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La Giornata della memoria travolta dal turismo di massa, le denunce degli artisti, il dilemma degli studiosi

Ad ogni anno, quando si avvicina la Giornata della memoria, diciamo che quello dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz è un anniversario che non guarda al passato, ma al presente e al futuro. Ma anno dopo anno, cresce il dubbio che possa davvero essere così. Ora che stanno rapidamente scomparendo i testimoni diretti dell’Olocausto e delle deportazioni politiche e razziali volute dai regimi nazi-fascisti, ci si interroga su come sia possibile mantenere viva la Memoria, storicamente corretta, e non una simil-memoria, mediata dalle ideologie e dalle retoriche dell’oggi. E ogni anno, in realtà, scopriamo che il tema non si esaurisce, che nuovi stimoli, nuove letture, nuovi fenomeni vengono ad arricchire, e diversificare, quello che pensavamo fosse un dato acquisito. Ad esempio, grazie anche all’opera di artisti sensibili e dotati che hanno saputo renderci partecipi del fenomeno, cresce la riflessione pubblica sul turismo di massa nei luoghi della memoria: luoghi di tragica sacralità, come i campi di concentramento o i memoriali, che vengono visitati da centinaia di migliaia di persone. E questo è certamente un bene per …

Non tutto è un gioco

Se ancora poteva far sorridere l’avviso che la polizia di Darwinn è stata costretta a pubblicare su facebook per mettere un freno alle continue visite in commissariato (“A tutti gli allenatori Pokémon lì fuori, sappiate che, seppur la stazione di polizia di Darwin sia identificata come Pokéstop, non è necessario che stiate al suo interno per ricevere le vostre Pokéball”), spero susciti ben altri sentimenti l’appello lanciato dal direttore di ‪Auschwitz‬ per chiedere alla Nintendo di escludere l’area dalle mappe del gioco. Un appello rimasto per il momento inascoltato. 136 sarebbero infatti i pokemon nascosti fra il Campo di ‪‎Birkenau‬ e il Memoriale di Auschwitz, luoghi in cui non si sentiva certo il bisogno di mostricciattoli virtuali, avendo già purtroppo dovuto fare i conti con alcuni dei peggiori mostri della nostra Storia. Il rischio, tanto per il commissariato ancor più per Auschwitz, è quello di perdere il senso del luogo in cui ci si trova e di non riuscire più a “coglierne la differenza”