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"Quei ricercatori che non meritiamo", di Pietro Greco

I ricercatori italiani fanno sempre di più, con sempre meno. O, se volete, continuano a celebrare con fichi sempre più secchi nozze di sempre maggiore successo. Tre recentissimi rapporti internazionali ci danno la misura di questa condizione paradossale in cui ormai verso la scienza italiana. Il primo è il rapporto sulla «Consolidator Grant 2013 Call» con cui l’European Research Council (Erc) ha finanziato 312 progetti di ricerca scientifica, europei e non, sulla base unicamente del merito. La dotazione della Call era notevole: 575 milioni di euro. Il finanziamento per singolo progetto presentato da un ricercatore era piuttosto alto: in media 1,84 milioni di euro con un picco massimo di 2,75 milioni di euro. La competizione è stata al massimo livello. Questi i risultati. La Germania ha visto premiati 48 suoi ricercatori. Subito dopo, l’Italia: con 46 ricercatori. Seguono, nettamente distaccate, la Francia (33), la Gran Bretagna (31) e l’Olanda (27). Poi ancora il Belgio e Israele (17) e la Spagna (16). Per avere un’indicazione di quanto sia straordinaria la performance dei ricercatori italiani basta ricordare …

"Noi, la ricerca e gli animali", di Pietro Greco

Organizzato dalla senatrice Elena Cattaneo, domani, si terrà a Palazzo Giustiniani il secondo incontro che il Senato della Repubblica dedica a «Scienza, Innovazione e Salute». Il tema sarà: «Sperimentazione animale e diritto alla conoscenza e alla salute». Se ne discute in tutto il mondo, anche se in Italia la discussione è venata da forme inaccettabili e inquietanti di violenza verbale e non solo. Di recente ne è stata vittima, tra gli altri, Caterina Simonsen, la giovane studentessa di veterinaria portatrice di alcune malattie di origine genetica. E come lei Silvio Garattini, il direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, più volte minacciato di morte; e, ultimo ma non ultimo un gruppo di ricercatori milanesi di cui sono stati pubblicati gli indirizzi con un’indicazione, appunto, inquietante: «Il boia abita qui». Il Senato dovrà approvare o emendare una proposta di legge sulla sperimentazione animale, già passata alla Camera, che è considerata più restrittiva di quella vigente in Europa. Si tratta di un argomento molto delicato e non semplice da risolvere, perché entrano in conflitto due dimensioni nobili: il …

La rivolta della comunità scientifica", di Eugenia Tognotti

L’ultimo, durissimo attacco della rivista Nature al metodo Stamina aggiunge un capitolo nuovo alla complicata e spinosa vicenda che occupa le cronache da mesi. La sdegnata presa di distanza di alcuni nomi eccellenti della ricerca italiana è una bella (e confortante) novità che, di certo, contribuirà a introdurre elementi di chiarezza in una storia in cui si muovono scompostamente tanti personaggi, in ruoli diversi, e in una torre di babele di tante lingue: quella dei malati, dei sostenitori del metodo, dei ricercatori, dei politici, dei testimonial. Apre nuovi scenari il fatto che scienziati del livello di Carlo Croce ed esperti di primo piano come Carlo Redi, Giulio Cossu e Francesca Pasinelli abbiano manifestato la loro avversione. Il primo con le dimissioni, i secondi con la loro uscita dall’associazione Cure Alliance, in dissenso col fondatore, il diabetologo dell’Università di Miami, Camillo Ricordi. Intanto è stata messa in discussione la legittimazione scientifica (o qualcosa che le assomigliava molto) da parte quest’ultimo – che aveva imprudentemente definito «sicuro» e «promettente« il metodo utilizzato da Vannoni , tanto da …

"Ricerca italiana tra le più citate. Ma fanno notizia solo le classifiche negative", di Francesco Sylos Labini

Questa è una notizia, apparsa sulla rivista Nature, che non è passata sui giornali italiani. La riporto per intero: Gli Stati Uniti stanno scivolando verso il basso nella classifica della qualità della ricerca, misurata attraverso l’impatto citazionale relativo dei suoi articoli [scientifici]. Questo è quanto viene mostrato da uno studio commissionato dal governo britannico. In particolare, gli analisti della casa editrice Elsevier mostrano che gli Stati Uniti sono stati superati nella classifica (normalizzata per disciplina) dal Regno Unito nel 2006 e dall’Italia nel 2012, anche se gli Stati Uniti rimangono ben avanti in termini di quota mondiale del top 1% degli articoli più citati. In pratica significa che il surrogato della misura della qualità della ricerca, rappresentato dal numero di volte che un articolo scientifico è stato citato, per l’Italia ha superato l’analogo indicatore per gli Stati Uniti – fermo restando che quest’ultimi sono avanti quando si considera solo l’1% degli articoli più citati. Inoltre dallo stesso studio si trova anche che l’efficienza della ricerca italiana è ottima: ad esempio il numero di citazioni ottenute …

"Tania che ha difeso il Dna", di Pietro Greco

Ora lavora alla Casa Bianca, come assistente della direzione per le scienze forensi nell’ambito dell’Ufficio che si occupa di politica della scienza e della tecnologia. È una biologa, con un master in energia e risorse. Ma la rivista «Nature» l’ha eletta a personaggio scientifico tra i 10 più rappresentativi dell’anno per le sue capacità giuridiche. Si chiama Tania Simoncelli ed è lei che ha messo insieme le giuste argomentazioni che lo scorso mese di giugno hanno convinto la Corte Suprema degli Stati Uniti a giudicare non brevettabili i geni semplicemente individuati e isolati dal Dna di un organismo vivente. Una sentenza storica, che pone fine a 30 anni di prassi contraria in voga negli Stati Uniti. Per affermare questo principio, nel corso degli ultimi tre decenni, sono scesi in campo molti sostenitori del principio secondo cui «non si brevetta la vita». La Corte Suprema non ha detto questo. Non ha distinto tra vita e non vita. Ma tra invenzione e scoperta. Ha riconosciuto, però, che è possibile brevettare le invenzioni, in cui c’è un elemento …

“Studenti, nel 2012 hanno lasciato in 758mila”, di A.G. da La Tecnica della Scuola

Il preoccupante dato riguarda la fascia di età 18-24 anni e corrisponde al 17,6%. C’è da preoccuparsi :nell’ Europa a 15 il tasso di abbandono, nello stesso range anagrafico, non arriva al 14%. Rispetto all’Italia fanno peggio solo Spagna (24,8%) e Portogallo (20,8%). Ma non finisce qui: si riduce dal 79,9% a 76,2%, pure la percentuale di diplomati 19enni. Sempre lo scorso anno sono stati il 37,8% gli under 24 che hanno conseguito al massimo la licenza media. E al sud 1 su 2 è inattivo. Ancora brutti segnali sul fronte della formazione giovanile. Stavolta giungono dal ‘Rapporto sulla coesione sociale 2013 di Istat, Inps e ministero del Lavoro’, da cui si rileva che nel 2012 hanno abbandonato gli studi 758 mila giovani tra i 18 e i 24 anni. Si tratta del 17,6% della popolazione di quella fascia di età. Ma la percentuale sale fino al 41,3% se si considerano solo gli stranieri. Si tratta di dati davvero preoccupanti. Ancora più se messi a confronto con l’Europa a 15: in questo caso il tasso …

“Il coraggio di fidarsi dei competenti”, di Mario Calabresi

Ogni giorno che passa la storia del metodo Stamina si fa sempre più inquietante, non solo per i retroscena che ormai da dieci giorni vi raccontiamo e che mostrano un’idea della medicina molto più simile all’azzardo che alla scienza, ma anche per il livello a cui è scaduto il dibattito pubblico italiano. L’ultima parola, anche quando si tratta di decidere se una cura è efficace o inutile o pericolosa, sembra dover spettare non ai ricercatori e ai medici ma all’uomo della strada e ai giudici. Ognuno pensa di poter dire la sua e il fin troppo noto Tar del Lazio ormai stabilisce chi e come si debba curare e anche la composizione (in stile manuale Cencelli) delle commissioni scientifiche di valutazione. Sarebbe tempo che giornalisti, comici, intrattenitori televisivi, esperti improvvisati e giudici si facessero da parte per lasciar parlare chi ne ha conquistato il diritto con una vita di studio e di risultati tangibili. Da parte nostra possiamo solo continuare a raccontare tutto quello che finora è stato nascosto e dare voce alle persone più …