Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

"Elogio delle Università Statunitensi. Conservano la memoria nel Paese fragile", di Dacia Maraini

In volo, di notte, in una cabina afosa, tengo fra le mani un diario di Albert Camus sul suo viaggio in America nel 1946. La prima notte di viaggio, lo scrittore francese si trova in una cabina di nave con diverse cuccette. Ed è preso dal panico. «Ho impressione di respirare il respiro degli altri e mi viene una voglia furiosa di andare a dormire sul ponte». Ma lo dissuade il freddo. Si rintana nel suo lettuccio con in mano Guerra e pace , «come sarei stato innamorato di Natacha!» scrive desolato. Il viaggio, ogni viaggio, che sia in nave o in aereo, è una piccola scomoda avventura dentro un tempo e uno spazio che ci sono estranei e a volte ostili. Andiamo avanti o indietro? E cosa significa trovarsi con un corpo che conserva tenacemente una memoria temporale diversa da quella in cui ci troviamo a respirare e camminare?Eppure eccomi a passeggiare per i vialetti innevati di una università americana, consapevole che il cuore pulsante di tutto questo sapere sta in una costruzione dall’aria …

"I giovani in fuga dalle università del Sud", di Pietro Greco

I giovani stanno lasciando il sud. E quelli che restano, stanno lasciando gli studi. La nuova divaricazione è drammatica, perché è sia tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, sia tra il Mezzogiorno e l’alta formazione. La conferma viene dal Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2013 reso pubblico nei giorni scorsi dall’Anvur, l’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e la ricerca. La crisi dell’università riguarda l’Italia intera. Perché se il numero di laureati dal 2005 al 2011 è stabile intorno ai 300.000 l’anno, il calo delle immatricolazioni è netto. Dalle 338.000 raggiunte nell’anno accademico 2003/2004 si è scesi ad appena 270.000 nel 2012/2013, con una perdita sec- ca del 20%. È un’autentica fuga dall’università. Un dato allarmante per l’intero Paese. Vi- sto che, secondo l’Ocse, il numero dei laureati in Italia raggiunge appena il 20% della popolazione in età compresa contro i 25 e i 34 anni; contro il 40% della media Ocse; il 60% circa di Giappone, Canada e Russia; il 64% della Corea del Sud. Certo, la frase …

"Solo una matricola su due arriva a conquistare la laurea", di Walter Passerini

È stata una settimana di passione per l’istruzione italiana. Prima l’insoddisfazione dei diplomati (il 41% dichiara di aver sbagliato a scegliere la scuola; dopo un anno gli stessi si dichiarano pentiti della scelta nel 44% dei casi, spiega il Rapporto AlmaDiploma). Poi i ritardi e il disorientamento dei laureati, che chiamano in causa orientamento e servizi di accompagnamento. Questa a volta ad affermarlo è il primo Rapporto biennale sullo stato del sistema universitario e della ricerca, realizzato dall’Anvur, l’ente di valutazione del sistema universitario, che ci spiega la drammatica dispersione tra immatricolati e laureati italiani: quasi uno su due non ottiene la laurea. Troppi dottori? Il Rapporto segnala che negli ultimi vent’anni c’è stato un aumento di laureati. “Tra il 1993 e il 2012, infatti – spiega Roberto Torrini, direttore generale Anvur e coordinatore del Rapporto – la quota dei laureati sul totale della popolazione in età da lavoro è salita dal 5,5 al 12,7%; tra i giovani in età compresa tra i 25 e i 34 anni si è passati dal 7,1 al 22,3%”. …

"Carlo Rubbia: vado a vivere su Marte", di Dario Cresto-Dini

Nella sua bella faccia giuliana dalla non lontanissima somiglianza con quella dell’attore americano John Wayne, ciò che più colpisce sono gli occhi di bambino messi su un uomo antico alto quasi un metro e novanta e spalancati sulla meraviglia. «Sa, mi sembra impossibile che io abbia ottant’anni. Ho vissuto a cavallo di due secoli, conosciuto una quantità innumerevole di persone e tra queste menti geniali come Enrico Fermi, Niels Bohr, Richard Feynman, Wolfgang Pauli. Ho imparato che la vita è un recipiente, devi considerarlo sempre mezzo pieno. Sono nato in un tempo di tragedia in cui non potevi non essere ottimista. I miei mi raccomandavano: credi in te, guarda sempre avanti. Penso di averli ascoltati, guardo molto avanti ancora oggi, fino al limite del possibile. Sono sempre curioso. Cerco ancora dentro di me lo stupore ingenuo dell’infanzia. È nel bambino che vediamo la scintilla della curiosità, nel bambino che rompe il giocattolo perché vuole sapere com’è fatto. La curiosità, non la saggezza, ha trasformato l’uomo. Se da vecchi si ha la fortuna di possedere una …

"Università, il miraggio della laurea: ci arriva solo il 45,3% degli iscritti", di Salvo Intravaia

Studenti italiani bamboccioni o percorsi universitari ad ostacoli? Quello descritto dall’Anvur col Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca 2013, più che un disastro annunciato, appare un disastro conclamato. I dati parlano di carriere universitarie infinite, quando non si interrompono a metà. E di studenti “inattivi”, che si iscrivono e pagano consistenti tasse ma che poi non riescono a superare neppure una materia – o a conseguire crediti, come si dice più correttamente adesso – per un anno intero e forse più. Parcheggiati in attesa di fare altro o alle prese con un difficile adattamento al nuovo percorso di studi? Sta di fatto che, una volta iscritti all’università, in tutti gli altri Paesi europei gli studenti riescono a laurearsi prima dei nostri ragazzi. In Italia, la situazione descritta dai numeri appare piuttosto grave: il cosiddetto “tasso di completamento dell’istruzione universitaria” è pari al 45,3 per cento, contro il 79,4 del Regno Unito, il 72 per cento della Finlandia e il 64 per cento della Francia. Sarebbe anche questa la causa del penultimo posto …

"Se gli studenti stranieri diventano più bravi degli italiani", di Flavia Amabile

Li hanno emarginati, considerati elementi difficili per le classi, ma gli alunni stranieri iniziano a prendersi la loro rivincita quando si tratta di ragazzi nati in Italia, la cosiddetta seconda generazione. Secondo i dati raccolti dal Miur con la fondazione Ismu le loro performance si avvicinano a quelle degli italiani (in particolare nelle prove di lingua straniera) e sono nettamente migliori di quelle dei loro compagni nati all’estero. In alcune regioni le differenze tra gli italiani e gli studenti di seconda generazione tendono addirittura ad invertirsi: gli stranieri nati in Italia fin dalla scuola primaria stanno diventando più bravi. E si presentano sempre più in anticipo sui banchi. Quasi cinque alunni su cento (il 4,8%) iniziano la scuola primaria a cinque anni, un dato in aumento e in linea con la tendenza all’anticipo di tutti gli studenti. Ci sono poi alcune situazioni che hanno stupito gli analisti e che fanno pensare che il processo di rivincita è solo agli inizi. Durante le prove Invalsi in quinta elementare in Campania gli stranieri nati in Italia battono …

"Fotografia dell'Università italiana: meno fondi e lontana dall'Europa", di Corrado Zunino

Il primo dossier Anvur su università e ricerca, a tre anni dalla nascita dell’Agenzia (ministeriale) di valutazione, ci dice che negli ultimi dieci anni statisticamente rilevati (1993-2012) la quota dei laureati sulla popolazione in età da lavoro è salita dal 5,5% al 12,7% e la quota dei laureati italiani tra i giovani (25-34 anni) è salita dal 7,1% al 22,3%, dimostrando che l’università è diventata accessibile e possibile per larghi strati della popolazione. Il problema è che non solo si parte da valori più bassi del resto dell’Europa sviluppata, ma il divario tende a crescere. Nell’Unione europea, in media, i laureati nella fascia “età da lavoro” oggi sono il 25,3%, in Francia il 42,9%, nel Regno Unito il 45%. Ancora nel 2008 avevamo uno scarto con la Ue di 11,8 punti percentuali (?), nel 2012 è salito è del 12,7% (?). Sui diplomi di secondo livello (la maturità) siamo in linea con la Ue: 77,6% (età presa in considerazione 20-24 anni). Meglio di Spagna e Germania, peggio di Regno Unito (81,3%) e Francia (84%). Lo …