Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

"Dalla stabilità una buona notizia per la ricerca di base: ai Prin il 50% del First", di Eugenio Bruno – Scuola 24 21.11.14

Dalla legge di stabilità arriva una buona notizia per la ricerca di base. La commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla manovra 2015 che destina ai Prin il 50% delle risorse a disposizione del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica, il cosiddetto First. Una misura che tradotta in cifre vorrebbe dire uno stanziamento di 25-30 milioni per i progetti di interesse nazionale presentati nel 2015. La modifica approvata Partiamo dalla norma. L’emendamento 17.227 a prima firma Manuela Ghizzoni (Pd) che ha incassato l’ok della commissione Bilancio di Montecitorio aggiunge un ultimo periodo all’articolo 17, comma 10, del disegno di legge di stabilità che rimpingua di 150 milioni la quota del Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università. L’oggetto stavolta non sono gli atenei ma la ricerca di base. In base alla modifica introdotta ieri infatti «una quota di almeno il cinquanta per cento del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST)» sarà «destinata al finanziamento di progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) presentati dalle università». …

L.stabilità, Ghizzoni “Fondi a ricerca di base, ossigeno per atenei” – comunicato stampa 20.11.14

 “La ricerca di base, è un prerequisito per lo sviluppo e per il rilancio economico, soprattutto nei periodi di crisi”: con queste parole la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, commenta con soddisfazione l’accoglimento da parte della Commissione Bilancio della Camera dell’emendamento alla Legge di stabilità, di cui è prima firmataria, che stabilisce che almeno metà del Fondo nazionale per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica sia destinata alla ricerca di base.   “I fondi alla ricerca di base sono una boccata di ossigeno per le università italiane”: così la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni commenta l’approvazione da parte della Commissione Bilancio della Camera dell’emendamento alla Legge di stabilità, di cui è prima firmataria, che stabilisce che, d’ora in poi, almeno metà del Fondo nazionale per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica sia destinata alla ricerca di base. “Sostenere i migliori progetti di ricerca in ogni disciplina, proposti liberamente dai ricercatori sulla base della propria curiosità ed esperienza, – spiega Ghizzoni –  significa consentire alle università di …

"Siamo la seconda meta preferita dai giovani Usa: in 30mila hanno scelto l’Italia per un periodo di studi", di Marzio Bartoloni – Scuola 24 19.11.14

Gli Stati Uniti restano la destinazione numero uno per chiunque voglia studiare all’estero. Nell’ultimo anno accademico quasi un milione di studenti è volato oltreoceano in uno dei tanti college americani. Ma l’Italia a sua volta è una delle mete più gettonate dai giovani statunitensi in cerca di formazione all’estero. Sempre l’anno scorso quasi in 30mila hanno fatto le valigie per venire da noi a studiare. Dopo l’Inghilterra siamo il Paese preferito dagli studenti Usa. A rivelarlo è l’ultimo censimento contenuto nel rapporto «Open Doors on International Educational Exchange» pubblicato dall’Institute of international education di Washington. Resta il sogno americano  Gli studenti stranieri hanno ancora un sogno americano. Gli Stati Uniti restano infatti la meta numero uno dove frequentare l’università. E l’anno scolastico 2013/14 è stato secondo il rapporto «Open Doors on International Educational Exchange» da record con quasi 900 mila studenti stranieri iscritti, pari ad un 8% in più rispetto all’anno precedente. A spopolare sono ancora una volta i cinesi con 275 mila studenti ed un incremento di circa il 17% rispetto al 2012/13. In …

"Nasce qui la cella a combustibile che salverà la Cina dallo smog", di di Alessandro Papayannidis – Corriere della Sera 16.11.14

In Russia servono a proteggere le pipeline dal gelo, in Arabia Saudita a estrarre petrolio pulito. In India e Cina, soppianteranno il carbone coi suoi fumi ammorbanti. E negli Stati Uniti scongiureranno i blackout dovuti agli uragani. Sono moltissime le applicazioni delle celle a combustibile a ossidi solidi; appena sette al mondo, invece, le aziende produttrici. Tre in Europa, una in Italia. Dal piccolo Bic di Mezzolombardo, a nord di Trento, la Sofcpower guarda il pianeta come un medico che ha in borsa la pillola per regolare la febbre del paziente. Sette anni fa era un’idea, ora comincia la produzione in serie delle caldaie a cogenerazione: calore ed elettricità da micro-impianti al servizio di una palazzina, una piscina, un ristorante. «Abbiamo iniziato nel 2007, prima della crisi. Ma l’abbiamo attraversata continuando ad assumere ogni anno», dice orgoglioso Alberto Ravagni, ceo della società. Dopo la laurea in Ingegneria a Trento, nel 1991, comincia a girare il mondo nel settore automotive: Germania, Usa e Svizzera, dove trova moglie e si ferma. L’incontro che gli cambia la vita …

"Ricerca, l’Ue rischia di essere travolta", di Leonard Berberi – Corriere della Sera 15.11.14

«La Missione Rosetta è l’esempio di come l’unione delle competenze e delle conoscenze accademiche porti a risultati eccezionali. Se l’Europa fa convergere le sue forze arriva dove nessuno è mai arrivato». Kurt Deketelaere, docente di Legge all’ateneo belga di Lovanio, usa la spedizione spaziale per far capire le potenzialità della ricerca scientifica del Vecchio Continente. Soprattutto perché oltre a essere un professore è anche, dal luglio 2009, il segretario generale della Leru, la Lega europea delle università di ricerca: un’organizzazione di 21 istituzioni di cui fanno parte Oxford, Cambridge, Zurigo, la Statale di Milano (unica italiana) e che da ieri è riunita per due giorni nel capoluogo lombardo per la sua 27esima assemblea dei rettori membri. Professore, com’è messa la ricerca scientifica negli atenei e negli istituti europei? «A livello globale è ancora competitiva. Però vediamo che altre zone — la Cina, il Brasile, l’India — stanno procedendo a forte velocità e questo dovrebbe far suonare un campanello d’allarme per l’Europa e soprattutto per tutti i suoi Stati». Gli altri vanno più veloci di noi? …

"Il gap che dobbiamo colmare prima che sia troppo tardi", di Riccardo Luna – La Repubblica 11.11.14

Non si può dire che non ci avesse avvertito. Nel 1995 il futurologo Jeremy Rifkin ci scrisse sopra un libro: La fine del lavoro si intitolava, e non poteva essere più chiaro di così. Sono passati vent’anni e oggi, guardando i dati sulla disoccupazione crescente quasi ovunque dalle nostre parti, possiamo dirlo: sul lavoro Rifkin aveva ragione. L’automazione, indotta dalle nuove tecnologie, ha avuto e sta avendo davvero un effetto devastante sugli operai, gli impiegati, i commercianti e i liberi professionisti. Basta guardare alla cronaca: la catena di fast food McDonald’s ha appena annunciato di voler introdurre dei tablet per ricevere le ordinazioni riducendo i camerieri; il colosso dell’e-commerce Amazon sta assumendo 10 mila robot nei propri magazzini per sbrigare lo smistamento dei pacchi; mentre da tempo sappiamo che gli algoritmi introdotti da Google e da altri per guidare le auto funzionano alla perfezione ed è solo per una questione di assicurazione (chi paga in caso di incidente?) che non abbiamo ancora auto senza autisti. Torna in mente un altro saggio profetico, questa volta del …

"Donare conoscenza pura", di Gilberto Cobellini – Il Sole 24 Ore 09.11.14

In America stanno aumentando in maniera significativa le donazioni per la ricerca. Ma deve passare l’idea che bisogna favorire quella di base. Da lì arriveranno le innovazioni A metà marzo dell’anno in corso, «The New York Times» pubblicava un lungo articolo che nel titolo si chiedeva se «miliardari (billionaires) con grandi idee» stessero in realtà «privatizzando la scienza americana». L’inchiesta andava letta insieme all’editoriale di «Nature», uscito negli stessi giorni, dove si lanciava l’allarme per il fatto che quest’anno non aumenteranno i finanziamenti alla ricerca e all’innovazione negli Stati Uniti. Non solo, ma al netto dell’inflazione e dell’aumento dei costi, la decisione significa una riduzione dal 15 al 20% rispetto al budget del 2010. Sempre «Nature» di gennaio aveva dedicato uno speciale alla scienza “sponsorizzata”, in cui fornivano consigli pratici su come «corteggiare un filantropo». I nomi dei filantropi i cui investimenti e progetti stanno facendo crescere un sistema della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica quasi parallelo rispetto a quelli pubblico e industriale, sono per esempio quelli di Bill e Melinda Gates, la cui fondazione …