Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Scarsi in matematica? Colpa della volgarità", di Benedetto Vertecchi

L’ultimo bollettino di Caporetto per la scuola italiana è costituito dal rapporto sui livelli di apprendimento nella matematica pubblicato dall’Associazione Iea (International Association for the Evaluation of Educational Achievement). Ancora una volta, la comparazione dei risultati ci vede relegati in una posizione tutt’altro che esaltante. E, ancora una volta, i commenti non sono andati oltre le consuete lamentazioni che, in un modo o nell’altro, tendono a far passare in secondo piano le ragioni degli insuccessi che, una rilevazione dopo l’altra, si continuano ad accumulare. Anche in questo caso, si sono sentiti i soliti richiami alla necessità di migliorare la formazione professionale degli insegnanti e di individuare soluzioni più efficaci per la didattica. Mi sembra di aver sentito affermazioni analoghe già una quarantina d’anni fa, quando incominciavano a diffondersi i dati delle rilevazioni comparative tra i sistemi scolastici. In questi decenni, i risultati italiani hanno continuato a peggiorare, ma i buoni propositi di volta in volta enunciati sono rimasti tali. La formazione professionale degli insegnanti costituisce ancora un nodo irrisolto, così come non ci sono stati …

"L'eredità del governo tecnico per la scuola", di Anna Maria Bellesia

Alla faccia (di bronzo) di chi in campagna elettorale metteva sul piatto nuovi investimenti nell’istruzione! Chiusa la parentesi elettorale, in cui si è fatto a gara nel promettere “mari e monti”, si ricomincia con l’austerity che ci chiede l’Europa Riassumendo le ultime news, queste sono le sorti magnifiche e progressive per la scuola italiana e per chi ci lavora. Operazione n. 1: avanti tutta con la spending review. Stipendi congelati fino al 2014 per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici (le retribuzioni sono ferme dal 2010 mentre tutto il resto è aumentato); nessuna possibilità di recupero di incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dal 2011; nessun riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale anche per gli anni 2013 e 2014; per il personale della scuola, confermato il blocco degli scatti di anzianità anche per il 2013. E qualora si arrivasse ad un rinnovo contrattuale, ci saranno da “assicurare” livelli di produttività e di qualità adeguati ai fabbisogni. Insomma dietro l’angolo si intravede solo l’incremento del lavoro, ma non del salario. Lavorare di più, prendendo di meno, …

"Contributo per i disabili, scuole in rivolta", di Lorenzo De Cicco

«Se li possono riprendere questi otto euro. Non vogliamo essere presi in giro da nessuno». A parlare è Nicola, 49 anni, papà di una ragazza di 19 che frequenta il terzo anno all’Istituto di istruzione superiore di via Asmara. Gli otto euro di cui parla sono il contributo che il ministero dell’Istruzione ha deciso di destinare per l’anno scolastico in corso ad ogni studente con handicap. La cifra riguarda il periodo che va da gennaio ad agosto 2013, cui vanno aggiunti altri quattro euro per il periodo settembre-dicembre dello scorso anno. Totale: dodici euro l’anno a disabile, in pratica un euro al mese. «Un insulto, tanto valeva che se li tenessero, avrebbero risparmiato una spesa che in queste proporzioni è assolutamente inutile. Che cosa si può fare con otto euro?». LE REGOLE La decisione arriva dal ministero dell’Istruzione, più precisamente dal «programma per il funzionamento amministrativo-didattico del 2013». Una sorta di tariffario diramato dal dicastero di viale Trastevere a cui devono fare riferimento i presidi nella presentazione del bilancio preventivo. Alla voce «didattica alunni diversamente …

"Infanzia, investire sui servizi educativi", di Giovanna Zunino

Il problema numero uno quando si parla di servizi per l’infanzia nella fascia zero-tre anni sono i finanziamenti. Come spiega bene il rapporto sui costi dei nidi del Gruppo nazionale nidi infanzia insieme con il Cnel «il ritardo dell’Italia non è da imputare a enti locali disattenti ma soprattutto ai governi che si sono succeduti dagli anni Settanta». Quanto riportato sopra è tratto dal Rapporto di monitoraggio del III Piano d’azione per l’infanzia e l’adolescenza predisposto dall’Osservatorio nazionale. Ma nel nostro Paese oggi non sono in sofferenza solo i servizi educativi per la fascia 0-3 anni perché anche la scuola dell’infanzia statale, per la prima volta dal 1968-anno di sua istituzione-, ha subito un calo nel numero di sezioni mentre sono aumentati i bambini e questo significa che in troppe situazioni ci sono sezioni che superano i trenta. L’aumento di richiesta di iscrizione alla scuola statale deriva da un incremento delle nascite, ma dipende soprattutto dal fatto che la scuola statale è gratuita e, come si comprende facilmente, in tempo di crisi questo è un …

"Le scuole migliori? Quelle multietniche", di Alessia Camplone

La scuola migliore ha tanti colori e tante culture. Sono gli immigrati l’energia vincente delle classi italiane, cenerentole tra i grandi Paesi d’Europa sul piano delle risorse economiche, ma sorprendenti quando sanno valorizzare la ricchezza della presenza multietinica. È quanto sta emergendo dalle ultime analisi che mettono a confronto diversi dati statistici. Come quelli dell’Invalsi, l’Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione. Una ricerca della fondazione Agnelli già poco più di un anno fa aveva dato la sua sentenza: le scuole migliori d’Italia sono quelle dove maggiori sono le diversità. I ricercatori hanno messo a punto un indicatore che misura il grado di varietà all’interno delle classi divise per provincia, e l’hanno confrontato con i test Invalsi che servono a quantificare il livello di preparazione di tutti gli studenti (italiani e non). Le province con classi più eterogenee in Italia sono Trieste, Mantova e Varese. Più mirato sulla multietnicità è uno studio di Tuttoscuola (96 indicatori utilizzati per l’anno scolastico 2010/2011). Premia Torino come prima tra le grandi città per il livello medio degli …

"Sistema nazionale di valutazione, interventi dei politici dopo l’appello", da La Tecnica della Scuola

Dopo l’invio, da parte di alcune associazioni, ai capilista e ai responsabili dei partiti che si presentano alle elezioni di un appello per fermare il tentativo del Governo di emanare in questi ultimi giorni di legislatura il Dpr sul Snv, cominciano a pervenire agli estensori del documento le risposte di alcuni rappresentanti di raggruppamenti politici. Il documento a firma di oltre 15 associazioni, comitati, federazioni e coordinamenti, rivolto ai responsabili dei partiti e ai capilista che si candidano al nuovo Parlamento, chiede di “intervenire per impedire che venga emanato a Camere sciolte il Dpr sul sistema di valutazione, che tante critiche ha avuto dal mondo della scuola, dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione, dal Consiglio di Stato e pure dalla Commissione istruzione del Senato, che ne hanno evidenziato le criticità giuridiche e di merito”. Adesso, gli estensori dell’appello, che chiedono che il tema venga affrontato dal prossimo Parlamento e Governo previa discussione con le scuole, ci segnalano che sono arrivate le risposte di Umberto Guidoni, responsabile scuola nazionale di Sel, dell’on.le Pierluigi Bersani del Pd, …

"A volte ritornano", di Antonio Valentino

A leggere alcuni interventi sul preside elettivo, così come si è sviluppato in queste settimane su ScuolaOggi, ci si imbatte in una strana idea di scuola e di democrazia nei ragionamenti di quanti tentano di riproporre la questione (che, in verità, da un po’ non faceva capolino nel dibattito sulla scuola. E in effetti si avvertiva la mancanza, soprattutto in questi tempi). L’idea sottesa ai discorsi dei “favorevoli” sembra essere quella che la scuola non sia una istituzione della nostra repubblica, ma appartenga agli insegnanti. Una idea decisamente stravagante. Né valgono, sull’argomento, i confronti con l’università o addirittura con la magistratura o con altre istituzioni. Troppo diverse ne sono le missioni e la loro collocazione nell’impalcatura statuale. (C’è una frase di Morin, in La testa ben fatta, che riassume bene il punto di vista che qui si vuole rappresentare; suona grosso modo così”: La scuola è troppo importante per lasciarla solo nelle mani di chi la fa.) Né può valere al riguardo il confronto con altri paesi europei dove il preside è elettivo (pochi in …