunzioni i candidati delle graduatorie permanenti, recuperando poi la volta successiva sulle liste del concorso. Per evitare prevedibili tensioni e proteste dei vincitori di concorso, un’altra ipotesi a cui stanno lavorando a viale Trastevere è che si provveda a immissioni anche a anno già avviato, così da assumere da entrambe le liste, ma solo in punta di diritto: l’assunzione così varrebbe giuridicamente già dal prossimo primo settembre, salvo gli effetti economici che decorrerebbero dalla …

Docenti inidonei: tutti d’accordo, ma non si trovano i soldi”, di R.P. da La Tecnica della Scuola

La discussione sulla questione del transito dei docenti inidonei nei ruoli del personale Ata prosegue senza sosta in Parlamento. Finora le prese di posizione a favore della cancellazione delle disposizioni contenute nell’art. 14 del D.L. 95/2012 sono state numerose. L’ultima si è registrata il 16 luglio in occasione di una seduta congiunta delle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera. Le 4 mozioni presentate dal M5S, dal PD, dal PdL e da SeL sono state discusse insieme, nel tentativo di giungere ad un documento unitario condiviso da tutte le forze politiche. Per il Governo è intervenuto il sottosegretario Marco Rossi Doria che ha ripercorso l’intera vicenda e ha fornito i dati richiesti nella seduta precedente da diversi deputati. La sensazione però è che si stia facendo “melina” perché a conti fatti i numeri sono più o meno sempre gli stessi da un anno a questa parte. Il punto di tutta la questione è, come sempre, di natura finanziaria e Rossi Doria ha confermato che la copertura necessaria è esattamente quella già indicata dal sottosegretario Toccafondi durante …

“Scuola, la musica è finita”, di Alessia Camplone

Un tempo la richiesta era altissima e la selezione molto dura. Ma ora ci sono sempre meno iscritti ai Conservatori salvati solo dai corsi primari e pre-accademici e dagli studenti provenienti dall’estero: classi anche con un solo alunno e professori chiamati a insegnare altre materie come il solfeggio. E i sindacati denunciano: riforma ferma da 14 anni. Nel linguaggio musicale si chiama canone inverso. I Conservatori di musica, davanti ai quali un tempo si faceva la fila per iscriversi, ora si stanno svuotando. Un’inversione di tendenza inaspettata. Sono sempre di meno gli studenti che decidono di dedicarsi allo studio di uno strumento. E così l’Italia sembra mettere da parte la sua cultura musicale, dando l’immagine di un Paese che abbandona una delle sue tradizioni migliori. Secondo i dati ufficiali più recenti del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (relativi all’anno accademico 2011/2012) gli alunni iscritti complessivamente nei Conservatori sono 42.386, mentre i diplomati sono stati 4.826. Sensibilmente in calo rispetto all’anno precedente. Ma i numeri non danno ancora la dimensione esatta della realtà. Perché ad …

“Valutazione, i presidi dicono no”, di Mario D’Adamo

Nel corso dell’incontro svoltosi la settimana scorsa al ministero con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali sono continuate a piovere critiche sul decreto che introduce il sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. Pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 luglio scorso e fortemente voluto dal precedente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, che nel marzo scorso lo aveva presentato al governo per l’approvazione, il decreto, in particolare, interseca i propri contenuti con quelli contrattuali sulla valutazione dei dirigenti scolastici. E crea incertezze interpretative e resistenze. Alle sollecitazioni della dirigente preposta agli ordinamenti scolastici, Carmela Palumbo, che segnalava come l’unica area dirigenziale non ancora sottoposta a valutazione è quella dei dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali hanno obiettato che, a distanza di sette anni dalla sottoscrizione del contratto che la prevedeva, non ha ancora trovato applicazione la normativa sulla verifica dei risultati e la valutazione dei dirigenti scolastici, soprattutto perché il ministero non ha provveduto alle parti di sua competenza, l’attivazione dei nuclei di valutazione e la determinazione dei criteri ai quali si dovrebbero attenere. Pensare ora …

“Giovani, la rassegnazione si batte sui banchi di scuola”, di Oreste Pivetta

Si discute dei Neet da una infinità di anni e questa infinità di anni mi inquieta ben più del numero dei Neet. Numero che aumenta, senza tuttavia che nel frattempo si sia messo in atto qualche progetto concreto, semplice, chiaro». In attesa del miracolo, in attesa di una pioggia di soldi sulla scuola, in attesa di un balzo prodigioso del Pil. Intanto i Neet, giovani senza studio e senza lavoro, invadono l’Italia e risalgono verso l’Europa: «Prima la questione riguardava il Sud, adesso colpisce il Centro e il Nord e supera i confini. Anche la Francia comincia a soffrirne ». Sono parole di Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, che di fronte all’aspetto generazionale delle crisi, accusa la bassa intensità sociale delle politiche economiche europee. Direttore, tra i capitoli della nostra inchiesta c’è quello relativo alla «spesa pubblica». L’accusa: si spende poco per l’istruzione e per la formazione. Basta a spiegare i Neet? Non c’è di mezzo anche qualcosa di personale? «Si sommano varie situazioni, dalla scuola alla televisione all’obiettiva povertà dell’offerta di lavoro, a …