Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

“Modernizzazione non sempre fa rima con educazione”, di Benedetto Vertecchi

Quella a cui stiamo assistendo nella scuola è una sorta di modernizzazione forzosa. Di fronte alla constatazione della gravità della crisi si tenta di correre ai ripari, intervenendo su aspetti nei quali si manifesta un disagio più acuto. E lo si fa cercando di riversare sul funzionamento ordinario del sistema elementi di razionalità desunti in parte da procedure ricognitive messe a punto da organizzazioni internazionali, in parte tentando di riversare sulla gestione delle scuole e sulle pratiche di insegnamento la sapienza reificata nelle risorse che lo sviluppo della tecnologia ha reso disponibili. Se le procedure ricognitive danno l’impressione di offrire gli elementi necessari a interpretare lo stato del sistema educativo, le nuove risorse dovrebbero consentire sia di migliorare la gestione delle scuole, sia di introdurre pratiche d’insegnamento più adeguate. Il fatto è che la modernizzazione alla quale stiamo assistendo risponde a logiche interpretative che con l’educazione hanno poco o nulla da spartire. Di per sé, infatti, i dati ottenuti tramite procedure ricognitive possono far emergere aspetti critici dell’attività delle scuole, ma non indicano in che …

“Maturità, crollano i 100 e lode l’anno nero dei superbravi i presidi: regole troppo rigide”, di Salvo Intravaia

E quest’anno andrà ancora peggio: il numero dei superbravi è destinato ad assottigliarsi ancora. Così mentre gli scrutini sono ancora in corso montano le proteste dei presidi che chiedono una norma “più flessibile”. Anche perché ora la lode vale 10 punti di bonus per l’accesso a Medicina e alle altre facoltà a numero chiuso. Da Nord a Sud, i capi d’istituto censurano l’eccessiva rigidità delle regole per l’attribuzione del massimo punteggio. «Ci sono polemiche diffuse sulla scarsità delle lodi – ammette Gregorio Iannaccone, presidente dell’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici – ma non stiamo parlando della tessera del pane. La lode è un fatto eccezionale che necessita di regole rigide». Più diplomatico Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «Non si può inflazionare il massimo dei voti – commenta – Ma qualunque meccanismo rigido che vincola ai risultati degli anni precedenti non consente alla commissione d’esame nessuna flessibilità di giudizio e si trasforma in una tagliola». A Milano, in appena due anni, le eccellenze si sono dimezzate. E per la prima volta i classici Berchet, Manzoni e …

Edilizia scolastica, Ghizzoni “Fondi costanti e procedure snelle”

Il Ministero in audizione alla Camera per indagine conoscitiva promossa dal Pd. Il Ministero dell’Istruzione porta l’Emilia-Romagna della ricostruzione post-sisma come esempio virtuoso da seguire nel settore dell’edilizia scolastica. La conferma è arrivata nel corso di un’audizione in Commissione Cultura e Istruzione sollecitata dal Pd. Per il resto la situazione dell’edilizia scolastica italiana è desolante: il 42% degli edifici, ad esempio, è privo del certificato di agibilità. “Alla scuola italiana – commenta Manuela Ghizzoni, vice-presidente della Commissione Istruzione della Camera dei deputati – servono una programmazione chiara, allentamento del Patto di stabilità degli Enti locali proprietari degli edifici, procedure burocratiche snelle e fondi stanziati con continuità”. 58 scuole costruite in meno di tre mesi: la ricostruzione degli istituti scolastici nell’Emilia-Romagna del dopo-sisma viene citata dal Ministero dell’Istruzione come esempio virtuoso di come si dovrebbe procedere per recuperare il patrimonio edilizio scolastico che, in Italia, è non solo vetusto, ma in troppi casi addirittura non regolare. La conferma nel corso di un’audizione a Montecitorio tenutasi a seguito della richiesta di una indagine conoscitiva promossa dal gruppo …

“Scuola, l’Italia bocciata in Europa”, di Nicola Cacace

Mentre le spese per istruzione aumentano in tutto il mondo, ricco e povero, per fronteggiare la crescente complessità e variabilità dei lavori, l’Italia, marcia in direzione opposta. Siamo l’unico Paese dell’area Ocse che dal 1995 non ha aumentato la spesa pubblica per studente della scuola primaria e secondaria e che ha fortemente ridotto la spesa pubblica per studente dell’università. In anni in cui la strumentazione tecnica ed informatica di supporto agli studi aumenta continuamente, noi riduciamo i fondi pubblici. Nello stesso periodo, 15 anni, i Paesi dell’Ocse hanno aumentato del 62% la spesa per istruzione primaria e secon- daria mentre in media mantenevano invariata la spesa per studente universitario. Questo per quanto riguarda le tendenze medie, che non dicono tutto. Perché il divario nei livelli assoluti di spesa pubblica tra Paesi del Nord e del Sud Europa si allarga sempre più. In Europa, nella politica dell’istruzione, invece di esserci convergenza c’è divergenza. Serve una Maastricht dell’istruzione per ridurre questi divari. Mentre i norvegesi investono 731 euro per cittadino nell’università , Francia e Germania ne investono …

“Maturità, i commissari interni rischiano un solo compenso”, di Mario D’Adamo

I membri interni delle commissioni di maturità rischiano di ricevere un unico compenso, anche se designati a rappresentare più d’una classe. Ora che gli esami stanno per terminare e i compensi per essere erogati, le organizzazioni sindacali si sono messe sul piede di guerra e qualche giorno fa hanno sollecitato il ministero dell’istruzione a ritirare o a puntualizzare meglio la nota con la quale lo scorso 13 novembre Carmela Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici, aveva precisato che «al commissario interno spetta un unico compenso forfetario qualora operi su un’unica commissione [e che] viene attribuito un ulteriore compenso aggiuntivo solo nel caso in cui il commissario interno operi su più commissioni e non anche nel caso in cui si trovi ad operare in entrambe le classi della medesima commissione». Effettivamente la nota è mal formulata, giacché sembra distinguere tra commissione d’esame e classe assegnata, mentre è vero il contrario: commissione e classe d’esame coincidono o, meglio, c’è corrispondenza tra l’una e l’altra, una classe di candidati dovendo essere esaminata da una commissione formata dal …

“Abbandono scolastico, lascia uno studente su cinque”, di Alessia Camplone

Vanno via in silenzio. Lasciano quasi sempre senza dire nulla. I maschi abbandonano più delle donne. Lasciano al sud più che al nord. Sono gli “early school leavers”, studenti che abbandonano precocemente la scuola. Non studiano più. E molto spesso nemmeno lavorano. Quello della dispersione è un fenomeno dove l’Italia ha un primato tristemente negativo. La conferma arriva dagli ultimi dati del Ministero dell’ istruzione, dell’università e della ricerca (il Miur). Seguono di pochi giorni le statistiche dell’Ocse. I dati del Miur, per il 2012, mettono il nostro Paese in quart’ultima posizione in Europa. Dietro di noi paesi come Spagna e Portagallo. Va meglio la Grecia. «Nella graduatoria dei ventisette Paesi Ue – si legge nel rapporto del Miur – l’Italia occupa ancora una posizione di ritardo». E lo stesso ministro Maria Chiara Carrozza, nel presentare le linee programmatiche davanti alle Commissioni riunite del Senato e della Camera ha evidenziato la necessità di una “politica di lungo respiro” per contrastare il fenomeno. Rispetto all’anno precedente un lieve miglioramento c’è stato. Ma non significativo. E l’Italia …

“Carrozza: per il sostegno stabilizzazione di 90 mila posti e nessun taglio”, da Tuttoscuola.com

Dopo la presentazione in Parlamento delle ‘Linee programmatiche’ del ministro Carrozza il 6 giugno scorso, vi era stata la critica di un sindacato per un presunto taglio di 11 mila posti di sostegno. Critica subito raccolta da un’associazione di consumatori che aveva attaccato il ministro per contrazione di posti a scapito di alunni con disabilità. Tuttoscuola aveva subito rilevato l’equivoco: il ministro intendeva stabilizzare in organico di diritto 90 mila posti, rispetto agli attuali 63 mila. Da questa operazione sarebbero rimasti esclusi circa 11 mila posti che avrebbero continuato a funzionare di fatto. Non un taglio di posti, bensì una notevole stabilizzazione (circa il 90% dei posti esistenti) con l’esclusione di 11 mila posti funzionanti di fatto. Auspicavamo un chiarimento da parte del ministro, ad evitare equivoci duri a morire. E il chiarimento – nel senso da noi interpretato – è venuto durante la replica del ministro in sede di Commissioni riunite della Camera e del Senato. Sono esattamente 101.272 gli insegnanti impiegati in attività di sostegno nell’a.s. 2012/2013, a fronte di 98.083 nell’anno precedente. …