Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

"La ricerca virtuosa", di Simona Ravizza

In Italia investimenti fermi all’1,25% del Pil «Eppure Usa, Germania, Corea insegnano che puntare sulla scienza crea ricchezza» La ricerca fa bene al Pil. Lo dicono gli scienziati che per battere cassa in tempi di crisi hanno deciso di cambiare strategia. In un Paese civile le motivazioni culturali, sociali e di ritorno in qualità della vita dovrebbero essere sufficienti per spingere le istituzioni a scommettere sul futuro: in Italia, però, finora tutto ciò non è bastato per sollevare gli investimenti, fermi all’1,25% del Prodotto interno lordo, contro la media europea dell’1,7%, mentre Stati Uniti e Germania sono intorno al 2,6%. È uno dei motivi per cui adesso gli uomini di scienza sono sempre più impegnati nel dimostrare che investire in ricerca conviene anche economicamente. Le prove sono schiaccianti. Bisogna cambiare rotta. Gli ultimi dati Istat vedono ancora una volta l’Italia in fondo alla classifica per la spesa in investimento e sviluppo, pari a 19,8 miliardi di euro (cifra onnicomprensiva dei fondi messi a disposizione da imprese, enti pubblici, istituzioni private non profit e università). Nell’Unione …

“Sono il pronipote dell’uomo di Neanderthal: lo dice il test Dna”, di Marco Cattaneo

Io — come tutti — sono una specie di miscuglio etnico: per metà mediterraneo, un po’ nordeuropeo, un po’ mediorientale. Con in più un due per cento di uomo di Neanderthal e un pizzico di uomo di Denisova. È questo il verdetto scaturito dall’analisi del mio Dna. Con l’aria che tira in Europa c’è il rischio di essere frainteso, ma io sono — come tutti — una specie di miscuglio etnico: per metà mediterraneo, un po’ nordeuropeo, un po’ mediorientale. Con in più un due per cento di uomo di Neanderthal e un pizzico di uomo di Denisova, l’enigmatica specie di ominidi scoperta appena cinque anni fa nei Monti Altaj, in Siberia. In poche parole, è questo il verdetto scaturito dall’analisi del mio Dna effettuata dal Progetto Genographic, l’iniziativa lanciata quasi dieci anni fa da National Geographic e Ibm con l’obiettivo di tracciare le migrazioni umane attraverso l’analisi genetica delle popolazioni odierne. A volerla fare più lunga, i miei antenati per parte di padre furono tra i primi gruppi di Homo sapiens a lasciare l’Africa, …

"Under 30 assunti nei musei e addio bancarelle al Colosseo", di Maria Corbi

Cercansi storici dell’arte under 30. Il decreto cultura varato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana e firmato ieri dal presidente Giorgio Napolitano fa un passo verso i giovani laureati in discipline relative a beni e ad attività culturali. Hai 29 anni? Puoi essere assunto nei musei, nelle biblioteche, negli archivi che da anni soffrono di carenza di organico causa spending review. E questo in deroga ai limiti imposti alle amministrazioni diverse dai beni culturali. Contratti a tempo determinato, certo, ma sicuramente una chance per tanti ragazzi che con la laurea in tasca e la passione per l’arte sono costretti troppo spesso a ripagare su lavori che diano un minimo di sicurezza. E adesso questo minimo di sicurezza arriva dal decreto Cultura e Turismo trasmesso alla Camera. Oltre alla spinta all’occupazione giovanile, introduce un credito d’imposta (“Art bonus”), del 65 per cento per le donazioni a favore di interventi di manutenzione e restauro di beni culturali pubblici; musei, siti archeologici e biblioteche pubblici; teatri pubblici e fondazioni lirico sinfoniche. Tra gli impegni voluti dal ministro …

"Puntiamo sull’economia della conoscenza", di Pietro Greco

L’economia basata direttamente sulla scienza fisica ha prodotto in Italia 118 miliardi di euro di fatturato nell’anno 2011, pari al 7,4% del Prodotto interno lordo (Pil) del nostro Paese. Dando impiego a 1,51 milioni di persone, pari al 6,1% del totale dei lavoratori italiani. Ciascuno di questi lavoratori, dunque, ha prodotto valore aggiunto per 78.100 euro, con una produttività del 22% superiore a quella media italiana. I 118 miliardi di euro sono stati realizzati per il 49% nell’industria manifatturiera, per il 22% nel settore trasporti, per il 16% nei servizi di pubblica utilità (energia, acqua, rifiuti) e per l’8% negli altri servizi, ricerca scientifica compresa. A tutto questo, sostengono gli analisti mobilitati dalla Sif, vanno aggiunti circa 2 milioni di posti di lavori creati indirettamente dai settori economici fondati sulla fisica per una quotadi Pil difficile da definire. È questa, ridotta in pillole, l’analisi che una società privata indipendente, la Deloitte, ha realizzato per conto della Società Italiana di Fisica (Sif), in analogia a due indagini sull’impatto della fisica sull’economia dell’Unione Europea e del Regno …

"L'università ai tempi della crisi: si iscrive solo il 30%, calano i fuori corso, l'età media dei laureati è 25 anni", di Marzio Bartoloni

La prima notizia è scontata: complice anche la crisi il pezzo di carta più ambito continua a perdere appeal e così l’emorragia di laureati e di iscrizioni alle università non si ferma, solo 3 diciannovenni su 10 si immatricolano. Le altre notizie in arrivo dal pianeta atenei sono invece meno scontate: aumentano gli studenti stranieri, calano i fuori corso e si ringiovanisce l’età dei laureati, complice anche la riforma del 3+2 che ha abbassato l’età dei dottori. Che comunque alla fine trascorrono più tempo del dovuto nelle facoltà, visto che l’età media alla laurea è oggi pari a 25,5 anni per i laureati di primo livello (dovrebbero concludere gli studi a 22 anni). L’ultima fotografia delle nostre università arriva dal XVI rapporto Almalaurea presentato oggi a Torino. Un’indagine che ha coinvolto 230 mila laureati, dei 64 atenei aderenti. Quasi tre laureati su quattro da famiglie senza “titolo” La condizione di instabilità e precarietà per il futuro hanno influenzato inevitabilmente le scelte e i comportamenti degli studenti. E così dopo l’aumento delle immatricolazioni dal 2000 al …

Medicina. Pd, rivedere sistema dei test e garantire diritto allo studio e sbocchi professionali

“Siamo d’accordo con il cambio delle regole per l’accesso alle facoltà di medicina, ma sia garantito il diritto allo studio per gli studenti, la qualità della formazione e la certezza per il futuro professionale dei giovani medici”. Lo dicono Maria Coscia, capogruppo Pd in commissione Cultura, e Manuela Ghizzoni, vicepresidente della commissione Cultura della Camera. “Siamo favorevoli – proseguono Coscia e Ghizzoni – ad aprire subito un confronto su questo importante e delicato tema, che mette in ansia ogni anno decine di migliaia di studenti con le loro famiglie. Chiediamo quindi al ministro Giannini di attivare al più presto un tavolo di confronto tra i ministeri interessati – Università, Salute e Tesoro –, le organizzazioni degli studenti, le università e gli ordini professionali per dirimere i tanti aspetti tecnici del problema e per arrivare ad una scelta ragionata ed evitare, come è accaduto nel passato, di cambiare le regole ogni anno. Ad esempio, se la soluzione sarà quella di rinviare la selezione alla fine del primo anno di università, occorre allora prevedere un primo anno …

"Laureati, l'Italia è ultima", di Gianni Trovati

Il consuntivo dice «ultimi in Europa», e gli obiettivi ufficiali comunicati dall’Italia a Bruxelles nell’ambito della «strategia Europa 2020» lo confermano: ultimi siamo e ultimi resteremo, almeno fino al 2020. Tanta coerenza riguarda il tasso di laureati nella popolazione fra 30 e 34 anni di età. L’indicatore è piuttosto trascurato nel dibattito pubblico di casa nostra ma è centrale nei documenti europei, perché ancor più dei titoli di studio nella popolazione complessiva misura il «capitale umano» più importante per il presente e il futuro di un Paese. I numeri sono tutti scritti in documenti ufficiali – li ha spulciati per primo Roars.it, blog animato da un’associazione di docenti presieduta da Francesco Sylos Labini (si veda anche Il Sole 24 Ore del 16 aprile) – e sono parecchio efficaci nel raccontare una delle cause della crisi italiana. Il fenomeno non è nuovo, perché già nel 2009 superavamo in graduatoria solo Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania e Macedonia, ma negli ultimi anni si è aggravato: mentre l’Italia procedeva con i ritmi “tranquilli” del passato, portando al 22,8% la …